Qualche settimana fa alla conferenza stampa di presentazione del Festival di Sanremo Rosario Fiorello ha dichiarato di voler rendere omaggio sul palco a Little Tony. Un artista sempre poco omaggiato e celebrato che con i suoi pezzi è entrato nella storia della musica facendosi amare dal pubblico. Proprio il 9 febbraio scorso, Little Tony avrebbe compiuto 80 anni. Noi di SuperGuida TV abbiamo contattato la figlia Cristiana Ciacci.
In questa intervista, rilasciata in esclusiva ai nostri microfoni, Cristiana ci ha svelato qualche curioso retroscena sull’omaggio di Fiorello: “Ho provato a dare un suggerimento a Fiorello perché avrei voluto portargli una giacca di papà o anche la chitarra. Per quanto riguarda la giacca, sta provvedendo a farsela fare su misura perché quella di papà non le sarebbe andata bene”.
Poi ripercorrendo la carriera del papà, Cristiana ha dichiarato che proprio l’autenticità e l’umiltà sono state le sue chiavi vincenti dell’enorme successo avuto da Little Tony. Un rapporto quello con il padre fatto anche di incomprensioni e di momenti difficili fino a quando però entrambi sono riusciti a trovare un compromesso.
Intanto Cristiana si è dedicata ad una duplice iniziativa per ricordare il grande Little Tony. A maggio uscirà il libro “Mio padre Little Tony” (Bertoni editore) scritto da Cristiana assieme a Teresa Giulietti e anche il dvd “Una vita a tempo di rock” che vedrà coinvolti altri artisti. Intanto Cristiana continua a far rivivere le canzoni del papà assieme ad Angelo Petruccetti con cui ha fondato una band, la Little Tony Family.
A conclusione della chiacchierata, Cristiana ci confessa un suo desiderio: “In questi otto anni sono stati realizzate molte serate dedicate ad altri artisti che sono scomparsi e mi dispiace che non si sia pensato di farne anche una in omaggio a papà”. La Rai accoglierà la sua richiesta? Noi ci uniamo vivamente al suo appello.
Intervista alla figlia di “Little Tony” Cristiana Ciacci
Cristiana, qualche settimana fa in conferenza stampa Fiorello ha annunciato che sul palco dell’Ariston farà un omaggio a papà Little Tony. Anche tu sarai presente sul palco?
Mi sarebbe piaciuto esserci. Ho provato a dare un suggerimento a Fiorello perché avrei voluto portargli una giacca di papà o anche la chitarra. Per quanto riguarda la giacca, sta provvedendo a farsela fare su misura perché quella di papà non le sarebbe andata bene.
Tra l’altro lo stesso Fiorello lanciando una provocazione ha detto che papà è sempre stato poco celebrato. Sei d’accordo con lui?
Sono assolutamente d’accordo. In questi otto anni sono stati realizzate molte serate dedicate ad altri artisti che sono scomparsi e mi dispiace che non si sia pensato di farne anche una in omaggio a papà.
Tra l’altro, papà aveva un grande rimpianto. Voleva portare in tv un programma tutto suo in prima serata.
Sì è vero. Ci aveva provato tante volte.
Qualche settimana fa Little Tony avrebbe compiuto 80 anni. Secondo te qual è stata la ricetta del suo successo?
Credo che una delle sue chiavi vincenti sia stata l’autenticità. Era una persona vera. Non fingeva, né recitava un personaggio. Si è ispirato ad Elvis Presley ma senza scimmiottarlo. Ha tradotto ciò che aveva visto in Elvis in un modo tutto suo di cantare e di stare sul palco. Ho sempre amato il suo spirito energico ed effervescente. E poi era una persona buona e sincera. Tutti questi ingredienti l’hanno portato a farsi amare dal pubblico. Lui ha sempre portato rispetto nei confronti dei suoi fan senza mai mancare un impegno, sia televisivo che di spettacoli. Si è esibito anche quando stava male pur di non deludere nessuno. E poi è rimasto sempre umile, con i piedi per terra. Papà non si è mai montato la testa. Era sempre pronto a darsi, a concedere autografi e a farsi le foto con chiunque gli si avvicinasse. Ha poi avuto la fortuna di cantare dei pezzi meravigliosi che sono entrati nella storia della musica.
C’è una canzone del suo repertorio che ami più di altre?
Mi piace tantissimo “Cavalli bianchi”, la canzone con cui aveva partecipato al Festival di Sanremo nel 1974, anno in cui sono nata io.
Fu corteggiato anche dal cinema. Ad una carriera di attore ci aveva mai pensato o la sua fu solo una parentesi?
Papà ha fatto quindici musicarelli. Quando ha iniziato la carriera come cantante non pensava affatto di voler fare l’attore. Successivamente ha colto con entusiasmo e favore l’esperienza cinematografica. Papà non ha mai imparato un copione a memoria ma andava a braccio. Non ha mai fatto notare questa sua difficoltà ma anzi gli veniva naturale recitare. E’ sempre stato affiancato da bravissimi attori come Ferruccio Amendola, Ciccio Ingrassia e Franco Franchi e da altri artisti.
Quanto la figura di tuo padre ti ha influenzata dal punto di vista artistico?
Abbiamo passato la nostra vita a cantare insieme. Sono stata influenzata fortemente e forse se papà non avesse fatto questo mestiere io sarei diventata una ballerina. Avevo quattro anni quando ho cominciato a calcare il palco con papà. Era diventata la mia casa considerando che papà in quel periodo era molto impegnato.
Il vostro rapporto non è sempre stato idilliaco. Avete attraversato anche momenti difficili, di incomprensioni. In che modo poi siete riusciti ad abbattere questo muro?
E’ stato difficile e ci sono voluti molti anni. Siccome molti miei malesseri erano di natura psicologica, papà non li considerava come dei problemi. Per lui le malattie erano quelle che si potevano riscontrare clinicamente. Lui avrebbe poi voluto che io vivessi senza affrontare le cose di petto, con più leggerezza. Mi avrebbe voluto più allegra e senza il fardello del dolore che mi accompagnava. Tra di noi c’era un affetto enorme anche se poi ci scontravamo e nascevano le discussioni. Abbiamo poi trovato un punto di incontro in cui quando coglievamo l’occasione di papà per stare insieme tralasciavamo quegli argomenti che potevano portarci nuovamente a discutere. Questo è stato il nostro compromesso.
Da madre, c’è un insegnamento di papà che vuoi trasmettere ai tuoi figli?
Come mio padre, anche io sono attenta a cercare di proteggere i miei figli da tutti i pericoli, compresi quelli virtuali.
A maggio uscirà anche il libro “Mio padre Little Tony”. Quando hai sentito l’esigenza di mettere nero su bianco la tua vita legata ai ricordi di papà?
Speriamo che il libro possa uscire anche prima, a metà aprile. Da tantissimi anni, molte persone a me vicine che sono state testimoni del mio percorso artistico mi chiedevano di scrivere un libro. Ogni volta che affrontavo una scelta, una sfida, un momento difficile mi dicevo che avrei dovuto cimentarmi nella scrittura. Da una parte mi serviva per esorcizzare e razionalizzare quello che mi era successo e dall’altro perché ho affrontato dei temi come l’anoressia o la morte di un genitore, che possono avvicinare anche le persone comuni che si sono ritrovare a vivere le stesse situazioni. Spero che questo libro possa essere di aiuto e di conforto per chi si trova a dover fare i conti con momenti difficili.
La prefazione del libro è stata affidata a Mara Venier.
Mi ha fatto questo grande regalo. Mara era molto legata a papà e tra loro c’è sempre stato un affetto reciproco.
Non sarà l’unica iniziativa dedicata a lui. A maggio uscirà anche il dvd “Una vita a tempo di rock”.
Si tratta di un dvd che contiene un suo concerto in Canada e per l’occasione sono stati coinvolti altri artisti che hanno voluto dare una loro testimonianza.