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Mad Max – Fury Road: la recensione del film

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La trama di Mad Max: Fury Road

Il mondo come lo conosciamo non esiste più, devastato da catastrofi climatiche causate dalla mano dell’uomo: la società è crollata in seguito al collasso globale e ora la superficie, che si estende su deserti apparentemente infiniti, è dominata da individui senza legge. In questo futuro lugubre e pericoloso si muove Max, un ex poliziotto che non è mai riuscito a darsi pace dopo aver perso i propri cari ed è tormentato da continue voci.

Il protagonista finisce nelle mani dei Figli della Guerra, un’armata di guerrieri dalla pelle dipinta di bianco che seguono gli ordini di Immortan Joe, un malvagio signore locale che controlla le riserve idriche della zona, così fondamentali in luoghi dove la sabbia si estende per miglia e miglia. Il destino di Max è destinato a incrociarsi con quello di Furiosa, una dei più alti ufficiali di Immortan Joe che ha deciso di fuggire insieme alla cinque mogli del suo “boss”, tutte giovanissime e sfruttate come schiave, nella speranza di raggiungere insieme a loro un posto libero da conflitti e violenza. Immortan Joe inizia a dar loro una caccia serrata e proprio Max si ritroverà in seguito ad una serie di eventi rocamboleschi ad unire le forze con Furiosa e le giovanissime fuggitive, in una lotta impari dalle mille sorprese.

La recensione di Mad Max: Fury Road

Definito da molti come l’action definitivo, Mad Max: Fury Road è sicuramente tra i titoli di genere più riusciti del nuovo millennio, una vera e propria apoteosi di spettacolo e adrenalina che ci trascina senza sosta per due ore di visione all’insegna della pura esagerazione, dove l’immaginazione non ha più davvero limiti.

Il regista George Miller ha optato per una sorta di soft reboot della saga classica, composta prima di questo nuovo episodio dalla trilogia che vedeva protagonista Mel Gibson nei panni di un altro Max, non meno cattivo e vendicativo, che si muoveva anch’esso in un contesto post-apocalittico in tre film cult che hanno fatto la storia del filone a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. In questa nuova versione il ruolo è stato affidato al fisico massiccio e al volto da duro di Tom Hardy, una scelta azzeccata che ben si amalgama con la Furiosa di una tostissima Charlize Theron, la quale ruba spesso la scena al collega.

Mad Max: Fury Road regala emozioni dall’inizio alla fine, con sequenze pirotecniche e irrefrenabili che danno il loro meglio quando inizia il lungo inseguimento nel deserto, dove le dinamiche on the road danno vita a sequenze roboanti e volutamente tonitruanti, in una fiera dell’eccesso che lascia estasiati dal punto di vista visivo, sfiorando in una manciata di occasioni la pura epica nella lotta per la libertà da parte dei personaggi principali.

Notevole successo di pubblico e vincitore di ben sei premi Oscar, il film del regista australiano conta inoltre su uno straordinario impegno da parte degli stuntman, con gli effetti speciali che sono stati limitati al minimo indispensabile e la maggior parte di quello che accade in scena avvenuto realmente sul set, tanto che alcune delle controfigure hanno riportato infortuni più o meno gravi durante le riprese. Una dedizione esasperata che dona al tutto un fascino piacevolmente old-school, soprattutto se paragonato a molte delle produzioni odierne che abusano dello green screen anche quando non strettamente necessario.

Qualche leggera pecca, a voler trovare il pelo nell’uovo, possiamo riscontrarla in una sceneggiatura parzialmente elementare, che si riduce a conti fatti in una sorta di picaresco gioco dell’oca a spasso per il deserto, giacché gli eventi finali riportano lì dove tutto è iniziato, ma è un difetto di poco conto in una messa in scena così grandiosa e amabilmente spericolata. Tanto che è altissima l’attesa per l’annunciato sequel Furiosa, in arrivo il prossimo anno e incentrato sulla versione giovane del suddetto personaggio.

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