Una nuova puntata delle Iene è andata in onda domenica 14 maggio con Nadia Toffa affiancata dalle due iene Andrea Agresti e Giorgio Golia alla conduzione. In una alternanza tra serio e faceto, molti sono i servizi trasmessi davvero interessanti. Tra i migliori segnaliamo quello inerente la triste condizione in cui vivono e lavorano i bambini siriani scampati alla guerra e quello relativo alla Blue Whale Challenge.
La iena Marco Maisano sulle tracce dei bambini operai
Servizio molto toccante e drammatico quello curato dall’inviato delle Iene, Marco Maisano da alcuni anni in forza al programma. Forte della sua capacità di parlare arabo correttamente, si è recato in Turchia sulle tracce dei tantissimi bambini siriani scampati alla guerra. Ciò che ha scoperto è davvero inquietante, pur non trattandosi di una novità: parliamo del fenomeno dei bambini operai e del loro sfruttamento.
Maisano si è recato a Gazantiep, in Turchia, a 120 km da Aleppo e 470 da Damasco. E’ la città più vicina al confine turco e lì vengono portati i bambini feriti o scampati alla guerra. Quelli più in salute vengono assunti in fabbriche fatiscenti, costretti a lavorare per poter aiutare la famiglia a sopravvivere. Turni di dodici ore, stipendio bassissimo (si parte da 89 euro per arrivare a massimo 190), ambienti non a norma in cui l’aria è resa irrespirabile dai coloranti dei tessuti. Per lo più lavorano in ambito tessile, producono jeans esportati un po’ ovunque anche in Europa.
I sogni dei bambini operai
E’ davvero angosciante vedere bambini piccoli anche di 8/9 anni lavorare in quegl’ambienti, lontani anni luce dai lussi dei loro coetanei occidentali. Ma ciò che emerge è il senso di solidarietà che regna tra di loro. Sono bimbi che non hanno nulla nemmeno un gioco ma condividono tutto perfino uno yogurt. Sono comunque sia bambini sorridenti e pieni di sogni e speranze per il loro futuro, magari in Europa a studiare per diventare medici.
Qui il link per visualizzare il servizio di Marco Maisardi.
La iena Matteo Viviani ed il fenomeno del Blue Whale Challenge
Dopo l’interessante servizio del 07 maggio girato a Dubai dalla “iena per caso” Fabio Rovazzi sul fenomeno dei selfie estremi, si torna a parlare di un pericoloso gioco in voga tra i giovanissimi in alcune parti del mondo: la Blue Whale Challenge. A curare il servizio Matteo Viviani che si è recato in Russia, paese che ha contato ben 157 morti per mano di questo gioco assassino.
Per questo motivo nel paese il triste fenomeno è molto seguito, ne parlano tutte le trasmissioni quasi quotidianamente, si studiano i casi passati.
La Blue Whale Challenge è una sorta di gioco, nato sul “Facebook russo” VKontakte, in cui i partecipanti devono sottostare a regole rigidissime per poter accedere al premio finale: il suicidio.
Ogni giorno viene proposta dagli amministratori una sfida diversa che una volta superata va documentata tramite foto da inviare loro. Le prove richieste sono assurde: si inizia con il tagliarsi le vene, per passare alla richiesta di guardare per ore film horror o uscire in piena notte per recarsi sul tetto di un palazzo.
Se non si obbedisce ai comandi, partono le minacce da parte degli amministratori che possa capitare qualcosa di brutto alla famiglia di origine.
Dopo 50 giorni la richiesta peggiore: buttarsi da un grattacielo
Si è scoperto che questi ragazzini finivano per essere completamente plagiati con lo scopo di portarli a ritenere che la vita fosse inutile. La richiesta finale trascorsi 50 giorni è davvero agghiacciante, ma chi la compie viene considerato un eroe dagli altri utenti.
Le vittime di questo orribile rito erano tutte ragazzi bravi e dal profilo normale. Prima di lanciarsi nel vuoto, viene loro richiesto di girare il video e così restano tanti video terribili in archivio.
Una curiosità sul nome: blue whale cioè balena blu, nasce per ricordare il fenomeno delle balene che una volta perso l’orientamento, finiscono per suicidarsi spiaggiandosi.
Il monito è ben chiaro: fare attenzione ai nostri figli, cercando di controllare quanto possibile, la loro navigazione su Internet.
[LINK AL SERVIZIO RIMOSSO DA MEDIASET]