La profezia del male, la recensione dell’horror (no spoiler)

La profezia del male

Un gruppo di ragazzi affitta una villa nelle Catskills per festeggiare il compleanno di una di loro, Elise. Quando scoprono che è finita la birra, i giovani si mettono alla ricerca di qualche alcolico in giro per la casa ma si imbattono invece in un mazzo di antichi tarocchi, ritrovato nel seminterrato. Haley, la sola a saperli un minimo interpretare, decide di cimentarsi e raccontare ciò che legge nel futuro dei suoi amici, per alcuni più lieto e per altri più criptico.

Al loro ritorno a casa, i protagonisti de La profezia del male sono ignari di ciò che li attende. Quanto vissuto in quelle fatidiche ore tra quelle quattro mura, segnerà infatti per sempre il loro destino. Uno dopo l’altro cominciano a perdere la vita in circostanze inspiegabili – ma che al pubblico sono chiare ed evidenti – e i superstiti dovranno interrompere la maledizione prima che sia troppo tardi.

La profezia del male: a un passo dalla morte – recensione

Il film inizia con i personaggi riuniti intorno a un falò, sintomo di quel scherzare con il fuoco che li vedrà dì lì a breve finire vittime della loro incoscienza: d’altronde oltrepassare porte chiuse dove vi è scritto sopra “vietato entrare” è già sintomo di una certa imbecillità, perfetta summa di quella gioventù americana spesso eletta a vittima sacrificale del cinema horror.

Un incipit alquanto schematico e forzato, con tanto di lettura delle carte che rivela quanto sarà da lì a venire, con ognuno dei tarocchi a rappresentare un ipotetico viatico di morte per lo sfortunato prescelto. E da lì ha inizio quella mattanza che ricicla per l’ennesima volta una formula ormai consolidata, alla quale il pubblico è ben più che abituato.

Niente di nuovo

Novanta minuti all’insegna della prevedibilità, con pochi spunti parzialmente originali e legati esclusivamente all’iconografia delle entità che i Nostri si ritrovano ad affrontare e alle relative, macabre, esecuzioni che li vedono tragicamente coinvolti. Ma la tensione e la paura stessa non sono mai palpabili, anche per via dello scontato ricorso a soluzioni archetipiche: da colpi sulla porta a ombre che si celano nell’oscurità, La profezia del male segue le logiche dei più canonici jump-scare, levando di fatto l’effetto sorpresa quando il terrore dovrebbe far capolino.

Il film altro non è che l’adattamento per il grande schermo del romanzo Horrorscope di Nicholas Adams, che ha anche collaborato alla sceneggiatura, dimostrando la sua volontà di non prendersi troppo sul serio. Scelta che si palesa anche nel casting, con interpreti accessori ed eterogeni il più possibile, come carne da macello all’insegna di un approccio leggero alle influenze orrorifiche di base. Ma quest’eccessiva leggerezza si accompagna a una mancanza di sostanza che rende l’operazione paradossalmente innocua.

Conclusioni finali

Si sfruttano soluzioni forzate in strade sempre deserte o case invase dal buio, per gestire la rocambolesca mattanza che vede involontari protagonisti i pur stolti giovani al centro de La profezia del male, colpevoli di aver giocato col fuoco e di aver scatenato su di loro una maledizione secolare.

Disponibile nel catalogo di Amazon Prime Video, il film è un horror prevedibile e scontato, che tenta di variare dinamiche classiche con una rappresentazione spaventosa ad hoc delle varie carte dei tarocchi, qui facenti le veci di un male molto più tragico e oscuro, che non darà pace a chi ha osato risvegliarlo. La paura si affida a soluzioni rodate e abusate, e anche contestualizzata in un divertimento usa e getta l’operazione non ha abbastanza personalità per ergersi a ipotetico divertissement.

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