“La Rosa dell’Istria”, intervista esclusiva ad Andrea Pennacchi: “Oggi il revisionismo storico può diventare pericoloso”

Andrea Pennacchi

Andrà in onda il prossimo 5 febbraio su Rai 1 “La Rosa dell’Istria”, il film Rai per la tv che racconta la storia di una famiglia italiana costretta ad abbandonare l’Istria durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il Film, una coproduzione Rai Fiction – Publispei – Venice Film (realizzato con il sostegno della FVG Film Commission – PromoTurismoFVG e della Camera di Commercio della Venezia Giulia, Trieste, Gorizia – Fondo Gorizia) e diretto da Tiziana Aristarco, è liberamente ispirato al romanzo di Graziella Fiorentin “Chi ha paura dell’uomo nero?” ambientato nel 1943. La storia è incentrata su Maddalena, interpretata da Gracjela Kicaj, che deve affrontare la fuga, l’abbandono dalla propria terra, la perdita del fratello Niccolò durante il viaggio, e poi la nuova vita in Friuli. Ad interpretare il padre, Antonio, troviamo Andrea Pennacchi. Noi di SuperGuida TV lo abbiamo video intervistato in esclusiva.

Intervista esclusiva ad Andrea Pennacchi

L’attore ci ha raccontato di aver approfondito questa drammatica pagina della storia dell’Italia mentre era sul set: “Per motivi familiari ero abbastanza a conoscenza di quello che era accaduto nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Credevo di sapere ma mi sono reso conto che in realtà conoscevo ben poco. Questo film mi ha permesso di approfondire questa pagina drammatica della storia. Parlare con gli esuli istriani è stato poi fondamentale”.

Gli abbiamo poi chiesto poi cosa più lo abbia colpito del suo personaggio: “Mi ha colpito molto il suo senso di protezione nei confronti della famiglia, la sua umanità. Nella tragedia della guerra, Antonio si trova a fare i conti con una figlia che cresce, che scopre se stessa e che ha aspirazioni diverse da quelle che lui sognava per lei”.

Come ha dichiarato in conferenza stampa la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati, è importante e necessario tramandare la memoria storica nel nostro Paese soprattutto in un periodo in cui il revisionismo potrebbe rappresentare un pericolo: “Il revisionismo può diventare un pericolo ma tutto dipende da come si racconta la storia. Quando fatto bene, con la verifica delle fonti permette di avanzare nella comprensione del passato. Il revisionismo diventa un male quando è fatto al servizio di una bandiera”.

A distanza di anni però la storia si ripete, con una guerra, quella tra Russia e Ucraina, che continua ad imperversare: “Mio padre ripeteva sempre “speravamo che una volta finita questa guerra fosse finita del tutto”. E invece purtroppo abbiamo una guerra alle porte e di nuovo vediamo esuli e di nuovo vediamo sofferenza e famiglie smembrate. Sembra che ci sia un circolo vizioso e non c’è rimedio. Sarebbe auspicabile che gli uomini si siedano ad un tavolo cercando un compromesso, un accordo”.

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