Indagine su una storia d’amore, intervista esclusiva ad Alessio Vassallo, Barbara Giordano e al regista Gianluca Maria Tavarelli: “Apparire è la malattia dei nostri tempi”

Indagine su una storia d'amore

Arriva nelle sale il 18 luglio “Indagine su una storia d’amore”, il nuovo film di Gianluca Maria Tavarelli interpretato da Alessio Vassallo e Barbara Giordano. I due attori vestono i panni di Paolo e Lucia, una coppia che si è amata tantissimo ma che sta attraversando un momento di difficoltà. Per riaccendere la fiamma e cercare uno sbocco per la loro carriera, dopo la scoperta da parte di lei sui social di un tradimento di lui, i due decidono di partecipare a uno show televisivo in cui devono mettere la loro relazione sulla pubblica piazza. Una commedia che arriva a toccare i toni del surreale con la famiglia di lui preoccupata di dover uscire di casa per la vergogna.

Indagine su una storia d’amore, intervista ad Alessio Vassallo, Barbara Giordano e al regista Gianluca Maria Tavarelli

Noi di SuperGuida TV abbiamo video intervistato in esclusiva gli attori Alessio Vassallo e Barbara Giordano e il regista Gianluca Maria Tavarelli. In merito al film, il regista ha raccontato: “Credo che nei sentimenti sia facile toccare certe vette più che in altre situazioni. Penso che prendere un po’ in giro questi due personaggi fosse la chiave giusta per raccontare questa storia d’amore. Non avrebbe mai avuto senso se i due personaggi al contrario si fossero presi sul serio e se questa storia fosse stata raccontata con toni più aulici. Poi questa storia non è neanche particolarmente assurda perché in molti ci si possono riconoscere. Ho cercato di scovarne il lato ironico piuttosto che quello più classico e banale”.

Alessio Vassallo ha dichiarato di essersi ritrovato molto nel suo personaggio: “Capita nella vita di dover affrontare delle montagne russe. Sono stato Paolo quando la mia precarietà sentimentale andava di pari passo con quella professionale. Ora sto vivendo un momento sereno, equilibrato. Paolo è un uomo che inciampa da solo e questo a volte mi contraddistingue”.

Il film affronta con ironia un tema importante, quello degli influencer o degli ex partecipanti a reality che diventano attori. Non è un caso che nelle ultime edizioni del Festival del Cinema di Venezia a calcare il red carpet non siano stati attori veri e propri ma personaggi diventati tali quasi per caso, senza uno studio alle spalle e una gavetta.

Abbiamo chiesto allora a Barbara Giordano se da attrice si sia mai sentita umiliata:

“Non è qualcosa che mi scuote in modo personale perché sono consapevole che ci siano produzioni che scelgono un personaggio che pur non essendo attore è in grado di garantire una buona fetta di pubblico. Ovviamente questa non posso essere io perché non sono famosa. Ciò che mi addolora profondamente è che non ci sia spazio per tutti. Sono dell’idea che ci dovrebbe essere una compresenza di progetti pop e autoriali. Tutti gli anni le scuole di recitazione sfornano centinaia se non migliaia di allievi ed è un peccato che poi non trovino un posto. Il Covid ha avuto poi un impatto tragico sul settore dello spettacolo. Il fatto che non ci fosse una categoria che potesse alzare la voce mi ha fatto capire quanto gli attori abbiano un ruolo marginale nella società”.

In una società in cui si mette in piazza tutto, anche i sentimenti vengono messi alla mercè del pubblico. Basti pensare a “Temptation Island”, il programma di Canale 5 condotto da Filippo Bisciglia. Perché delle persone decidano di parlare dei loro momenti di crisi e di mettere in piazza i tradimenti risulta ancora oggi incomprensibile. Forse però una ragione c’è e si ricollega alla voglia di visibilità.

Apparire è la malattia dei nostri tempi, anche Barbara ne è convinta: “Fare una sintesi della vita degli altri in base a ciò che appare in tv è molto pericoloso. C’è un’esigenza di definire i contorni delle situazioni che toglie tantissimo tantissimo spazio alla narrazione e al pensiero”.

Il regista Gianluca Maria Tavarelli dice: “Credo che questa esigenza di voler sembrare meglio di quello che si è sia insita nell’uomo. Penso che alla lunga tutto questo possa perdere però di significato per sé ma anche per gli altri”.

Alessio Vassallo conclude: “Apparire è la malattia del secolo. Trovo assurdo già che ci siano persone che fotografano un piatto prima di mangiare. Negli anni 90 tutto sembrava impossibile e invece oggi è così. Anche sui social tutti vogliono avere diritto di parola ma per me questo equivale alla fine della democrazia”.

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