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Mietta, caposquadra di Io Canto Generation: “Sono innamorata del programma. Alcuni ragazzini sono più bravi di noi. Co-condurre un programma? Non lo escludo”

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Mietta incanta tutti, non solo per la sua voce ma anche per la sua empatia e umanità. La cantante è stata riconfermata come caposquadra di ‘Io Canto Generation’ che prenderà il via il prossimo 9 ottobre 2024 su Canale 5. Ai nostri microfoni, ha raccontato cosa prova a svolgere questo ruolo e del suo rapporto con i colleghi e conduttori. Scopriamo insieme cosa ci ha rivelato su questa grande famiglia televisiva e suoi suoi progetti futuri.

Intervista a Mietta, cantante e caposquadra di “Io Canto Generation”

Cantante, attrice e scrittrice. Mietta, nome d’arte di Daniela Miglietta, è una delle grandi protagoniste di Io Canto Generation. Il talent show, condotto da Gerry Scotti, torna in prima serata con tante novità ed è pronto a regalare ai telespettatori nuove emozioni. La prima ad emozionarsi e, a essere innamorata del programma, è proprio la caposquadra Mietta.

Il 9 ottobre riparte ‘Io Canto Generation‘. Lei è stata confermata tra i caposquadra, che cosa vedremo di diverso rispetto alla scorsa stagione?

Un pochino è cambiata la formula, ci sono due cosine diverse nella votazione e poi c’è una new entry piacevole nei nostri capisquadra, la nostra Lola Ponce. Siamo molto contenti di averla con noi perché siamo una grande famiglia. Ci piaciamo, ci vogliamo bene, io Benedetta Caretta, Cristina Scuccia, Fausto Leali, Anna Tatangelo. Ci manca la nostra Iva però sappiamo che aveva piacere a stare in giuria ed è giusto così perché ha la competenza per starci, così come tutti gli altri. È veramente molto bello e divertente, molto emozionante, Io Canto Generation è un programma di grande emotività, di presa sui sentimenti.

Cosa le ha lasciato la scorsa edizione del programma? Ricordiamo le sue esibizioni in ‘Vattene Amore‘ con Elia Pedrini, ‘Bellissima‘ con Marta Di Domenico.

Io mi affeziono tantissimo a questi bambini, come del resto tutti gli altri miei colleghi. Diventiamo parte integrante della loro delusione piuttosto che dei loro sentimenti. È un momento complicato quando vanno via. La scorsa edizione alla prima puntata avevo perso già un paio di elementi, infatti come vedrete è cambiata la regola sotto questo aspetto, ma è sempre molto, molto, piacevole fare questo programma.

Un consiglio che si sente di dare alle famiglie e ai ragazzi che partecipano a Io Canto Generation e Io Canto Family?

Io Canto è un programma di grandi talenti. Bisogna dire la verità: alcuni di questi ragazzini sono più bravi di noi perché hanno un’energia, una forza, una tecnica. A me piace molto l’idea che siano molto preparati, che si ricordino che il nostro non è un mestiere facile. Non ci si inventa di punto in bianco cantanti o interpreti. È bella questa scelta di comunicare che quando si canta, si canta, perché ricordiamo che cantano dal vivo, con l’orchestra e questo non è facile per niente. Anche perché c’è l’emozione, il pubblico e questi ragazzini sono davvero incredibili.

Consiglio loro di studiare perché lo studio ti porta a essere migliore sempre e questo vale anche per noi. Poi devono mantenere l’umiltà e nello stesso tempo la determinazione. Quando si va sul palco devi essere una belva da palcoscenico mentre nella vita privata devi avere l’umiltà di ascoltare, di prendere insegnamenti. I ragazzini apprendono velocemente, lo vediamo con le lingue straniere, e mi piace questa preparazione di questi ragazzini in gamba che si mettono in discussione vocalmente. Anche noi coach ci mettiamo in discussione perché cantiamo di tutto, passiamo veramente dalle cose che ci piacciono di più alle cose più difficili. È un interfacciarsi con vari aspetti della musica.

Per questo sono riconoscente, come credo e immagino anche i miei colleghi, a Roberto Cenci che è il nostro direttore artistico nonché regista del programma perché è veramente un grande aiuto per noi, così come il maestro Valeriano Chiaravalle e il nostro grande Gerry Scotti. Devo dire che noi siamo veramente una squadra bella, c’è una grandissima sinergia di persone che si vogliono veramente bene. Non c’è competizione, credo che anche le coach più giovani siano bravissime. È bello, veramente bello.

Come è lavorare con Gerry Scotti e Michelle Hunziker? 

Gerry è una macchina da guerra, è incredibile. È un grande e come tutti i grandi non ha bisogno di nulla, solo di una buona spalla che in questo caso siamo noi coach e i giurati. Hanno tutti una grande esperienza. Gerry è una persona che ha sempre il sorriso sulle labbra, trova sempre una parola bella e gentile per tutti, ha la lacrimuccia facile ma anche Michelle Hunziker. Nell’edizione di Io canto Family ci siamo fatte certi pianti… è stato bello anche quello. Ho una grande stima, sia umana che artistica, per questi due grandi condottieri perché per condurre un programma come questo bisogna avere molta conoscenza, molta empatia. È molto interessante per noi che facciamo questo lavoro.

Lei è stata anche giudice di All Togheter Now. Cosa cambia tra l’essere giudice e caposquadra e quale ruolo preferisci?

Nel caso di All Togheter Now ero giudice del muro ma erano in cento. I ruoli sono in entrambi i casi interessanti ma a me piace, per questa mia condizione, Io canto Generation e Family, per me ha una valenza incredibile. Sono affezionata proprio a questo programma e a questi due format. Me lo dico da sola, sono molto empatica con i bambini, mi emoziono molto e divento partecipe di quello che stanno vivendo anche perché sono una mamma di un ragazzino di 14 anni.

Cosa pensa dei tanti giovani che oggi fanno musica e provano ad aver successo nei talent?

Non sono così lapidaria nei confronti dei talent né tantomeno nei confronti delle persone che vogliono fare questo mestiere. Per esempio un grande artista come Lazza è laureato al conservatorio, suona pianoforte, ed è meraviglioso e bravissimo. Fa un genere di musica che può piacere o no (a me piace) ma è uno preparato. Puoi mettere tutto l’autotune del mondo ma alla fine sa di cosa stiamo parlando.

Sono dell’avviso che vada fatta un po’ una cernita e credo che la faccia direttamente il pubblico. Il pubblico alla fine decide ampiamente chi vuole che rimanga e chi vuole vada via. È automatico, come la vita, è una giostra: c’è chi scende e c’è chi sale. Credo che chi rimarrà è perché il pubblico lo vuole, poi sono cambiati i tempi e bisogna adeguarsi. Le cose si sono nettamente modificate ma mai e poi mai si deve pensare che non si debba saper cantare. Questo è un mestiere fatto sì di suoni, sì di arrangiamenti, sì di nuove esplosioni musicali ma di base, se vuoi fare il cantante, devi saper cantare.

Lei ha partecipato 8 volte al Festival di Sanremo. Le piacerebbe ritornarci? 

Sì ma penso che un po’ tutti dato che è una grande kermesse, una grande avventura. Poi quando ho delle cose da dire mi presento, altrimenti no. Lo amo moltissimo, lo guardo sia come spettatrice sia come artista. Poi so ballare, recitare, cantare…

Quindi perché non co-condurre?

Allora anche quello non lo trascurerei come esperienza e possibilità. Non è detto che non accada. Ci sono delle modifiche e dei cambiamenti nella nostra carriera, per esempio non avrei mai pensato di essere così tanto vicina ad un programma televisivo ed essere così innamorata di questo programma. Le cose possono quindi modificarsi.

C’è qualcosa nella sua carriera, ricordiamo lei è stata scrittrice/attrice/cantante, che non rifarebbe?

No, nulla, rifarei tutto e anzi aggiungerei qualcos’altro. Tranne la politica mi piacerebbe fare qualsiasi cosa.

C’è un cantante con il quale le piacerebbe collaborare in una canzone?

Sì mi piacerebbe collaborare con tanti artisti. Tra quelli più contemporanei, di uomini, mi piacciono molto Mengoni e Mahmood, anche se ne dovrei dire troppi di nomi. Questi due però mi piacciono davvero parecchio e poi c’è la grande e sempre Elisa.

Progetti futuri?

A giugno è uscito il singolo ‘Bang’. Sto aspettando di fare un Ep perché in questo periodo storico si fanno sempre meno album e vanno sempre più di moda i singoli e gli Ep. 

Il suo sogno più grande? 

Uno è una cosa personale, l’altro sicuramente ha a che fare con la musica ma non lo posso dire. Sono i classici sogni nel cassetto.

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