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Immaculate – La prescelta, la recensione dell’horror (senza spoiler)

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Suor Cecilia è una novizia che arriva dall’America su invito di padre Tedeschi, allo scopo di prendere i voti e prestare servizio in un convento romano, con il compito di prendersi cura delle suore anziane lì ricoverate. Sin dal suo primo giorno la ragazza si accorge che dentro all’istituto religioso vi è qualcosa di strano e i comportamenti di alcune delle sue consorelle finiscono per insospettirla…ma niente può prepararla a ciò che la aspetta.
Dopo qualche tempo infatti la protagonista di Immaculate – La prescelta scopre di essere incinta, una gravidanza miracolosa che fa gridare al miracolo gli alti prelati. Da quel momento Cecilia è strettamente sorvegliata e quando comprende che all’interno di quel convento sta avvenendo un misterioso e oscuro complotto, cercherà di trovare una via di fuga prima che sia troppo tardi.

La recensione di Immaculate – La prescelta: il diavolo e l’acquasanta

Lo spunto affascinante è dato dall’ambientazione e soprattutto i venti minuti finali, con quel taglio slasher avente luogo tra le mura di un antico convento, mescolano sacro e profano con una sana irriverenza, giustificando almeno in parte il tempo speso. E Immaculate – La prescelta – tra i film più visti nel catalogo di Amazon Prime Video – può fortunatamente contare sulla solida performance di Sydney Sweeney, tra i nomi più gettonati degli ultimi tempi, che nasconde qui le sue prorompenti forme sotto l’abito talare ed è al centro di alcune sequenze e immagini effettivamente suggestive.
Peccato che la sceneggiatura e la relativa messa in scena non possano dirsi altrettanto ispirate nel loro complesso, peccando di disomogeneità e di soluzioni a tratti gratuite e scioccanti, come in quell’epilogo eccessivamente urlato quando sarebbe stato forse più consono lasciare spazio al dubbio.

Di nuovo insieme

Il regista Michael Mohan torna a collaborare con l’attrice protagonista dopo il torbido thriller The Voyeurs (2021), ma non può contare su uno script altrettanto affilato, che guarda a grandi classici a tema – su tutti viene in mente Rosemary’s Baby (1968) – senza particolare coerenza, con diversi passaggi a vuoto in una narrazione che spara le proprie cartucce in fretta, facendo ruotare pressoché ogni cosa intorno al principale colpo di scena.

Una narrazione che si svolge in suggestive location nostrane, con Villa Parisi e Palazzo Doria Pamphilj a fare da tetro palcoscenico per l’incubo sempre più spaventoso vissuto dalla malcapitata protagonista, che tra confessionali e catacombe, eugenetica e profezie, si ritrova suo malgrado in pericolo proprio in quel luogo dove avrebbe dovuto consacrare definitivamente la propria vita a Dio.

Conclusioni finali

La giovane suora Cecilia si trasferisce a Roma per prendere i voti e diventare una serva di Dio a tutti gli effetti, salvo scoprire che il convento pronto ad accoglierla nasconde inquietanti segreti, che collimano con la sua, inspiegabile, miracolosa(?) gravidanza. La verità sarà molto più inquietante e spaventosa di quanto pensasse.

Immaculate – La prescelta è un horror relativamente canonico, illuminato da un finale dall’efficace anima slasher e dalla performance di Sydney Sweeney, la cui sensualità emerge anche in vesti così ovviamente castigate. Ma la sceneggiatura non è priva di tempi morti e soluzioni improbabili,che finiscono per appesantire il cuore centrale di una narrazione che procede così tra alti e bassi.

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