Come avranno vissuto le coppie e i single questo periodo di isolamento? La convivenza forzata avrà annichilito il sentimento mettendo a nudo le fragilità o avrà reso più saldo il legame? A queste e tante altre domande ha cercato di rispondere Gabriele Corsi al suo ritorno in RAI nella trasmissione “Amore in quarantena” in onda dal prossimo 30 maggio su Raiuno. Un’idea nata proprio dalla sua avventura radiofonica come ci ha rivelato: “Facendo radio mi sono reso conto che la gente aveva voglia di condividere le proprie esperienze. Molti in questo periodo si sono domandati se quello che stava capitando a loro dal punto di vista personale era successo anche ad altri“. In questa intervista, rilasciata in esclusiva a SuperGuida Tv, Gabriele ci ha parlato di questa avventura professionale raccontandoci che la storia che più l’ha colpito riguarda una coppia di nonni diventati chef youtuber in periodo di quarantena. “Non avendo più i nonni con i quali sono cresciuto e avendo il coronavirus spazzato via la generazione dei nonni la storia che più mi ha colpito e che racconteremo nella prima puntata riguarda una coppia di nonni pugliesi che abitano a Milano. Pensa che hanno iniziato a dilettarsi caricando video di ricette su Youtube. Lino Banfi ha pensato di mandargli un videomessaggio. Emotivamente è stata difficile da gestire“, ci ha rivelato con emozione. A proposito poi del suo ritorno in Rai, Corsi ha dichiarato di aver stretto un bel rapporto con Stefano Coletta nei confronti del quale nutre una stima personale e professionale. E sulla sua esperienza come inviato nel programma “Le Iene” a cui deve il successo e la popolarità il conduttore ha rivelato di aver vissuto situazioni spiacevoli confessando al contempo la soddisfazione per essere riuscito a raccontare assieme al Trio Medusa la tematica della disabilità in modo dissacrante. Sui prossimi progetti, Corsi ci fa una dichiarazione: dopo “Amore in quarantena” è pronto a tornare sul Nove con “Deal with it”. Gli impegni non mancano e noi non possiamo che fargli un grosso in bocca al lupo per questo nuovo e interessante progetto.
Intervista esclusiva a Gabriele Corsi
Gabriele, il 30 maggio debutterà su Raiuno il nuovo programma “Amore in quarantena”. Com’è nata l’idea di questo progetto?
Facendo radio mi sono reso conto che la gente aveva voglia di condividere le proprie esperienze. Sai, è un periodo che nel bene e nel male ha posto tutti di fronte a delle difficoltà, piccole o grandi che siano. Io mi reputo un privilegiato rispetto a tante altre realtà. Molti in questo periodo si sono domandati se quello che stava capitando a loro dal punto di vista personale era successo anche ad altri. Sembra che sia passato tantissimo tempo quando invece non è trascorso neanche un mese. La domanda più comune è stata: torneremo alla vita normale? chi saremo diventati?. Nelle storie che abbiamo raccolto racconteremo tutti i tipi di amore, dai nipoti con i nonni alle coppie separate a causa del lockdown ma anche i single. Tutti avevano voglia di sentirsi più vicini e in questo i social hanno aiutato. A tutti coloro che avevano scritto abbiamo chiesto di riprendersi con i mezzi che avevano a disposizione per raccontarci quel periodo che stavano vivendo. Il cuore del programma sono i protagonisti proprio perché abbiamo letto in questi mesi tante storie senza però conoscere i volti. In seconda puntata abbiamo raccontato la storia di un’infermiera di Bergamo che si è messa in autoquarantena per proteggere le figlie. Ci ha raccontato attraverso il cellulare che la mattina si alzava e che le lacrime le colavano nel cappuccino. Ne è nato un racconto bellissimo, toccante e anche molto divertente. Uno spaccato di vita reale in prima persona.
Che impatto ha avuto il lockdown nelle relazioni interpersonali e sentimentali? Secondo te la convivenza forzata ha rinsaldato di più le coppie o ne ha più messo a nudo le fragilità?
Mi stai chiedendo di calarmi nei panni di un’esperto quando non lo sono affatto. Secondo me, dando un’occhiata alle nostre storie, questa situazione ha confermato se c’era una grande sentimento o amplificato se era evidente una crepa nel rapporto. E’ difficile che un rapporto solido si sia rotto. Posso capire però che per le coppie instabili condividere spazi piccoli e angusti abbia portato a dinamiche di conflitto.
C’è stata una storia che più ti ha colpito?
Ce ne sono state tantissime. Non avendo più i nonni con i quali sono cresciuto e avendo il coronavirus spazzato via la generazione dei nonni la storia che più mi ha colpito e che racconteremo nella prima puntata riguarda una coppia di nonni pugliesi che abitano a Milano. Pensa che hanno iniziato a dilettarsi caricando video di ricette su Youtube. Lino Banfi ha pensato di mandargli un video messaggio. Emotivamente è stata difficile da gestire. Sempre nella prima puntata racconteremo la storia di una coppia che sono diventati genitori venerdì 17 aprile a Milano. Condivideranno la loro storia con Luca Argentero anche lui diventato papà da poco confidandosi le difficoltà che hanno dovuto affrontare in quarantena. Questo virus ha messo tutti sullo stesso piano e nella condivisione delle esperienza trovi la parte più bella del periodo passato.
Ho letto che interverranno anche personaggi famosi. Ci puoi dare qualche anticipazione?
Nella prima puntata ci saranno Lino Banfi e Luca Argentero. Quando abbiamo contattato i personaggi famosi sono stati tutti contenti di partecipare. Nella seconda puntata avremo addirittura l’intervento in diretta tramite Skype di due personaggi famosi del mondo della musica ma non posso dire altro.
Ad affiancarti nella conduzione il Trio Medusa. Che ruolo avranno nel programma? Ci dobbiamo aspettare delle sorprese?
Furio e Giorgio saranno i corrieri e a ciascuna delle coppie protagoniste della puntata faranno delle sorprese. La sorpresa varia a seconda della storia d’amore. In tutto questo programma c’è tutto quello che è caratteristico della quarantena: la terrazza da cui conduco il programma, il video racconto dell’amore in quarantena, le chiamate tramite Skype e le consegne a domicilio.
Ho letto che durante una vacanza estiva trascorsa insieme avevate costruito una emittente radiofonica amatoriale, con cui vi divertivate a coprire in tarda notte le frequenze di Radio Maria con giochi e scherzi.
In realtà non volevamo coprire le frequenze di Radio Maria ma è stato casuale. Eravamo talmente patiti di radio che ci siamo costruiti un trasmettitore abusivo e abbiamo dato viva a questa emittente che si chiamava Radio Medusa che non era completamente in regola dal punto di vista dei permessi. Sto parlando ormai di reati che sono caduti in prescrizione quindi posso parlarne in tranquillità. Accendevamo il trasmettitore ad orari notturni anche se considerando che ce l’aveva costruito un nostro amico e che quindi non era professionale andava a coprire le frequenze di Radio Maria. Devo ammettere che questo ha creato ovviamente qualche problema.
Il tuo ritorno è particolarmente gradito sui social con tanti riscontri positivi. Ti sei dato una spiegazione per tanti consensi?
Mi fa molto piacere ricevere l’affetto del pubblico. Quando penso ad un programma penso a quello e non all’emittente che lo trasmette. Con Stefano Coletta il nuovo direttore di Raiuno sono entrato in una simpatia anche umana e non solo professionale e quando mi è stato proposto questo programma ho accettato subito. Ho dovuto chiedere la liberatoria a Discovery perché con loro ho un’esclusiva. Infatti sto lavorando alla ripartenza di “Deal with it”. Ragiono sempre per programmi e non per emittenti. Si possono fare cose bellissime su ogni tasto del telecomando.
Come hai reagito alla chiamata di mamma RAI? Te lo aspettavi o ormai avevi perso la speranza?
Non mi stavo dannando l’anima sinceramente. Ho la fortuna di avere sempre proposte interessanti indipendentemente dall’editore. Quando abbiamo pensato a questo programma assieme a Simona Ercolani e alla Stand By Me il primo a mostrare interesse è stato Raiuno. Sono molto curioso perché è un linguaggio non tipico di Raiuno soprattutto per il sabato pomeriggio. E’ un programma del quale vado fiero perché parla di sentimenti in modo pulito e risulta contemporaneo. Sono contento di fare questo programma con delle persone a cui voglio bene e che stimo.
Hai fatto l’inviato per “Le Iene”, hai trovato fidanzati a giovani ragazze in “Take me out” e hai offerto una carriera a piccoli fenomeni in “Piccoli giganti”. Cosa ti manca? Qual è il tuo prossimo obiettivo? Cosa ti piacerebbe fare in TV?
Ormai per il Nobel sono fuori concorso (ride). Mi piace molto recitare perché la recitazione è stata il mio grande amore e la mia prima grande passione. La mia grande aspirazione è la prossima anche se non so ancora quale sarà. Si dice che la vita si divida in due categorie: tra quelli che in nave stanno davanti a guardare dove stai andando e quelli che stanno indietro a guardare cosa hanno lasciato dietro di loro. Io generalmente sto davanti anche perché soffro il mal di mare. Mi piace guardare dove sto andando anche se non dimentico da dove sono partito. La prossima avventura sarà quella che mi divertirà e mi stimolerà di più.
Qualche anno scrivevi su un blog per il Fatto Quotidiano. Come mai hai deciso poi di abbandonare?
Ho molto rispetto per la scrittura e per il giornalismo. Da un punto di vista di tempistiche era diventato impossibile considerando che un blog richiede delle scadenze. Me l’hanno richiesto anche recentemente ma siccome non accetto mai compiti che non posso portare avanti con modalità che reputo giuste ho preferito non accettare. Quando sento l’urgenza di dire qualcosa però mi metto a scrivere. Anche durante la quarantena l’ho fatto.
A proposito de “Le Iene”, ti piacerebbe tornare a fare l’inviato? C’è un caso o un argomento che ti ha particolarmente coinvolto, per esperienze personali o lavorative?
E’ un programma impegnativo anche dal punto di vista fisico e pertanto dal punto di vista anagrafico non mi sentirei di rifarlo. La ricordo come un’esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha dato tanto dal punto di vista della visibilità e della crescita professionale. La cosa che più mi fa piacere è aver portato assieme a Furio e Giorgio la disabilità in televisione. Con la nostra cifra dissacrante siamo stati in grado di affrontare temi delicati ma in modo atipico senza pietismo.
Hai mai ricevuto minacce?
Le minacce erano all’ordine del giorno. Facendo un certo tipo di programma però le metti in conto. Abbiamo affrontato anche situazioni spiacevoli in cui solo dopo abbiamo preso coscienza del pericolo. Quelli che rischiano veramente la vita sono altri come i giornalisti e i magistrati che rappresentano le categorie più esposte.
Durante il tuo percorso professionale ti sei mai detto: “Ma chi me lo ha fatto fare”?
Sinceramente non me lo sono mai chiesto. Ogni tanto magari mi dico che è più dura di quello che sembra. Essere allegri forzatamente quando a volte la vita va in un’altra direzione non è la cosa più semplice del mondo. Ci sono stati magari programmi che mi erano stati prospettati in un modo e che poi sono stati realizzati in un altro modo e in quel caso ho avvertito una punta di delusione. Rispetto ad altre situazioni però non ho nulla da eccepire.
Prossimi progetti?
Innanzitutto ci saranno queste quattro puntate di “Amore in quarantena” e poi da settembre ripartirò con la nuova edizione di “Deal with it”. E’ molto stimolante come programma anche se bisogna capire come ripartire rispettando le misure di sicurezza.