Bruno Torrisi, nato a Giarre in provincia di Catania, si diploma giovanissimo alla Scuola D’Arte Drammatica del Teatro. Lo abbiamo conosciuto per l’interpretazione di diversi ruoli tra teatro, cinema e televisione.
Film, per lo più di mafia o ambientati in Sicilia come:
- Il commissario Montalbano,
- Paolo Borsellino,
- L’ultimo dei Corleonesi,
- Il capo dei capi,
- Squadra antimafia – Palermo oggi
- L’isola dei segreti – Korè.
- Lea
- Boris Giuliano
- Il giovane Montalbano
Inoltre, ha recitato in teatro il più delle volte con la regia di Armando Pugliese. Al cinema lo ricordiamo nel film
- L’uomo delle stelle di Giuseppe Tornatore nel 1995
- Perdutoamor di Franco Battiato nel 2003
- La passione di Giosuè l’ebreo di Pasquale Scimeca nel 2004
- Romanzo di una strage di Marco Tullio Giordana
- Fai bei sogni di Marco Bellocchio
In televisione, oltre alle già citate fiction lo abbiamo apprezzato in:
- Carabinieri 6,
- I.S. 4,
- Un caso di coscienza 4,
- La terza verità,
- Il bambino della domenica e Pane e libertà.
Intervista
Sig. Torrisi, com’è nato il suo amore per la recitazione? Lo ha sempre saputo, o “è inciampato” in questo mestiere?
Inciampato è il termine esatto. Avevo già un lavoro e scelsi di interessarmi al teatro così per svago, come diversivo.
La sfida fu quando presentai domanda per l’ammissione alla scuola del teatro stabile di Catania. Fu più per gioco che per reale interesse.
Superai il provino e a quel punto spinto dalla curiosità iniziai a frequentare le lezioni convinto che avrei resistito poco.
Non fu così, a poco a poco mi innamorai di questo mestiere e lasciandomi trasportare dalle evenienze… sono arrivato qui.
Mi sono chiesto, nel tempo, se questo è il mestiere per me,( io non ne sono del tutto convinto), sono passati trent’anni ed ancora sto qui a chiedermelo senza trovare risposta.
Il questore Licata è sicuramente un ruolo amato dal pubblico di “Squadra Antimafia –Palermo Oggi”, che la identifica come un servitore dello Stato, perfetto, ligio alle regole e dentro gli schemi. Invece Bruno Torrisi com’è nella vita di tutti giorni? Insomma quanto c’è del Questore Licata in lei, e viceversa.
Insomma un po’ mi somiglia, non per coraggio, ma per il suo carattere intollerante nei confronti dell’ingiustizia, dell’arroganza e dell’ignoranza.
Nella vita spesso sono più gioviale di Licata, mi piace ridere, a volte mi sono concesso delle trasgressioni, però alla fine, come Licata, amo le regole, e mi piace rispettarle. Le regole per me non sono per forza una costrizione, ma una semplificazione della coesistenza civile.
Rispettare le regole ci consentirebbe di vivere molto meglio. Come Licata a volte faccio delle sfuriate per poi sbollire subito dopo. Per quanto riguarda il look invece non andiamo molto d’accordo quello del questore lo trovo un po’ retrò, troppo ingessato.
Anche se io non ho un look ben preciso e ricercato, anzi di solito mi vesto come mi capita senza seguire una determinata moda.
Da parte mia ho dato a Licata quella apparente durezza d’animo che lo fa sembrare duro, rigido, non incline ai sentimenti, ma si vede subito che dietro quella scorza dura c’è un tenerone, un po’ come mi descrivono le persone che mi conoscono.
Nella nuova fiction Mediaset: Rosy Abate, spin off di ”Squadra Antimafia” ci sarà anche lei. Ci può svelare qualcosa? Cosa dobbiamo aspettarci da questa nuova fiction che promette di essere un successo come la storica S.A?
Di sicuro tanta azione. C’è da stare col fiato sospeso. La storia riparte da Catania per poi spostarsi in una regione del nord Italia.
Non posso svelare di più purtroppo per due motivi: per contratto non ci è permesso di dire nulla a riguardo e poi perché la mia partecipazione è breve per cui ho visto poco del set.
Posso confermarvi però il tanto atteso ritorno di Leonardino nonché figlio di Rosy Abate.
Lei, oltre a recitare nel cinema e in televisione, ha fatto anche molto teatro. In quale “realtà” si muove meglio, o preferisce di più? E perché.
E’ una domanda che mi faccio anch’io e non mi è facile rispondere. Forse a teatro mi muovo con più disinvoltura, ma trovo comunque divertenti tutte le “realtà” recitative.
Vorrei però tanto sperimentarmi con un ruolo importante nel cinema ed ancora non ne ho avuto la possibilità. Non è velleità ma voglia di provarsi, voglia di frequentare il set più tempo possibile, voglia di apprendere maggiormente il mestiere.
Si mi piacerebbe, oggi, fare un bel protagonista al cinema. E’ un sogno non da bambino, ma da adulto, m’è venuto con l’età.
Amo fare teatro ma mi piace vedere i film al cinema. Potessi andrei al cinema ogni giorno, mentre a teatro molto meno, ripeto il teatro mi piace più farlo.
Sentire il pubblico in sala è impagabile, avvertire il loro respiro, la loro concentrazione, la loro catarsi non ha prezzo. Ma il cinema….
Il suo ruolo del Questore Licata è molto inquadrato. Rappresenta le regole e deve farle rispettare, tutto il contrario, ad esempio di Filippo De Silva, interpretato da Paolo Pierobon. Le piacerebbe per una volta, essere “il cattivo” della pellicola?
Non particolarmente ma se mi capiterà in futuro mi piacerà affrontare il ruolo del cattivo.
Che clima si è istaurato con i suoi colleghi attori? Penso alle liti furibonde con i vice questori, Claudia Mares e Domenico Calcaterra. In realtà condividere molti momenti sul set, crea delle amicizie? A quali dei tanti attori/ci è più affezionato?
Dovrei citarli tutti sia per galanteria, e sia perché, sembrerà falso, ho un bel ricordo di ognuno. Su squadra antimafia siamo uno più pazzo dell’altro, e uno più diverso dell’altro, ma in otto anni ricordo solo bei momenti sia di lavoro che di svago.
Non so di chi sia il merito se della Taodue, del casting o dei registi che si sono susseguiti, ma il clima che si è formato sul set di SAM è veramente magico.
Sig. Torrisi, lei ha un diploma di Arti Marziali e discipline cinesi. L’aiutano, in qualche modo nel suo lavoro? per entrare perfettamente nel personaggio?
Ho praticato arti marziali inizialmente per il teatro e non per legittima difesa. Ho visto delle dimostrazioni un giorno per caso e me ne innamorai.
La pratica del kung-fu rende più agili e aggraziati, differentemente da altre discipline nelle quali si fa uso della forza fisica.
Reputo le discipline marziali cinesi delle vere e proprie forme d’arte del movimento. Provare per credere.
Recentemente, esattamente per il giorno di Natale, è venuto a mancare l’attore Giacinto Ferro, interprete eccezionale di Michele Navarra ne “Il capo dei capi”. Lei ha perso un collega o anche e soprattutto un amico?
Giacinto era un amico più che un collega, abbiamo lavorato tante volte insieme, ci conoscevamo da almeno 25 anni. Persona galante dotata di grande intelligenza.
Dovevamo prendere parte assieme ad uno spettacolo ma pochi giorni prima dell’inizio delle prove lui rifiutò, capimmo subito che la situazione stava precipitando.
Avrei voluto tanto lavorare ancora con lui … non mi va di aggiungere altro.
Da buon siciliano, qual è il suo rapporto con il cibo e… con il mare? E quanto ha influito nella sua carriera professionale la sua sicilianità?
Cibo, mare… ho già l’acquolina in bocca. Da ragazzo passavo gran parte del mio tempo libero a mare. Si faceva il bagno da aprile a novembre, e le serate, sia d’estate che d’inverno, si passavano sui muretti del lungomare del mio paese.
Quando abito per lungo tempo in città dove non si vede il mare ne soffro. In tutte le case dove ho abitato si vedeva il mare.
Torno inevitabilmente sempre in Sicilia forse proprio perché c’è il mare, e come diceva il caro Sgalambro si torna anche per la granita di mandorla.
La granita rappresenta il gusto dei siciliani. Forse non vivrò abbastanza da poter assaggiare tutte le ricette e i piatti tipici di quest’isola che è tra le più belle al mondo, ma ci sto provando.
Per un nuovo lavoro al cinema, da quale regista italiano le piacerebbe essere diretto e perché? E straniero?
Mi piacciono i film di una volta, mi sarebbe piaciuto nascere nel periodo d’oro del cinema italiano, mi sarebbe piaciuto prendere parte nei film di Fellini, Monicelli , Scola, Risi, Bertolucci, Leone…
Tuttavia, credo che non mi avrebbero mai preso ai provini. Per quanto riguarda i registi di oggi… beh ce ne sono tanti che stimo e con i quali mi piacerebbe lavorare.
Non le chiedo i progetti per il futuro, perché la rivedremo presto in tv .. tuttavia, cosa si augura per il nuovo anno appena iniziato, e cosa butterebbe via del vecchio?
Col 2016 è finita l’era di Squadra Antimafia, non posso dire che non mi sia dispiaciuto. Nel 2017 mi augurerei di ripartire con altre avventure che mi facciano dimenticare il questore Licata.
Grazie e buon lavoro
La ringrazio a nome mio, Eliana Catalano e di SuperGuidatv per il tempo che ci ha dedicato e per il suo videomessaggio ai nostri followers, sicuramente felici di ricevere un saluto dal “Questore Licata”.
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Un piacere averla avuta nostra ospite. Quando la misura, il garbo e la gentilezza coesistono in una persona, rendendola un artista vero!