In occasione della presentazione del suo nuovo libro benefico per Emergency “Il gatto del Papa” presentato a “Più libri più liberi” nella Nuvola dell’Eur a Roma abbiamo avuto il piacere d’incontrare Flavio Insinna. Una personalità forte e vulcanica, come ha dimostrato nell’incontro con il pubblico moderato da Luca Barbarossa in cui ha spaziato dall’appello contro le armi al chiedere sempre assistenza per i meno fortunati. Noi di SuperguidaTV lo abbiamo intervistato in esclusiva partendo proprio dalla sua instancabile voglia di aiutare i meno fortunati.
Flavio Insinna, l’intervista
Cosa ti ha spinto a realizzare questo libro per aiutare Emergency?
“Se fossimo in un mondo perfetto la favola sarebbe nella vita stessa. Le favole sono soprattutto per gli adulti, anche i bambini possono trovarci spunti interessanti ma siamo noi grandi a vedere in esse un effetto consolatorio perché il mondo che vediamo ogni giorno non è bello come quello che leggiamo. Ho scritto anche per dire a me stesso che anche quando tutto sembra inutile poi invece non c’è nulla di inutile. C’è sempre una ripartenza in più da poter fare”.
Quanto sei felice di aver incontrato di nuovo il tuo pubblico in presenza così numeroso oggi qui alla Nuvola?
“Il 1 marzo del 2020 eravamo in Calabria e con l’orchestrina dello spettacolo, davanti a tutti i tecnici ci siamo detti ci vediamo sabato prossimo a Montepulciano. Non ci siamo più visti, lo abbiamo potuto fare solo lontano dal palcoscenico una volta che le regole sono diventate meno rigide.
Se tutto andrà bene speriamo di tornare in scena nel 2022 tutti insieme. Salire qui alla nuvola e vedere lo spazio pieno fino al massimo consentito dalle regole vi assicuro che mi ha portato da attore di teatro ad immaginare il pubblico, d’altronde questo sono e mi sono davvero commosso con me stesso”.
Hai parlato dei brividi di freddo a Spoleto sul set di Don Matteo in cui hai invitato la produzione a dare delle coperte anche ai meno fortunati durante l’incontro, ma ci puoi parlare anche di un altro tipo di brividi provati nel tornare nella serie e per l’addio di Terence?
“Una serie di brividi parlando della prossima serie di Don Matteo. Il brivido di rimettere quella divisa, ho tanti amici nell’Arma e tanti amici nella famiglia della serie. La prima volta che ho girato Don Matteo con Nino e Terence era ottobre 1998, è un pezzo della mia vita non è lavoro. Fa parte di quelle due tre cose della mia carriera che in realtà sono poi diventate la mia vita. Gli amici di Gubbio e quegli anni bellissimi, alla Nuvola ci sono persone partire da lì per incontrarmi. Ora siamo a Spoleto, ma l’affetto e l’Umbria che ci ha sempre accolto.
Anche questa volta ho avuto il privilegio di girare il primo episodio che vedrete e l’ho fatto con Terence Hill e Nino Frassica. Abbiamo accolto, e ci mancherebbe altro, Raoul Bova che sta facendo in maniera straordinaria il suo nuovo ruolo. Sono tornato su quel set invecchiato scoprendo che sono successe tante cose. Vedersi in divisa con i capelli grigi… Non bisogna fare finta che il tempo non sia passato, perché in questi anni abbiamo fatto tante cose belle. Tanti che oggi sono qui per me lo sono perché mi hanno conosciuto in Don Matteo, la vita è un giro in cui ci incontra e ritrova”.