Keanu Reeves, al cinema in questi giorni con Matrix Resurrections, ha deciso di donare parte del ricavato alla lotta contro il cancro. Si tratta di circa 21,9 milioni di euro (31.5 milioni di dollari) per finanziare la ricerca sulla leucemia.
Keanu Reeves e il cancro: una questione di famiglia
Keanu Reeves conosce il cancro, da vicino, molto bene. Infatti, la sorella Kim ne fu colpita nel 1991 e da lì in poi, la lotta a questo male ha segnato l’esistenza del fratello che per pagarle le cure ha venduto la sua casa a Burbank, in California, che valeva oltre mezzo milione di dollari. Sono trascorsi trent’anni e fortunatamente la sorella di Keanu Reeves sta bene.
Nonostante la regressione della malattia della sorella, l’attore di Matrix ha dato vita, nel 2009, ad una fondazione che aiuta i bambini e alcuni ospedali nella ricerca contro il cancro. L’attore ha dichiarato di non voler associare costantemente il suo nome alla fondazione per un motivo ben preciso:
“Non mi piace associare il mio nome alla fondazione, lascio semplicemente che faccia quello che fa. Non mi piace la sola speranza. Bisogna agire. Non voglio starmene seduto a sperare che le cose succedano. Spero nell’azione mia e collettiva”
La generosità e il buon cuore dell’attore canadese, Keanu Reeves, sono noti da anni. Un divo che non lo è per niente, anche in questa occasione ha dimostrato la sua vicinanza verso chi soffre per una malattia che non solo annienta da un punto di vista fisico e mentale ma soprattutto economico.
Matrix Resurrections: Lana Wachowski racconta perchè ha resuscitato Neo e Trinity
Il nuovo capitolo di Matrix – Resurrections è arrivato in un momento in cui evidentemente le sensibilità della regista Lana Wachowski e del cast, Keanu Reeves e Carrie Anne Moss, sono fragili e commoventi. Hanno accettato immediatamente senza la sceneggiatura completa.
La regista di Matrix ha dichiarato che la decisione di riportare in vita i protagonisti Neo e Trinity è dovuta ad un suo bisogno personale. Le parole della regista di Chicago sono state:
“Mio padre è morto, poi un suo amico, poi mia madre. Non sapevo davvero come elaborare quel tipo di lutto. Non ero pronta a viverlo così intensamente, sapevo che le loro vite sarebbero terminate, eppure è stato comunque durissimo. Il mio cervello ha sempre chiesto aiuto alla mia immaginazione e una notte, mentre piangevo e non riuscivo a dormire, il mio cervello è esploso con questa storia. Non potevo riavere mamma e papà, eppure avevo di nuovo Neo e Trinity, forse i due personaggi più importanti della mia vita. È stato di immediato conforto rivedere in vita questi due personaggi, super semplice. Ok, queste due persone sono morte, ok, riportiamole in vita, che bella sensazione! Tutto qui. Questo è ciò che fa l’arte, è questo che fanno le storie, ci confortano”