Bagno di folla per Lino Guanciale che al Giffoni Film Festival 2024 viene premiato con il Giffoni Award. L’attore ha espresso la sua felicità ad incontrare i giovani presenti alla manifestazione e si è lasciato andare a selfie e sorrisi. Vediamo insieme cosa ha rivelato ai nostri microfoni sui suoi prossimi lavori, da ‘Il Commissario Ricciardi al film ‘L’invenzione di noi due‘.
Intervista all’attore Lino Guanciale
Un Lino Guanciale disponibile ed entusiasta parla ai giovani del Giffoni della sua carriera. L’attore ha lavorato in molte serie tv, da ‘L’Allieva’ a ‘Che Dio ci Aiuti’, passando per ‘La Porta Rossa’ e ‘Noi Siamo Leggenda’.
Lino Guanciale cosa vedremo ne Il Commissario Ricciardi 3?
Abbiamo finito le riprese e ora siamo in post produzione, credo lo vedremo in primavera del prossimo anno. È la stagione che secondo me più completa di tutte, nel senso che tutti i nodi vengono al pettine: quelli relazioni e quelli introspettivi del protagonista e non solo di lui, con se stesso, il proprio destino. È la stagione dove si svaria di più per quanto riguarda la gamma di emozioni per lo spettatore e le spettatrici, per certi versi la più divertente e per altri quella più emotivamente toccante. A Ricciardi capita di tutto, tra matrimoni, crisi tra fidanzati. Se ne vedono davvero di ogni, come chi legge Maurizio De Giovanni già sa. Vedrete un’evoluzione empatica del personaggio, anche se empatico lo è stato sempre, spaventato dal suo potere, qui esplode con esiti talora molto divertenti e talora anche estremamente dolorosi. È il bello di questa magnifica storia.
Lei è protagonista del film L’Invenzione di noi due. Cosa vuol dire dall’urgenza alla pazienza in amore?
Urgenza, pazienza e amore sono parole che hanno tutte quante un legame. Questa battuta meravigliosa che è nel film: Quando siamo passati ad amarci con urgenza ad amarci con pazienza in realtà non individua l’amarsi con pazienza con un disvalore. In realtà in un cocktail io cercherei di mettere sette parti di amarsi con urgenza perché se manca quella un problema c’è, ma tre parti di amarsi con pazienza ci vogliono.
Milo non è un cliente facile. Interpretarlo ti porta dolorosamente a mettere a nudo fragilità, zone d’ombra, dubbi che necessariamente sono anche un po’ i tuoi. Quelli che riguardano tutti. Milo è stata la porta per fare un cammino anche verso il riconoscimento di alcune fragilità che mi riguardano, quindi lo ringrazio.
Da spettatore di serie e film, che generi segue e cosa le piacerebbe fare in futuro?
In effetti il mistery lo frequento molto. In generale non ho un genere preferito, mi colpiscono i progetti anche se non rientra nel mio genere. Non guardo tanto l’etichetta e nel momento in cui un progetto mi colpisce, lo fa per un insieme di elementi che colpiscono chiunque, non soltanto del mestiere. Ma si è affezionato all’idea che sia proprio fondamentale sentirsi raccontare delle belle storie.
Lei ha dichiarato che le sarebbe piaciuto lavorare con Camilleri, cosa sogna oggi che si può realizzare?
Ne ho un po’ di sogni. Sogno di realizzare progetti per cui abbia anche la responsabilità produttiva. Sogno di poter fare qualcosa in generale che abbia una presa tematica sui giovani o giovanissimi senza però facili trick. E ovviamente sogno di lavorare con i grandi maestri cinematografici: Sorrentino, Garrone, Bellocchio, Amelio. Chi non sognerebbe di lavorare con loro. Allo stesso tempo sogno che i tanti registi e le regista che bussano alla mia casella email presentando i loro progetti, magari andando in porto con loro, perché no diventino i nuovi maestri.