Cinzia Th Torrini al Magna Graecia: “Sto lavorando per un film su Peppino Di Capri. Ai giovani registi consiglio di iniziare facendo cortometraggi”

Cinzia Th Torrini, intervista Superguidatv

Cinzia Th Torrini, dopo il successo di ‘Sei nell’anima‘ che racconta la vita di Gianna Nannini, ha presieduto la giuria opere prime e seconde internazionali al Magna Graecia Film Festival. Ai nostri microfoni ha poi parlato delle sue esperienze come regista nel mondo del cinema e della fiction e dei progetti futuri.

Intervista alla regista Cinzia Th Torrini

Cinzia Th Torrini, insieme a Cristina Rambaldi ed Enzo Sisti, ha premiato al Magna Graecia come miglior opera prima e seconde internazionali Abang e Adik (“Come fratelli”) di Lay Jin Ong.

Da cosa si è lasciata ispirare nel giudicare questi film in concorso?

Come sempre, e come faccio anche nei miei film, cerco che siano le emozioni a portare avanti una storia. Questo è, un po’, anche il mio modo di giudicare un film. Ci deve essere un qualcosa che ti entra e ti rimane dentro quando lo hai finito di vedere. In questi film, non in tutti, ci ho trovato questo: una parte commuovente che ti fa capire qualcosa e che rimane. Si tratta anche di storie universali e il cinema parla al mondo.

Lei è considerata la regina delle fiction italiane. Dove trova l’ispirazione e cosa deve avere una fiction per avere successo?

Prima di occuparmi di fiction, ho fatto cinema. Quando leggo una storia ci deve essere la possibilità, in primis per me, di identificarmi. Io mi identifico in ogni personaggio che racconto perché sono una persona che osserva molto, vive molto la psicologia delle persone e vivo molto di empatia. Quando affronto dei personaggi cerco di capire a fondo quali sono le cose che le muovono e questo lega la storia che racconto da dentro. Ho appena finito ‘Sei nell’anima’ su Gianna Nannini per Netflix e spero nel futuro arrivi anche nella generalista o al cinema di nuovo, perché un film non finisce mai.

C’è un aneddoto su un set che ricorda particolarmente?

Uno ricorda di più le prime esperienze. ‘Giocare d’azzardo’ è stato il mio primo film con Piera degli Espositi che era una casalinga che comincia a giocare a Lotto perché lavora per il marito, fa la mamma ma non ha soldi. Sono storie che mi possono toccare, anche Hotel Colonial. Aver lavorato con Robert Duvall mi ha vaccinato per tutto quello che può succedermi nel confronto con gli attori. Fu molto tosta all’inizio, i primi giorni lui mi disse che non dovevo dire ad un attore quello che doveva fare. Io gli risposi che questo è il mio lavoro, che c’era stato un malinteso. E ciò poi lo fece ritornare sul set perché era andato via. Questo mi ha dato la forza di farmi rispettare con autorevolezza e amore. Io voglio molto bene agli attori perché loro interpretano un personaggio.

Da spettatrice c’è un film a cui è affezionata?

Uno dei primi film che mi ha fatto dire che volevo fare la regista, a 16 anni, è stato Paper Moon. Po casualmente c’era una rassegna di film tedeschi, a Firenze dove io abitavo, con film di Werner Herzog e Fassbinder e mi sono innamorata da pazzi di Aguirre, furore di Dio. Da allora è nata la mia voglia di andare in Germania e fare una scuola di cinema e ho avuto questi registi come insegnanti. È stato pazzesco.

Che consiglio darebbe ai giovani che vogliono fare i registi?

Intanto sono più fortunati. Ai miei tempi non c’era il video e raccontavo con le fotografie per entrare alla scuola. Consiglio di fare cortometraggi perché sono veramente il biglietto da visita. Devi pensare a quanto tempo hai e raccontare un piccolo film in 10 minuti. Si riesce a far vedere ai produttori che si sa raccontare con le immagini, con le emozioni. Questo è importante, almeno per me quando gli americani mi hanno dato i soldi per Hotel Colonial, avevano visto dei miei documentari per Mixer.

Più storie raccontano, più osservano. Devono entrare nelle psicologie, saper capire cosa sentono in pancia e non fermarsi. Io prima di riuscire a fare il mio primo film, e anche il secondo, ho lottato tantissimo. Avevo chiesto soldi a Sergio Leone, Renzo Rossellini… Poi li ho trovati in America. Quando uno cerca, cerca, qualcosa dall’universo, da Dio o da chissà chi ci aiuta, arriva.

A cosa sta lavorando ora?

Dopo ‘Sei nell’anima’ la Rai mi ha chiesto di fare un film su Peppino Di Capri. Sto iniziando la preparazione e l’ho conosciuto. Ha una vita che è un bel racconto. Mi piace farlo.

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