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“L’Ora, Inchiostro Contro Piombo” nuova serie tv di Canale 5 con Claudio Santamaria: trama, cast e quando in tv

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In arrivo su canale 5 una nuova fiction dal titolo, “L’Ora, inchiostro contro piombo”, che vede protagonista l’attore Claudio Santamaria nei panni di Antonio Nicastro, personaggio ispirato a Vittorio Nisticò, direttore del quotidiano “L’Ora” dal 1954 al 1975. Vediamo di capire meglio la trama e la data di messa in onda.

“L’Ora, inchiostro contro piombo”, con Claudio Santamaria su canale 5: ecco quando in tv

Al via per cinque serate da mercoledì 8 giugno in prime time su canale 5 la serie che ripercorre, nella Palermo degli Anni 50, l’epopea del giornale “L’Ora”, il quotidiano fondato nel 1900 dalla famiglia Florio che in quel periodo iniziò a pubblicare scottanti inchieste contro la mafia.

La trama della serie tv su canale 5 “L’ora, inchiostro contro piombo”

Sicilia, 1958: L’Ora è un giornale fondato da Vittorio Nisticò e per la prima volta pubblica quello che nessun fino ad allora aveva mai osato pubblicare: la parola mafia, anche in prima pagina e, con un’inchiesta rivoluzionaria, ne rivela meccanismi e segreti. Nato per iniziativa della famiglia Florio, L’Ora fu attivo dal 1900 al 1992. Articoli e inchieste si focalizzarono spesso sulla feroce organizzazione criminale, tanto che alcuni dei suoi collaboratori, come Cosimo Cristina, Mauro De Mauro e Giovanni Spampinato, furono assassinati per mano di Cosa Nostra.

Tra le firme più note della testata, ricordiamo inoltre:

  • Fulvio Abbate,
  • Letizia Battaglia- ne abbiamo visto nei giorni scorsi la fiction dedicata alla straordinaria fotografa,
  • Aldo Biscardi,
  • Attilio Bolzoni,
  • Antonio Calabrò,
  • Vincenzo Consolo,
  • Gianfranco De Laurentiis,
  • Renato Guttuso,
  • Filippo Tommaso Marinetti,
  • Francesco Saverio Nitti,
  • Luigi Pirandello,
  • Salvatore Quasimodo,
  • Leonardo Sciascia,
  • Matilde Serao,
  • Marcello Sorgi,
  • Giuseppe Sottile,
  • Giovanni Verga.

Nel cast, oltre a Claudio Santamaria, troviamo anche Silvia D’Amico, Maurizio Lombardi. La serie tv è una coproduzione RTI e Indiana Production.

Le parole di Caludio Santamaria raggiunto da Sorrisi

In merito al suo ruolo nella serie tv Santamaria fa sapere:

«Con Piero Messina e gli altri registi ho fatto molte prove, cercando di lavorare sulla “scorza dura” di quest’uomo che va al sodo nella comunicazione con i suoi giornalisti. È un po’ ruvido, salta le buone maniere perché al centro di tutto mette la notizia, la ricerca della verità e della giustizia. Non scende a compromessi, ignora gli amici degli amici. Anzi, si fa solo dei nemici».

Il marito di Francesca Barra, nella serie “L’Ora, inchiostro contro piombo” veste i panni di Antonio Nicastro, un giornalista ispirato alla figura di Vittorio Nisticò, storico direttore del quotidiano “L’Ora” di Palermo.

Le anticipazioni della prima puntata della serie tv “L’Ora, inchiostro contro piombo”

Antonio Nicastro arriva in Sicilia da Roma assieme alla moglie Anna per dirigere «L’Ora» di Palermo, giornale del Partito Comunista in crisi di vendite. Per rilanciare il quotidiano, Nicastro chiama il fidato Marcello Grisanti, cronista ed ex partigiano.

Ben presto Nicastro si rende conto che a Corleone succedono cose strane e si trova così ad affrontare un giallo: in Paese sparisce un sindacalista e un giovane cronista gli consegna la notizia. Il direttore intuisce che sotto c’è qualcosa di grosso: ha per le mani una grossa inchiesta contro la Mafia.

La storia è liberamente tratta dal romanzo “Nostra Signora della necessità” (Einaudi), scritto da Giuseppe Sottile (Il papà di Salvo Sottile ndr) che ha lavorato per anni a “L’Ora”.

Santamaria sempre a Sorrisi dichiara:

«È stato proprio Peppino a ricordarmi che il suo direttore gli chiedeva sempre di portargli “la foto della mamma che piange”, perché il lettore doveva essere coinvolto emotivamente. Sul set ho avuto anche un incontro fugace ma molto commovente con Claudio Fava (figlio del giornalista Pippo Fava, ucciso da Cosa nostra nel 1984, ndr), uno degli sceneggiatori ma anche il presidente della Commissione regionale antimafia in Sicilia. È bastato uno sguardo. Mi ha detto solo: “Forza!”. E ho sentito su di me la responsabilità di far conoscere ai telespettatori una storia così importante».

È significativo che la serie vada in onda a 30 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio

«Avevo 17 anni nel 1992 e ricordo quel momento di grande lutto, il sentimento di rabbia, di dolore, di paura. I giudici Falcone e Borsellino sono degli eroi, continuano a essere un simbolo forte e fonte di ispirazione. Vuol dire che non hanno perso, che la mafia non è riuscita a sconfiggerli. Sono fiero di poter dare il mio contributo da attore perché di mafia si continui a parlare. Nel periodo in cui è ambientata la fiction, la parola “mafia” non si poteva neanche pronunciare e invece Nicastro la sbatte in prima pagina».

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