Andrà in onda su Raiuno in tre serate, il 29, 30, 31 gennaio “La lunga notte”, la fiction storica che ripercorre le tre settimane che precedettero la destituzione di Benito Mussolini da parte del Gran Consiglio nella notte tra il 24 e il 25 luglio 1943, dando inizio alla fase più drammatica della storia del nostro Paese, con la fuga del duce e la costituzione della Repubblica di Salò, le rappresaglie naziste, i bombardamenti alleati e le lotte partigiane, che avrebbero portato alla liberazione dalla dittatura e alla nascita della democrazia. Un progetto particolarmente ambizioso che si pone come obiettivo quello di far conoscere una pagina poco conosciuta della nostra storia alle nuove generazioni.
“La lunga notte”, intervista esclusiva ad Alessio Boni
Noi di SuperGuida TV abbiamo video intervistato in esclusiva Alessio Boni che nella serie interpreta Dino Grandi, l’uomo passato alla storia come il Gran Traditore. Ma Dino Grandi fu davvero un traditore o piuttosto un fedele disubbidiente? Alessio Boni ha risposto così: “Dino Grandi è stato un aristocratico, superiore anche a Mussolini che lo sapeva e per questo lo temeva. Aveva intuito che dopo vent’anni di fascismo e dopo gli errori che aveva commesso Mussolini era arrivato il tempo di cambiare anche a costo di sacrificare la propria vita. Bisogna dargli atto del fatto che per l’epoca ha avuto un gran coraggio. Si era recato a Palazzo Venezia dentro il Gran Consiglio con delle bombe a mano e questo è tutto corrispondente al vero in quanto ho letto la sua biografia. Probabilmente se non avesse avuto quei 19 voti a favore lo avrebbero fucilato alle spalle come tutti i traditori. Le quattro famiglie descritte in questa storia, dai Savoia a Mussolini, cercano di salvare il salvabile. Dino Grandi ha sicuramente fatto la storia ma nessuno ad oggi lo conosce. Essendo la tv di Stato è importante che i giovani possano conoscere anche questa parte di storia”.
Di recente, ci sono stati episodi preoccupanti che hanno rinfocolato la preoccupazione per un ritorno del fascismo. Secondo Alessio Boni però non c’è il rischio di eventuali rigurgiti fascisti: “Mi auguro che non ci sia un ritorno nel fascismo anche se mi era capitato di vedere un video in cui durante una radunata alcuni avevano fatto il saluto romano. Io ci ho impiegato mesi per riuscire ad impararlo e renderlo efficace e ogni volta c’era Giacomo Campiotti, il regista, che mi fermava durante le riprese e mi chiedeva di essere più convincente. Tornare indietro non fa bene a nessuno e anzi credo sia deleterio”.