Gabriele Parpiglia conduce “Il bianco e il nero” su Live Now: “Mi hanno dato carta bianca. Così è nato il mio programma di inchiesta” | Intervista

Gabriele Parpiglia

Ha da poco debuttato sulla piattaforma Live Now nel suo nuovo programma “Il bianco e il nero”. Un nuovo format in cui il giornalista Gabriele Parpiglia accoglie in ogni puntata un ospite diverso per affrontare alcune importanti tematiche che hanno tenuto banco in questi mesi. Tra queste l’omosessualità, i compromessi in cambio del successo, i festini hard anche a base di consumo di sostanze stupefacenti.

Dopo aver approfondito il caso Genovese nel suo libro “Da Terrazza Sentimento a finestra isolamento”, Parpiglia torna ad occuparsene anche in uno dei prossimi appuntamenti. Sono tre le puntate previste per la prima edizione. Il programma riprenderà poi a settembre con altri nuovi appuntamenti. In questa intervista, rilasciata in esclusiva a SuperGuida TV, Gabriele ci ha spiegato com’è nato questo progetto. Nel primo appuntamento ha ospitato Malika Chaly, la ragazza ripudiata dalla propria famiglia solo per il fatto di amare una ragazza. Un caso che ha acceso i riflettori sul decreto legge Zan contro l’omotransfobia sul cui iter di approvazione è intervenuto anche ieri il Vaticano. A tal proposito Parpiglia ha commentato quanto sta accadendo.

Poi, sull’onda della vittoria di Awed all’Isola dei Famosi e di Tommaso Zorzi al Grande Fratello Vip, cogliamo l’occasione per chiedere a Gabriele Parpiglia cosa pensa del rapporto tra il mondo delle televisione e quello del web. Infine, Gabriele ha replicato alle accuse lanciate in merito ad un flop del programma “Il punto Zeta” dichiarandosi favorevole ad un ricambio generazionale: “Sai quanto conta quando uno scrive sui social o in un articolo “flop”? Zero. Non si decide sui social chi lavora e infatti Giulia De Lellis conduce un programma su Discovery, Ludovico Tersigni condurrà “X- Factor”, Tommaso Zorzi ha fatto il Grande Fratello Vip, l’inviato all’Isola dei Famosi e prestissimo sentiremo di nuovo parlare di lui. E potrei farti tanti altri esempi. Se oggi c’è un ricambio generazionale ben venga. Bisogna tifare per i giovani”. Ha ragione.

Gabriele Parpiglia, l’intervista

Gabriele, hai debuttato su Live Now con il talk show “Il bianco e il nero”. Com’è nato questo progetto?

In questo ultimo anno mi sono dedicato molto alle inchieste, dai secret party al caso Alberto Genovese. Mi sono tuffato in un mondo che già conoscevo perché quando ho iniziato a fare questo lavoro mi occupavo di cronaca. Volevo fare un un programma di approfondimento e di inchiesta con la massima libertà senza andare incontro a nessun problema di sorta. E su Live Now ho avuto proprio questa possibilità. Il primo ciclo del programma è composto da otto puntate che andranno in onda ogni martedì fino al 6 luglio e poi a settembre riprenderò con altri speciali. 

Nella prima puntata hai incontrato Malika Chaly. L’amore può ancora oggi essere una colpa?

Malika è venuta a parlare insieme alla sua compagna. La presenza di Camilla rappresenta un valore aggiunto perché insieme in televisione non erano mai apparse insieme. Eppure il suo ruolo è stato fondamentale perché ha evitato che Malika potesse togliersi la vita. Giorni fa un tiktoker che si chiama Spinelli ha fatto un disegno dicendo “io sono gay ma prima di tutto sono Luciano”. Mi sono chiesto perché spettacolarizzare il proprio orientamento sessuale e sentire l’esigenza di comunicarlo. 

Oggi si sta profilando un vero terremoto tra la Chiesa e lo Stato in merito all’approvazione del ddl Zan. Come commenti?

Ogni mattina sfoglio i quotidiani e quando ho letto questa notizia ho dovuto rileggerla due volte. Pensavo che avessero forzato il titolo. Invece poi facendo un approfondimento ho scoperto che era vera. Per me si tratta di una censura preventiva. Oggi il governo ha un grande assist per dare una risposta al Vaticano. Spero che questo errore possa trasformarsi in un calcio vincente per chi ci governa. 

Tornerai anche sul caso Genovese. Sulla vicenda sono stati fatti dei passi in avanti?

Sono stati fatti dei passi avanti e in una delle puntate racconterò anche perché è stata respinta la richiesta di scarcerazione da parte dei legali di Genovese che avevano chiesto un trasferimento in comunità. Sono state interrogate circa 274 persone e quattro ragazze che si erano presentate per denunciare Genovese sono state ritenute inattendibili. Ci sono novità che riguardano anche la vita di Genovese fuori dal carcere. Mi riferisco alle sue proprietà ma anche alla potenza economica. Sono tanti gli interrogativi che ancora meritano una risposta. 

Non solo questo caso ma anche quello di Ciro Grillo ci hanno fatto capire che le nuove generazioni però non sono immuni agli stereotipi di genere. Che idea ti sei fatto in merito? 

Non bisogna prendere come esempio solamente Ciro Grillo o Alberto Genovese. Ciro Grillo ha un cognome popolare mentre Alberto Genovese si circondava di persone popolari. Ogni giorno leggiamo casi di cronaca ma fa ancora più male sapere che questi fatti avvengono in un momento drammatico, di piena guerra. Dovevamo uscirne migliori ma in realtà penso che i peggiori siano peggiorati e che sia rimasto molto poco di migliore in noi. 

Ogni puntata sarà chiusa con l’unico momento di allegria affidato al comico del momento Stefano Musazzi. Che compito avrà e come l’hai scoperto?

Mi arrivano tante segnalazioni. Sono arrivato a Milano senza avere delle opportunità e mi sono ripromesso che se mai nella vita avessi incontrato persone di talento le avrei aiutate. E l’ho fatto con tanti nomi che sono diventati poi volti famosi. Musazzi ricorda tantissimo il milanesotto che pur osservandoti con aria critica ti saluta con un sorriso e una pacca sulle spalle. Chiuderà tutte le puntate con dei video inediti anche se per lui ci sono altri progetti in arrivo. 

Ha ragione Awed a dire che dopo la sua vittoria e quella di Zorzi la televisione guarderà il web con occhi differenti?

Assolutamente no. Awed sbaglia a paragonare il suo cammino a quello di Tommaso. E’ un errore clamoroso. Ognuno ha una propria identità e un proprio talento. La vittoria di Tommaso al Grande Fratello Vip e di Awed all’Isola dei famosi non sono sintomatici di un interesse della televisione nei confronti del web. Tornando indietro negli anni, dobbiamo pensare che Giulia De Lellis ha fatto un bel percorso nel Grande Fratello Vip e lo stesso aveva fatto anche Andrea Damante. Quando penso a Tommaso Zorzi penso ad un ragazzo con quale ho deciso di lavorare un giorno in cui ha lanciato una raccolta fondi per un incendio in Australia in cui rischiavano di morire degli animali appartenenti a specie protette. In quel momento ho capito che Tommaso prima di avere un talento aveva credibilità. Oggi la tv e il web camminano di pari passo perché molti contenuti la tv li attinge dal web e viceversa. 

Dopo la chiusura de “Il punto Zeta” in molti hanno invocato il flop. Pensi che la voglia di affossare Tommaso sia dovuta al fatto che in molti lo temono?

Innanzitutto vi invito a confrontare i dati di ascolto di quella fascia con quelli registrati prima che Tommaso prendesse quei tre minuti. Non è colpa di Tommaso se ha preso una fascia in cui negli anni sono stati sperimentati dei programmi. Cito per esempio Notorious in cui ho lavorato anche io. Tommaso ha risposto ad una richiesta dell’editore. Sai quanto conta quando uno scrive sui social o in un articolo “flop”? Zero. Non si decide sui social chi lavora e infatti Giulia De Lellis conduce un programma su Discovery, Ludovico Tersigni condurrà “X- Factor”, Tommaso Zorzi ha fatto il Grande Fratello Vip, l’inviato all’Isola dei Famosi e prestissimo sentiremo di nuovo parlare di lui. E potrei farti tanti altri esempi. Se oggi c’è un ricambio generazionale ben venga. Bisogna tifare per i giovani.

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