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Lei mi parla ancora: l’amore di Giuseppe Sgarbi raccontato nel film da Pupi Avati

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Lei mi parla ancora è film del 2020 di Pupi Avati. La trama si snoda lungo una storia umanissima e struggente perfettamente interpretata da un cast tutto italiano decisamente di livello, a cominciare da Renato Pozzetto, bravissimo in un ruolo drammatico pur avendo trascorso la sua carriera a farci ridere, e Stefania Sandrelli. Ma cosa, o meglio chi, ha ispirato il film? Ve lo diciamo di seguito.

Lei mi parla ancora: la trama

Dopo 65 anni di matrimonio felice, Caterina muore lasciando il marito, Nino, inconsolabile. Per aiutarlo a sopportare il terribile dolore, la figlia lo convince a mettere nero su bianco la sua lunga e romantica storia d’amore facendone un romanzo. Nino accetta e si ritrova così a raccontare tutta la sua vita ad Amicangelo, un aspirante scrittore. Dalle iniziali incomprensioni si arriva ad una amicizia bella e profonda.

Il romanzo di Giuseppe Sgarbi che ha ispirato il film

Lei mi parla ancora è la trasposizione cinematografica, delicata e toccante, dell’omonimo romanzo che Giuseppe Sgarbi dette alle stampe nel 2016 (l’uomo è scomparso due anni dopo). Se il cognome non vi è nuovo no, non sbagliate: si tratta proprio del padre del critico letterario Vittorio e dell’editrice Elisabetta.

Giuseppe, da sempre appassionato di arte e principalmente di pittura e scultura (chissà perché la cosa non ci stupisce conoscendo i figli…), ha perso la “sua” Rina dopo oltre sei decenni di unione e scrivere, come spesso accade, è stata la terapia che gli ha permesso di lenire la sua sofferenza. “Tutte le mattine vado al cimitero a Stienta e parlo con mia moglie” diceva a chiunque gli facesse domande in proposito.

E poi è arrivata la letteratura, con l’esordio da scrittore a 93 anni, a dargli una mano a recuperare i ricordi, a ricucire tasselli di storie normali ma mai banali, come mai possono esserlo i sentimenti, amore in primis. Perché Lei mi parla ancora è questo soprattutto, il racconto di una lunga e bellissima storia d’amore che supera le barriere del tempo e va oltre la morte.

Da credente innamorato, Giuseppe Sgarbi non aveva paura di morire, forte proprio della certezza di ritrovare, nell’altra dimensione, l’adorata Rina. A riguardo dichiarò: “Sarà un giorno di gran luce, di felicità. Non serviranno più le parole, prevarrà l’entusiasmo perché torneremo di nuovo ad abbracciarci“.

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