ADV

La soffiatrice di vetro – recensioni ed opinioni sul film

ADV

Tre sorelle, tre donne si riscattano nel film La soffiatrice di vetro. Siamo negli ultimi anni dell’ottocento, ma il tema della lotta contro i pregiudizi sul genere femminile è sempre vivo e vegeto. Ciò che cambia è lo stato in cui si vive, con le tradizioni, cultura ed emancipazione.

La soffiatrice di vetro trae ispirazione dall’omonimo romanzo di Petra Durst-Benning, parliamo di una pellicola di genere drammatico diretta da Christiane Balthasar. La location è Lauscha, una città non molto grande situata in  Germania centro orientale. Nel centro tedesco l’arte della soffiatura del vetro è l’occupazione primaria.

La soffiatrice di vetro – la trama del Film

Come già abbiamo accennato nell’introduzione, ci troviamo a Lauscha, un piccolo paese tedesco. La Turingia ed i suoi boschi contornano il luogo e gli abitanti si guadagnano il pane alla stessa maniera. Da tradizione secolare, tramandata di generazione in generazione essi sono specialisti a “soffiare il vetro“. Joost Steinmann si guadagna da vivere soffiando il vetro come i suoi compaesani.

Purtroppo durante una notte settembrina negli ultimi anni Ottocento egli, senza alcun preavviso, il mastro vetraio lascia questa terra. Rimangono Marie (Maria Ehrich), Johanna (Luise Heyer) e Ruth. La loro mamma era morta precocemente.

Le ragazze, figlie del soffiatore di vetro morto si trovano però in una cattiva condizione economica. Elle dopo un periodo in cui lavorano in una vetreria prendono la decisione di portare avanti la tradizione di famiglia.

Marie e Johanna con Ruth si rimboccano le maniche e mettono in pratica ciò che il padre maestro vetraio ha insegnato loro. Le tre sorelle e donne arrivano a scontrarsi immediatamente con una dura realtà.

Per tradizione, a Lauscha solamente l’uomo può soffiare il vetro. La donna deve lavorare come decoratrice e preparare le confezioni. Le sorelle quindi dapprima lavorano senza che alcun compaesano ne sia al corrente.

L’esistenza di un nuovo soffiatore, che rimane un mistero per tutti spinge gli abitanti a cercare di capire chi possa essere. Le creazioni delle sorelle sono di uno splendore e di un’originalità unica.

Nel lavoro le giovani sono aiutate da Wilhem Heimer e da suo figlio Thomas. La tecnica usata dalle donne si affinerà e la fama raggiungerà l’America. Ogni pregiudizio e preconcetto verrà abbattuto, vista la perfezione e rarità delle opere prodotte.

La recensione

La soffiatrice di vetro, di Petra Durst-Benning, da romanzo, dopo essere stato sapientemente adattato alle sale cinematografiche è diventato un film di grande successo. Il suo titolo proviene dalla Germania e dalla Repubblica Ceca nell’anno 2016. Christiane Baltasared ha diretto questo capolavoro drammatico. Tra le attrici c’è la presenza dell’attrice Luise Heyer, che i tedeschi apprezzano per la versatilità dei suoi ruoli.

Westwind, Tough Love e The Most Beautiful Couple sono suoi lavori che non hanno raggiunto molto il pubblico italiano. Ricordiamo inoltre l’attrice Maria Ehrich. Johanna, Ruth e Marie sono le pioniere di una nuova concezione di intendere la donna.

Percorrendo strade diverse apriranno la prima impresa familiare. Donne emancipate, oneste e ricche di amore e passione per il loro lavoro. La famiglia non viene trascurata da nessuna di loro.

Le sorelle Steimann narrano ed interpretano, ognuna la loro strada e percorso. Insieme con coraggio danno vita ad un’opera tutta femminile. Lo spettatore si immerge piacevolmente nella trama del film.

Non è un film che mostra la storia della sua epoca. L’intento è di elevare la donna alla stessa autorità maschile. La dimostrazione è che fama e prestigio in un paese di mastri vetrai arriveranno alle sorelle.

Una saga familiare più di un romanzo storico, attuale anche ora. Un film di donne audaci e coraggiose da vedere sotto l’albero di Natale.

ADV
Articoli correlati