Quando lo chiamo è intento a farsi svelare qualche trucco del mestiere da un suo amico gelataio. Si dichiara amante del cibo e della cucina anche se nel film per la tv dedicato a Rita Levi Montalcini vestirà i panni di un giovane e brillante ricercatore. Stiamo parlando dell’attore Ernesto D’Argenio che in questi anni è riuscito a conquistare ruoli di spicco in importanti serie televisive come “Squadra antimafia” e “Rocco Schiavone”. In questa intervista, rilasciata in esclusiva a SuperGuida TV, Ernesto ci ha parlato di questo importante progetto che lo vede tra i protagonisti assieme a Elena Sofia Ricci. Un incontro da cui è nata subito una bella sintonia come ha dichiarato l’attore. Ernesto ha finito anche di partecipare alle riprese della quarta stagione di “Rocco Schiavone”. Proprio sul set ha legato moltissimo con l’attore Marco Giallini con cui condivide anche le stesse passioni. Per Ernesto scegliere la strada della recitazione non è stato facile. Inseguire il suo sogno l’ha ostacolato per po’ nei rapporti familiari anche se oggi è tornato nuovamente il sereno. In attesa di ripartire con nuovi progetti, Ernesto ci ha confessato di essersi dedicato alla scrittura di due soggetti. “Sto aspettando delle risposte ma nel frattempo i soggetti li scrivo io”. Ci piace la sua ambizione e il suo entusiasmo e gli auguriamo di poter volare sempre più in alto.
Intervista esclusiva a Ernesto D’Argenio
Ernesto, ci puoi raccontare qualcosa sul tuo personaggio? Com’è stato prendere parte a questo progetto?
Interpreto Lamberti, un giovane ricercatore che aiuterà Rita Levi Montalcini in una importante ricerca sulla sintetizzazione di un fattore di accrescimento in un collirio. Il suo entusiasmo è un elemento di forza da una parte ma dall’altra lo rende impetuoso e irruento ignorando quei codici che nel caso della scienza e della medicina sono fondamentali. Penso alla cautela o al distacco rispetto al dolore. Lamberti è anche molto emotivo e per un medico è importante riuscire a gestire le emozioni. Proprio per questo ci sarà un confronto serrato con la Montalcini.
Come ti sei trovato a lavorare sul set con Elena Sofia Ricci?
E’ stata una bellissima esperienza perché ho avuto la possibilità di lavorare con Alberto Negrin, un regista che ha avuto tra l’altro il merito di aver scoperto Pierfrancesco Favino. Con Elena Sofia Ricci c’è stata da subito una bella sintonia. Ricordo che il primo giorno di prove Alberto ci chiese di provare una scena. Io me la ricordavo bene tanto che Elena mi ha fatto i complimenti. E’ stata molto carina perché ci ha messo tutti a nostro agio.
Un film per la tv incentrato sulla storia di Rita Levi Montalcini. Cosa ti ha più colpito di questa donna straordinaria? E secondo te, quale insegnamento può darci oggi questo racconto?
E’ una donna che ha contribuito a rendere l’Italia migliore nel mondo non solo nella ricerca ma anche nel campo dell’etica del lavoro. La dedizione, la perseveranza e la tenacia nel dedicarsi ad un obiettivo sono state le qualità che hanno contribuito a renderla la donna che è diventata. Era rigida con i suoi collaboratori e pretendeva molto da loro. L’unione però fa la forza tanto che le sue ricerche hanno prodotto importanti risultati per la collettività.
In questi anni la scienza ha fatto largo alle donne ma in qualche caso le ha anche discriminate. Esiste ancora un pregiudizio? E secondo te, si può parlare di una peculiarità dello sguardo femminile sulla e nella scienza?
Credo che le donne siano superiori agli uomini perché dimostrano maggiore empatia e sensibilità. Per anni, le donne sono state osteggiate e ora finalmente si stanno prendendo la loro rivincita. Proprio ora sto scrivendo la storia di una donna visionaria, precorritrice del femminismo.
Ti sei fatto conoscere dal pubblico televisivo nella serie di successo “Rocco Schiavone”. Italo tornerà anche nella quarta stagione?
Italo tornerà nella quarta stagione come l’assistente prediletto di Rocco anche se con lui ci sono stati degli attriti. A dispetto della vena ironica che contraddistingue Rocco Schiavone, lui e Italo sono dei personaggi tragici e cupi. Abbiamo iniziato a girare a luglio/agosto dopo la fine del lockdown ricostruendo non senza fatica l’atmosfera invernale.
Ormai con Marco Giallini si è creato un bellissimo connubio. In un’intervista di qualche tempo avevi dichiarato di essere più simile a lui di quanto appaia all’esterno. Cosa intendevi dire?
Siamo entrambi malinconici e abbiamo la tendenza ad ascoltare molto noi stessi. E poi ci lega la passione per le moto.
La dimensione del viaggio è stata una costante nella tua vita. All’inizio mi sembra che tu sia voluto fuggire da una dimensione familiare che non ti regalava la serenità. Oggi sei riuscito a riappacificarti con quella dimensione? I tuoi genitori sono soddisfatti del tuo percorso?
Ora i miei genitori sono soddisfatti e gli sorride il cuore. La scommessa folle di fare l’attore era stata un elemento di rottura nel nostro rapporto. Ho sempre saputo che non sarebbe stato facile perché fare l’attore è un percorso e non si arriva mai. La pecora nera della famiglia si è ribellata dimostrando di aver fatto la scelta più giusta. Ho ricucito i rapporti con i miei genitori e ora sono contenti di cosa faccio e di come lo faccio.
Il lockdown ti ha regalato qualche nuova consapevolezza o ha cambiato le tue priorità?
Ho avuto da poco la fortuna di scrivere una storia della mia vita attraverso la passione per le moto. Nel finale del testo scrivo: “perché l’unico movimento che conta davvero è il cambiamento”. La consapevolezza che mi porto dietro dal lockdown è che è in atto un cambiamento. Bisogna trovare il coraggio di cambiare per rimanere connessi alla realtà e a quello che succederà. Possiamo attingere dal passato e dalle nostre esperienze, fallimenti compresi, ma dobbiamo reinterpretare tutto nella chiave di un futuro e quindi di qualcosa che cambierà.
C’è qualche altra sfida professionale che ti attende nei prossimi mesi?
Sto aspettando delle risposte. In quest’ottica di continuo movimento, ho scritto due soggetti per due storie. In una ho voluto raccontare la vita di una donna, pioniera del femminismo mentre l’altra è una commedia romantica.