Kumo, eliminato nella puntata del serale di Amici 23, ha vissuto un’esperienza che, nonostante tutto, rifarebbe con orgoglio. Tiziano Coiro, questo il suo nome all’anagrafe, è stato protagonista di una nostra intervista esclusiva, durante la quale abbiamo esplorato il suo viaggio all’interno del talent e il suo avvicinamento al mondo della danza. Scopriamo le sue parole e riflessioni condivise con noi.
Intervista a Tiziano Coiro, in arte Kumo, ballerino di Amici 23
Kumo come è nata la tua passione per la danza?
Penso mi sia venuta così da un giorno all’altro. Nel senso che sono successe varie cose nella mia vita e avevo bisogno di ‘sfogarle’. Diciamo che a scuola non sono mai stato un asso, ho provato tutti gli sport fino ad arrivare alla danza. Quando sono arrivato alla danza ho capito, già dal primo momento, che quella era la mia valvola di sfogo.
Un po’ nella tua storia ha inciso anche l’incidente che hai avuto nel quale hai rischiato la vita.
Sicuramente, quello ha inciso tantissimo perché magari all’inizio la danza la vedevo più come “sfogo”: dopo scuola vai a scuola di danza perché vuoi staccare un po’. Mentre dopo l’incidente ho capito che volevo fare questo nella vita. L’incidente è stata una sorta di rinascita, mi ha fatto cambiare strada. Ci sono certe cose che non si riescono a spiegare e a far capire alle persone, e magari neanche a te stesso, quindi l’unica maniera è trovare un modo per sfogarti. C’è chi va a fare le passeggiate, chi si mette a scrivere, io mi metto a ballare.
Cosa vuol dire Kumo, il tuo nome d’arte, e perché hai scelto proprio questo termine?
È stato tutto molto strano, ci sono state tante casualità della vita, nel senso che quando io ho fatto l’incidente è venuta l’ambulanza e quando ho alzato lo sguardo nell’ambulanza nell’angolino c’erano quei “ragnetti di casa”. Poi ho avuto un vuoto di memoria fino a quando sono arrivato in sala operatoria e, un po’ come nelle scene dei film quando vedi tre luci sopra di te, ad un certo punto ho abbassato lo sguardo e mentre tutto si fa nero, l’ultima cosa che ho visto è stata questo ragno. Anche lì era un ragnetto di casa, uguale a quelli visti prima. E poi anche dentro la stanza dell’ospedale, mi guardavo molto in giro perché non avevo il telefono, ho alzato lo sguardo e ho visto questi ragnetti che camminavano.
Ho raccontato questa mia esperienza ai mie amici di Gaeta e c’era una mia amica che era stra fissata con il Giappone e i manga e me l’ha tradotto in Giapponese ed è diventato Kumo. Da quel momento, mi hanno iniziato a chiamare Kumo.
Ma la cosa sorprendente è che tipo dopo questa cosa che è successa, mi trovavo dei ragni sopra la felpa. Una volta, è stato molto strano, stavo facendo una passeggiata a Serapo, che è una parte di Gaeta, e avevo un orecchino grandissimo, un mio amico mi ferma e mi dice: ‘Tiziano devi stare fermo perché un ragno ti ha fatto una ragnatela dentro l’orecchino’. Un’altra volta ancora invece mi sono trovato con un ragno che mi camminava sulla mano. Io l’ho lasciato lì, perché se non gli dai fastidio, loro non danno fastidio a te”.
Chi ti ha spinto a partecipare ad Amici?
Il primo provino per Amici l’ho fatto tre anni fa, però poi ho dovuto lasciar perdere perché sono entrato in Accademia a Milano, avevo già iniziato il percorso quindi mi sembrava un po’ uno spreco non portarlo a termine. Questa estate volevo fare i provini ma avevo paura, ne stavo parlando con i miei genitori e con mia sorella e dicevo: “No, non li faccio. Ho paura, già so come va a finire”. E un giorno mi ritrovo la chiamata dagli studi di Amici per fare i provini e scopro che mi aveva iscritto di nascosto. E da lì, ho fatto i provini e sono stato entrato. È stato molto bello.
Come descriveresti il tuo percorso ad Amici in tre parole.
La prima sicuramente bellissimo. La seconda parola “cambiamento” e la terza “montagne russe”, ci sono stati alti e bassi.
Nel programma infatti hai mostrato spesso la tua sensibilità e non sono mancati momenti di sconforto. Riflettendo sulla tua esperienza ad Amici, avresti fatto qualcosa di diverso?
In realtà non cambierei nulla. Sono molto felice di quello che è accaduto nel programma e di come l’ho affrontato e spero si sia vista soprattutto la mia sensibilità. Pensavo di essere inquadrato in maniera rigida, invece è successo tutto il contrario e mi sono lasciato andare tutto. Quindi non cambierei nulla.
Qual è stata la performance ad Amici che era il tuo cavallo di battaglia e di cui sei più orgoglioso?
Ce ne sono tanti ma quello che mi piace di più e che ancora oggi riguardo con più emozione, per il modo in cui ho ballato e per il messaggio che c’era dietro, è stato ‘Mare che non sei’. Quel giorno, era fine novembre, dovevo andare in sfida ed ero preso da tantissime emozioni e avevo paura di essere eliminato dopo la sfida. E quel giorno Emanuel Lo ha deciso di non farmi fare la sfida, mi ha detto che non me la meritavo perché non c’erano i presupposti e mi ha fatto ballare ‘Mare che non sei’. Ho sfogato tutto lì, ballando, ed è stato stupendo”.
In che rapporti sei rimasto con Emanuel Lo. Vi vedrete fuori?
Il rapporto con Emanuel è bello, non saprei definirlo in altri modi. In sala mi ha sempre dato tantissimi consigli, lui si metteva lì e diceva balla. Sul fatto di vederci fuori sicuramente lui ora sarà impegnato perché Amici sta andando ancora avanti, ma sono sicuro che quando finirà tutto ci vedremo, avremo modo di chiacchierare, prenderci un caffè. Non vedo l’ora, anche perché, dico la verità, lo vorrei abbracciare visto che non sono riuscito a salutarlo quando sono uscito dal programma e vorrei fare una bella chiacchierata con lui. Mi manca proprio.
Ti piacerebbe diventare un ballerino del cast di Amici?
Tantissimo. Sarebbe un bellissimo sogno però la vedo difficile. Nella vita cerco sempre di vedere il bicchiere mezzo vuoto perché così, se arriva la delusione non ci rimango male, mentre se arriva la cosa bella dici: ‘oddio non me l’aspettavo, non ci credo’.
Ci sono artisti con cui ti piacerebbe collaborare?
Vorrei ballare con Holden, Petit, Martina e Mida. Ma anche con i ballerini che sicuramente rincontrerò. Noi ballerini abbiamo la fortuna di conoscerci un po’ tutti, venendo dallo stesso mondo. Artisti fuori la scuola? Ultimamente sto ascoltando tantissimo Lazza infatti sarebbe un sogno collaborare con lui, Geolier anche ma vorrei, puntare anche all’estero.
Dove ti vedi tra un paio di anni?
Il mio sogno è vivere di danza. Spero che questo sogno mi porti a viaggiare per il mondo anche se sono una persona che ha bisogno di una certa stabilità, che ha sempre bisogno del suo punto fermo.
Ad Amici hai vinto anche delle borse di studio.
Sì, sono molto felice. Ne ho vinte due. Con una avrò la possibilità di andare in Germania con i Kor’sia, una compagnia di contemporaneo e sono contento e non vedo l’ora che questo accada perché vado in Germania, un nuovo paese. E poi quella a Milano alla Dance Haus. Anche sono molto felice.
Dopo, che progetti futuri hai?
Studiare sempre, perché sono dell’idea che noi ballerini non dovremmo mai smettere di studiare anche perché se smetti poi non c’è più una crescita, rimani sempre così. Come progetti futuri ho quindi studiare tanto ma allo stesso tempo non voglio mettere le radici in un posto perché spero di ballare un po’ in giro vedere e, vivere, grandi palchi.
Quali consigli daresti a chi partecipa ai prossimi provini di Amici?
Il primo è di non abbassare mai la testa e di mantenerla alta, anche se hai delle paranoie, dei dubbi su te stesso. Il percorso, il momento a cui sei arrivato, è sempre un bellissimo punto. E quello poi di non arrendersi, sbatterci la testa al costo di farsi male. Perché questa è l’unica maniera che si ha per riuscire a fare qualcosa in questo mondo. Essere determinati e puntare l’obiettivo, come diceva Mao.