Intervista a Ghali in gara a Sanremo 2024 con ‘Casa mia’: “Dò voce al mio quartiere. I social hanno favorito la meritocrazia”

Ghali, intervista a Sanremo 2024

Ghali è uno dei favoriti alla vittoria del Festival di Sanremo 2024 essendosi classificato nella terza serata – alla seconda posizione. Il cantante ci ha raccontato la sua emozione nel corso di un’intervista. Il cantante, che si esibisce sul palco con il brano ‘Casa mia‘ insieme ad un alieno (che si chiama Rich Ciolino) ha risposto alle nostre domande sul significato profondo del suo testo e se si aspettava di essere il preferito da radio e televoto. Vediamo insieme cosa ci ha detto.

Intervista a Ghali, che parla del testo del suo brano

Noi di SuperGuidaTv, abbiamo intervistato Ghali che ci ha raccontato come nasce il suo brano per la kermesse musicale.

È Casa Tua Sanremo?

Sì, sul palco è Casa Mia. Mi sto trovando benissimo, tanto amore, il brano sta avendo un ottimo riscontro, cresce ogni giorno sempre di più. Le persone sono sempre più innamorate del progetto e del messaggio“.

Ti aspettavi la seconda posizione in classifica dopo la terza serata?

No, ti dico la verità per niente. Non sto pensando alla classifica perché so quanto possa essere difficile, è una cosa senza precedenti portare un tema del genere sul palco dell’Ariston. So che divide tantissimo il pubblico, crea dibattito, discussioni. Sono argomenti che purtroppo oggi ci fanno paura, fanno paura alle persone, e so che è difficile. Però c’è stato tantissimo amore e questo mi ha fatto capire che in realtà non tutti hanno paura e che l’Italia è con me“.

Nel tuo look di ieri molti ci hanno visto un omaggio a Micheal Jackson.

È molto importante perché non ho mai visto il look come semplice moda, per me va a completare un immaginario. Chi mi conosce sa che lavoro a 360 gradi, dal visual, al suono, al testo, le cose vanno a completarsi ed è anche divertente dare un’immagine al suono“.

Il tuo testo ha un forte messaggio politico, anche tu sei d’accordo con Dargen  quando dice che chi sta in silenzio è responsabile.

“Certo, non dico però che chi sta in silenzio è responsabile perché non è obbligatorio esprimere la propria solidarietà o esprimersi in generale in pubblico. Però io penso che se si ha la possibilità di diffondere un messaggio di pace e si hanno i mezzi, perché no, può fare solo bene. Anzi, mi preoccupa quando c’è qualcuno che si sente offeso o ferito al messaggio di pace, quindi cosa stai facendo, supportando il contrario?”.

C’è una confusione tra polis e politico?

C’è una confusione tra questi due soggetti per chi non scende mai per strada. Io sono la voce di chi mi sta attorno, delle persone che mi stanno attorno, e abbiamo tutti gli stessi valori, la stessa visione, crediamo tutti in una cosa. Sono la voce del mio quartiere e delle persone e questo si sta vedendo in questi giorni. C’è infatti chi mi sta supportando e chi sta commentando alle critiche che sto ricevendo sul testo e io sono la voce di chi non può essere qui in questo momento“.

Una frase di una tua canzone, che siamo tutti zombie con il telefono in mano, ci ha colpito. Che rapporto hai con i social? Secondo te la tecnologia ci ha resi più soli?

Mi ritengo fortunato perché nasco nel passaggio tra l’analogico e il digitale, quindi ho visto sia il prima che il dopo, cioè sia i vantaggi che gli svantaggi. La tecnologia ha creato delle cose bellissime come la meritocrazia nell’arte perché grazie a internet tanti artisti come me, che stando al di fuori delle dinamiche e dell’industria musicale classica, sono riusciti a usare internet come vetrina e a farsi conoscere. Hanno saltato quindi un passaggio e c’è meritocrazia, oppure succede che il venditore di rose può parlare ogni sera con la propria famiglia grazie a internet. Poi ci sono altre cose che ritengo dipende dall’uso che uno ne fa, il rilascio di dopamina che oggi i nostri telefoni ci danno credo sia pericolo se non si controlla bene“.

 Stasera Ghali duetterà con Ratc hopper con un medley de ‘Italiano medio’.

Ancora non posso dire quello che succederà prima del finale, perché concluderò con l’italiano di Toto Cotugno, insieme a Rat chopper che è un musicista tunisino che ha collaborato con me ad uno dei miei dischi, abbiamo lavorato ad un brano bellissimo insieme ‘Bayna’ da cui sono nate molte iniziative che spero conoscete. È il nome della barca che abbiamo donato a Mediterranea. Però nasce prima la canzone, lui è un grandissimo musicista, pianista, per me portarlo sul palco dell’Ariston e fare un medley è…“.

Inizialmente lo avevi proposto a Nino D’Angelo?

Lo avevo proposto a Nino D’Angelo ma avevo anche altre idee in realtà. È stata una delle proposte che ho fatto, poi siamo arrivati a Rat chopper quando siamo arrivati a capire cosa volessi cantare sul palco, ho iniziato a pensare con l’ansia al duetto. Ho pensato a Stromae, a Sherman e poi ho detto forse voglio cantare delle mie hit e voglio portare quelle, e come posso arrangiarle? E ho chiamato Rat chopper”.

Recentemente in Italia c’è un pregiudizio nei confronti del rap…

Ma cosa sta succedendo in questi giorni? Il rap ha tematiche frivole? Io porto un brano che non va bene, non va mai bene niente. Secondo me in Italia c’è proprio un problema con hi ha uno spirito del rap, con chi denuncia e si sfoga usando la musica come mezzo di comunicazione. In Italia c’è paura così come in altri paesi“.

La musica racconta i giovani o gli influenza?

“Io faccio sempre questo paragone con i videogiochi, con Gta, è un gioco dove puoi fare tutto. Secondo me è il contrario, è il gioco che rispecchia quello che succede per strada e nel mondo e il rap ha sempre raccontato quello che succede, sempre stato una cronaca”.

La dimensione nazional-popolare ti piace o ti spaventa?

“È inevitabile che io sia nazional-popolare in qualsiasi cosa faccio, non vorrei essere ego -riferito ma è senza precedenti quello che mi è successo e il messaggio che da quando ho iniziato a fare musica, da quando l’Italia ha imparato a conoscermi, i messaggi che ho portato, il codice, il linguaggio, ha fatto sì che io entrassi nelle case di tutti gli italiani, una combinazione di elementi che mi ha reso nazional-popolare e alla fine è musica. Credo di aver fatto in questi anni tanta musica bella insieme al mio team e questo fa sì che io sia un fenomeno nazional-popolare”.

Sei stato ospite a Sanremo per la prima volta sei protagonista. Quali sono i momenti che già ti porti a casa?

“Per me il fatto di aver portato un brano del genere sul palco, lo vedo anche nei commenti. La gente veramente felice, non dico che è stufa di sentir parlare di amore perché l’amore è quello che mi ha portato a fare il brano che ho portato io ma è una chiave diversa. La pace è sempre amore ma stiamo vivendo un momento molto più pesante di una relazione amorosa tra due persone in questo momento. Ci sono stati già tanti brani che hanno parlato di amore sul palco dell’Ariston ma veramente pochi di denuncia in un momento così delicato”.

Ci racconti la partneship con Ikea

È iniziata qualche anno fa, non è la prima volta che collaboro con loro. Abbiamo dei valori in comune e ci troviamo bene a lavorare insieme creativamente. Siamo riusciti a tirare su una figata, e questa cosa nasce dalla necessità di avere un proprio spazio qui a Sanremo dato che è una settimana molto impegnativa ed avere un proprio spazio dove stare con gli amici prima di salire sul palco, l’incontrare le persone, fare le interviste, incontrare i fan, ascoltare la musica, fare venire i miei amici da Milano a giocare alla play. Semplicemente creare un posto accogliente, casa mia“.

Ascolti musica con i vinili?

Sto iniziando a collezionarli, mi piacciono tanto ma vedo che tanti ultimamente si stanno appassionando al vinile, è una bella cosa“.

L’IA sempre più presente, pensi possa essere un rischio anche nell’arte?

L’evoluzione della tecnologia è inevitabile e sempre più veloce. Io penso che in questo momento l’IA è vista come quando abbiamo iniziato a fare musica, col passaggio dall’analogico al digitale che si è velocizzato il modo di fare musica e tanti hanno pensato che il digitale aiutasse, che l’artista fosse meno artista perché si faceva aiutare dal computer. Nulla può sostituite l’energia e la creatività dell’essere umano, sono dei tool, sono dei mezzi, devi saper parlarci con l’IA“.

Che rapporto hai con i tuoi colleghi del festival e in quale canzone ti ci ritrovi?

Mi piace tanto il brano di Dargen, Annalina, Angelina, la Berté mi piace tantissimo. C’è stato un momento bellissimo prima del primo red carpet, eravamo da soli senza manager e team, tutti aspettavo di uscire. Tutti diversi, di diversa età, generi musicali. Ed è stato bellissimo vederci tutti insieme dai Ricchi e Poveri a Lasad“.

Progetti futuri?

Quello che succederà dopo, inizierà oggi. Usciranno alle 14 i miei biglietti per il Forum per il 29 ottobre, esattamente sei anni dopo, tornerò a Casa Mia al forum di Milano. Non vedo l’ora perché ho già tante idee sullo spettacolo, ho collezionato tante hit. Casa Mia si aggiunge, da qui al Forum ne usciranno altre, il 2023 è stato un anno molto produttivo, ho tanta musica forte in arrivo. E finito qui, poi mi rilasso un paio di giorni, vado a sciare, calcetto con gli amici poi mi butto in studio a finire il disco, che è già a buon punto, e a lavorare per lo show. Per ora solo Forum, one show“.

C’è qualcosa che ti preoccupa sempre meno facendo musica?

“La mia, come si dice, il fatto che sono curioso e trasversale, la mia ecletticità mi preoccupava all’inizio. I giovani sono molto spaventati dall’essere incoerenti artisticamente all’inizio che è una cosa che io trovo bellissima ed è uno spazio dove possiamo fare quello che vogliamo. Io da quando sono piccolo soffro di questa cosa di non riuscire a prendere una direzione unica, ma vedo che man mano che passano gli anni dimostra il fatto che sono un artista longevo e spero durerà tanti anni perché con il passare del tempo si sta formando la mia identità. Non era subito chiara appena sono uscito, il pubblico si è innamorato ma con il passare del tempo la mia identità sta prendendo forma e non ho più paura di essere diverso”.

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