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Luke Cage, recensione no spoiler della serie Marvel con Mike Colter

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Nel corso del 2016 sbarca su Netflix la serie Marvel Luke Cage, basata sull’omonimo personaggio a fumetti creato da Archie Goodwin e John Romita Jr; la serie, ideata e supervisionata da Cheo Hodari Coker ha avuto la sua prima stagione nel 2016, una seconda nel 2018, dopodiché è stata cancellata a favore di altri progetti; attualmente, la potete trovare su Disney+, seguendo lo stesso percorso distributivo di Darevevil, Jessica Jones e Iron Fist.

Nel ruolo titolare Mike Colter, affiancato da un cast di comprimari veramente notevole: Theo Rossi, Alfre Woodard, Rosario Dawson, Simone Missick e, soprattuttto, il due volte premio Oscar Mahersahal Ali, che appare in un ruolo chiave in alcuni degli episodi della prima stagione lasciando un segno decisamente indelebile.

La trama di Luke Cage

Quando un esperimento sabotato gli dà una super forza ed una pelle indistruttibile, Luke Cage (Mike Colter) diventa un fuggitivo tentando di ricostruire la sua vita ad Harlem, e deve ben presto affrontare il suo passato e combattere una battaglia per il bene della sua città. Dopo aver cambiato il suo nome, Cage diventa un eroe ed una celebrità ad Harlem, solo per incontrare una nuova minaccia che lo mette di fronte alla linea dell’essere un eroe o un cattivo.

Luke Cage, perché vederla?

Perché questa serie Marvel consegna all’immaginario afro-americano di Harlem un supereroe nero che si batte contro i soprusi e le ingiustizie del famigerato quartiere di colore della grande metropoli americana. Nato dagli albi a fumetti di Goodwin e Romita Jr, Luke Cage è diventato presto un simbolo inclusivo e rappresentativo di un’intera comunità afroamericana, e la serie di Coker riesce benissimo ad omaggiare l’importanza sociale e culturale del personaggio fittizio.

Luke Cage va inoltre recuperata perché è composta quasi esclusivamente da interpreti appartenenti alla comunità afro-americana, tanto che i migliori ruoli sono quelli affidati a personaggi secondari come l’enigmatica ed ambiziosa Mariah Dillard di Alfre Woodard e Cornell “Cottonmouth” Stokes del due volte premio Oscar Mahershala Alì, che anche con una manciata di episodi ruba letteralmente la scena anche allo stesso protagonista.

Perché non vedere Luke Cage

Perché a fronte di una prima stagione molto interessante e ricca di spunti contenutistici e narrativi, il secondo appuntamento televisivo di Luke Cage non è altrettanto memorabile; non è difatti un caso che Netflix abbia staccato la corrente allo show al termina della seconda stagione, lasciando orfani gli appassionati del personaggio.

Ma niente paura: come per i suoi progetti “gemelli” anche Luke Cage si è spostato da Netflix a Disney+, e come per Daredevil, Jessica Jones e Iron Fist, anche lui potrete ritrovarlo tra i protagonisti di The Defenders, una sorta di Avengers tutto dedicato ai supereroi nati dalla partnership tra Marvel Television e Netflix.

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