La stoccata vincente, intervista a Flavio Insinna: “Dopo il film tv mi sono avvicinato alla scherma. I miei maestri? Gigi Proietti e Nino Frassica”

Flavio Insinna

Alessio Vassallo e Flavio Insinna sono i protagonisti del film tv La stoccata vincente, in onda il prossimo 24 settembre in prima serata su Raiuno. Diretto da Nicola Campiotti, il film racconta la storia realmente accaduta al campione di scherma Paolo Pizzo. Paolo aveva solo 13 anni quando gli fu diagnosticato un tumore al cervello di primo grado di malignità. Solo sei anni dopo è riuscita a sconfiggere definitivamente la malattia e a riprendere la sua carriera agonistica.

Intervista a Flavio Insinna protagonista de’ “La stoccata vincente”

Noi di SuperGuida TV abbiamo video intervistato in esclusiva Flavio Insinna. L’ex conduttore dell’Eredità ci ha rivelato che per interpretare Piero, il padre di Paolo, ha dovuto prendere delle lezioni di scherma: “Non avendo io figli, ho dovuto appoggiarmi ai ricordi di mio padre e in particolare al legame che avevo con lui. Ho pensato a tutte le volte che era preoccupato per me e mia sorella. Mi è piaciuto talmente tanto girare questo film tv che da un po’ di mesi ho iniziato a prendere delle lezioni private di scherma. E’ uno sport straordinario che si può praticare a qualsiasi età. Mi sono fatto seguire da Luca Angeletti che oltre ad essere un bravo attore è anche uno sportivo. Ho cercato di non trasformare Piero in un super eroe ma restituirlo al pubblico come un essere umano. Davanti alla malattia del figlio, Piero non poteva provare paura o manifestare stanchezza”.

Nel film tv, Paolo Pizzo non è solo: oltre al padre Piero è supportato anche dal suo allenatore. Due figure di riferimento che diventano imprescindibili nella sua vita. Anche nella sua carriera, Flavio Insinna ha ammesso di aver avuto delle colonne portanti: “Le regole fondamentali come rispettare il prossimo, evitare di fare i furbi, pagare le tasse, l’ho imparate in famiglia. Sicuramente devo dire grazie a Gigi Proietti ma anche a Nino Frassica e a Diego Abatantuono che mi hanno insegnato l’autoironia. In scena ho imparato anche dal piccolo Samuele che interpreta Paolo da bambino nel film. E’ stato lui a volte senza saperlo a dare coraggio a me”.

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