Irama declama tutto il suo sdegno per la vicenda che ha portato alla morte di George Floyd. Questa brutta storia ha segnato un pò tutto il mondo. E ha deciso di contribuire con un monologo molto emozionante. Ecco Il Video Witty Tv
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Mi piaceva gia molto come nuovo artista….. Ma dopo questo monologo a soli 2 gg dal fattaccio lo ritengo più di un semplice cantante direi UN VERO ARTISTA… COMPLIMENTI FILIPPO
Mi sono dovuto ricredere è un vero artista il monologo mi ha fatto venire i brividi e lui lo ha recitato divinamente
Questo monologo rappresenta alla perfezione che cosa significa la parola PRIVILEGIO.
Un monologo che parla solo di sé, di come io, bianco maschio, soffro, di come empatizzo. Oh, come sono bravo. Personalmente, non ci vedo un sostegno a George Floyd o alla comunità black, anzi… E basta controllare pagine di attivisti e di comunità a sostegno della causa per capire quanto questo monologo sia solo l’ennesimo tentativo qualunquista di fare le cose. Oltretutto, perfino un cretino sa che la N-word ha un retaggio talmente potente, talmente profondo, che, messa in bocca a noi bianchi, rievoca automaticamente la storia della comunità nera. Questa è celebrazione di se stessi e del proprio privilegio. Non è appoggio, non è aiuto, è onanismo fine a se stesso.
Informiamoci, ascoltiamo chi sulla pelle e ogni giorno vive il razzismo, non supponiamo. Anche se non conosciamo, basta informarsi, fare ricerca, ascoltare. L’ascolto è ciò che manca in questo monologo. Personalmente, ho sentito solo un elenco di IO, IO, IO.
Chiara, è chiaro che ha te non va mai bene niente.
Prendi il buono che c’è nelle cose, altrimenti diventi come i nostri politici che parlano male degli altri e non di quello che farebbero loro.
Non trasformare una cosa bella con critiche critiche, critiche..
Ascoltiamoci invece di criticare.
È la base per ogni convivenza.
Beatrice, la base per ogni convivenza è l’ascolto ed è evidente che in questo monologo non c’è stato l’intento primario di ascoltare ma solo di appropriarsi di un campo che non gli appartiene. Avrebbe potuto essere un monologo di ascolto, pieno di domande, su come supportare la comunità, su come poter rimodellare una polizia che non fermi a seconda del pregiudizio – e che non uccida, su come invertire la tendenza della nostra società neoliberale e capitalista che dal 1492 saccheggia, stermina e prolifera in virtù di quel saccheggio e di quella violenza che è diventata strutturale. Io, personalmente, prima di aprire bocca su un argomento, mi informerei e ascolterei cosa hanno da dire le persone interessate. Se mi faccio andar bene tutto… Chi fa profitto a danni delle minoranze, continuerà a farlo e la nostra società non avrà futuro.
Oltretutto, non è che si debba prendere per oro colato tutto ciò che si dice sul tema, finché le critiche sono supportate da fonti e informazioni, e sono costruttive, qual è il punto? Personalmente, c’è anche una grossa dose di incazzatura perché, oltre ad essere recitato male ma vabeh, oltre alla standing ovation di miei connazionali che evidentemente non han capito ‘na mazza di come sta girando il mondo (ma vabeh, è Mediaset, che posso aspettarmi? – eh ma pure lì, anzi, proprio lì dovrebbe esserci un cambio di paradigma), oltre ai giornali nostrani che osannano il monologo… Oltre a tutto, il modello per cui noi bianchi ci curiamo dei neri è questo: il solito perbenismo inconcludente autoreferenziale e autocelebrativo di noi bianchi, sempre belli, sempre smaglianti.
Ripeto, prima si ascolta, poi si parla – e basta cercare attivisti su instagram, aprire un giornale che non sia Libero… Chiedere, studiare, fare ricerca.