Durante l’ultima puntata di Che tempo che fa, Luciana Littizzetto è stata protagonista di un momento di grande importanza pronunciando una letterina contro la violenza sulle donne. I destinatari della missiva sono stati gli uomini, tutti quegli uomini che sono stati ziti quando una donna veniva attaccata sul lavoro o nel giro di amici. E non solo. Ecco cosa ha detto.
Luciana Littizzetto, la letterina contro la violenza sulle donne a Che tempo che fa
“Ogni volta che siete stati zitti e non ci avete difeso sul lavoro, o nel giro di amici, che avete riso di noi per non sentirvi emarginati dal gruppo, l’infinita carovana dei vostri silenzi è responsabilità vostra”. Inizia così la letterina di Luciana Littizzetto contro la violenza sulle donne pronunciata a Che tempo che fa durante la puntata di domenica 26 novembre. A distanza di poche ore dalla giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la Littizzetto ha voluto dire la sua. La violenza sulle donne è un tema importante e di strettissima attualità dopo l’ennesimo caso di femminicidio della giovane 22 enne Giulia Cecchettin. “Sappiamo benissimo che non tutti gli uomini sono mostri e ci mancherebbe altro. Ma esiste una cosa che si chiama responsabilità collettiva che da maschi dovete assumervi” – ha precisato la conduttrice e comica per poi entrare nel vivo della sua missiva.
“Noi donne quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto. Siamo state coraggiose. Abbiamo denunciato. Abbiamo chiesto aiuto, abbiamo gridato, siamo scese in piazza, abbiamo manifestato, siamo state solidali tra di noi. Ora tocca a voi. A voi uomini“.
Luciana Littizzetto contro la violenza sulle donne: “Uomini adesso tocca a voi”
La letterina di Luciana Littizzetto contro la violenza sulle donne è stata indirizzata agli uomini spiegando loro cosa possono fare per arginare questo crimine che sembra inarrestabile.
Voi dovete scendere in piazza. Voi uomini intelligenti, voi uomini perbene, voi uomini rispettosi che siete fidanzati, mariti, figli, papà, ex, amici o conoscenti di una sera. Anche voi che dite: “Io sono diverso, non è colpa mia”. E invece sì. Ogni volta che siete stati zitti e non ci avete difeso sul lavoro, o nel giro di amici, che avete riso di noi per non sentirvi emarginati dal gruppo, l’infinita carovana dei vostri silenzi è responsabilità vostra.
Poi ha concluso dicendo:
Adesso tocca a voi parlare, dire che non è colpa delle madri se i figli sono assassini, che non esiste nessuna che se l’è cercata, ma uno di voi che gliele ha date. Non è vero che i maschi si devono comportare da maschi, si devono comportare da uomini. “Io porto i pantaloni”, non lo dici in casa, lo puoi dire solo al commesso di Zara. Tocca a voi dire agli uomini ottusi che se una donna si emancipa non è una zoc*ola, è semplicemente una donna libera di scegliere, di decidere della sua vita e libera persino di lasciarti. L’amore è cura, non è possesso. Se ti molla devi fartene una ragione. A cambiare non deve essere un singolo ma un sistema. Perché non è detto che un ragazzo un po’ geloso e morboso alla fine diventi un assassino, ma dovete ficcarvi in testa che il solo fatto che uno sia geloso e morboso è già un problema.
L’omicidio è l’ultimo piano di una scala, il più tremendo, ma noi non ne possiamo più di tutti gli altri scalini prima. Può darsi che non siate responsabili della situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla. Questo lo diceva Martin Luther King e non ci crederete, ma anche lui era un uomo.
Ecco il video con la letterina di Luciana Littizzetto a Che tempo che fa:
“Questa letterina ha 106 firme”.
– @lucianinalitti a #CTCF sul @Nove pic.twitter.com/NuSxPy22OQ
— Che Tempo Che Fa (@chetempochefa) November 27, 2023