Tommy Kuti: “Sto lavorando a canzoni nuove ma mi piacerebbe fare anche altri film” – Intervista

Tommy Guti

Una persona creativa, piena di interessi. Così si definisce Tommy Kuti, uno dei primi rapper a fare afrobeats in italiano e ad aver firmato un contratto con una major. Scopriamo insieme cosa ci ha raccontato sulle sue origini, sulle sue esperienze lavorative (sia nel campo musicale che nel cinema) e sui suoi progetti futuri.

Intervista al rapper Tommy Kuti

Tolulope Olabode Kuti, vero nome di Tommy Kuti, nasce nel 1989 in Nigeria e all’età di due anni si trasferisce in Italia insieme ai suoi genitori. Dopo essersi diplomato in lingue, si trasferisce in Inghilterra dove si laurea in Scienze della Comunicazione. Tornato in Italia, si dedica alla sua passione: la musica.

Ma nella sua vita non mancano alcune esperienze televisive come Pechino Express dove nel 2018 arriva secondo con Fabrizio Colica. I due sono la coppia degli ‘Scoppiati‘ perché entrambi avevano iniziato con altri partner che si sono infortunati nel corso delle puntate. Non mancano anche apparizioni in film, l’ultimo “Ricomincio da taaac“, uscirà il 26 settembre.

Partiamo dagli ultimi suoi due singoli, ‘Milano Be Like‘ e ‘Tutto un gioco‘ (Ololufemi). Ce li racconta?

‘Milano Be Like’ racconta un po’ la transizione che ho vissuto da vivere nel mio paesino di Provincia, a Brescia, e trasferirmi poi qui a Milano ed essere inserito in questo contesto. ‘Tutto un gioco’ invece racconta la mia visione dell’amore, descrivo qual è il mio ideale. Si tratta di un tipo di amore nel quale uno deve essere in grado di giocare con il proprio partner, nel senso che bisogna essere migliori amici.

Come è nata la sua passione per la musica?

Ricordo che sin da quando ero bambino sono stato sempre affascinato dalla musica. Poi quando avevo 15 anni sono andato in Inghilterra in vacanza per un periodo e mio cugino mi ha fatto scoprire la musica hip-pop. Da allora è stato amore a prima vista.

Hai sempre dichiarato la tua ammirazione per Fabri Fibra, con cui hai collaborato. In The Summer of Love, il tuo secondo album, c’erano 7 feat. C’è un artista o un rapper con il quale ti piacerebbe collaborare in futuro?

Sì, magari Ghali. In Italia lui, però fuori dall’Italia tantissimi artisti che fanno la musica afrobeats tipo Burna Boy.

Oltre a cantante lei è anche attore, infatti è nel cast del film ‘Ricomincio da taac’ con protagonista il Milanese Imbruttito. Che esperienza è stata?

È stata una bellissima esperienza, nuova e diversa di esprimere la mia creatività. L’ho apprezzata veramente e sono contento che i registi del film mi hanno fatto sentire a mio agio, anche Germano Lanzoni che è una persona fantastica. Ho scoperto che questo lavoro mi diverte e mi piacerebbe anche in futuro fare altri film.

Il suo primo disco è stato ‘Italiano vero’. Questo tema in chi fa musica, specialmente rapper come Ghali e Mahmood, è molto sentito. Come mai, c’è ancora bisogno di rivendicare le proprie origini?

Per noi, anche se siamo cresciuti qui, è difficile sentirci parte integrante del paese. Quindi sì, è necessario.

Nel 2019 hai scritto un libro, ‘Ci rido sopra – crescere con la pelle nera nell’Italia di Salvini’. Cosa è cambiato da allora?

Credo che in Italia in Italia in generale sia cambiato poco e niente. È solamente cambiata la mia vita, nel senso che non vivo più nel mio paesino di provincia e certe problematiche non fanno più parte della mia quotidianità.

Cosa pensi del dissing tra Tony Effe e Fedez?

Divertente, per intrattenere (ride, ndr). Però chiaramente non è lo stesso dissing di quello che ci fu tra Salmo e Luchè che era veramente una cosa più seria, veniva presa anche più seriamente. Mentre il loro mi fa sorridere.

Lei è nato in Nigeria, hai studiato in Inghilterra, vissuto negli Stati Uniti e ora in Italia. Da ognuna di queste nazioni, cosa hai imparato e cosa hai insegnato a chi hai incontrato?

Sono contento di aver studiato e di aver fatto il liceo in Italia perché la preparazione che dà l’Italia è veramente alta e quando ho studiato in Inghilterra si sentiva tutta. In Inghilterra ho apprezzato il fatto che ci sono tanti paesi che comunicano tra di loro, di diverse culture. Mentre quando ho vissuto negli Stati Uniti ho capito che l’individualità è una cosa molto importante, conta la tua personalità.

Nel 2018 ha partecipato a Pechino Express arrivando secondo, farebbe un reality tipo l’Isola dei Famosi o un programma come Tale e Quale?

No, non credo. Pechino Express è bello perché conosci persone di un altro paese, ha un certo valore e una certa importanza culturale. Gli altri talent non mi incuriosiscono così tanto.

Ha mai provato a presentarsi per Sanremo?

Sanremo è una cosa che potrebbe incuriosirmi sì, ma non ho mai provato a partecipare.

Cosa pensa di chi tenta il successo con i talent?

Io credo che a volte i talent regalino una falsa illusione perché spesso e volentieri a vincere il talent è un bravo performer, bravo a cantare, ma per vivere nell’industria musicale bisogna essere dei bravi artisti. Bisogna essere bravi a raccontarsi e ciò richiede altre qualità. Per questo molte persone spesso fanno bene i talent ma poi non riescono a trovare successo. I talent premiano quell’esibizione, quel momento. Un artista è una persona che fa musica, che si connette col cuore e l’anima con le persone e non è assolutamente uguale ad essere una persona brava a cantare una canzone davanti ad un pubblico.

Quale è il suo sogno più grande?

Sono una persona creativa, molto curiosa e con tanti interessi. Il mio sogno più grande è quello, un giorno, di aprire un mega studio dove posso aiutare anche altri artisti a realizzarsi.

Quali sono i progetti futuri di Tommy Kuti?

Sto lavorando ad un bel po’ di canzoni nuove. Un nuovo album.

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