Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere – la recensione della seconda stagione

Il Signore degli Anelli serie

La seconda stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, uscita a fine agosto, resta ancora uno dei titoli di punta di Prime Video. Ispirata al romanzo “Il Signore degli Anelli” di J.R.R. Tolkien e sulle sue appendici è ambientata nella Seconda Era della Terra di Mezzo. Nel tempo, ha ottenuto notevoli consensi, ma anche qualche critica dai fan più affezionati alle opere del celebre scrittore. La trama riprende dagli eventi della prima stagione, con La Terra di Mezzo completamente nel caos e un equilibrio sempre più precario tra le varie popolazioni.

Galadriel, dopo essere stata ingannata da Sauron, è sempre più determinata a fermarlo. Sotto ordine dell’Alto Re degli elfi, parte insieme a una piccola truppa guidata da Elrond alla ricerca del loro temibile nemico. Parallelamente, anche le Pelopiedi Nori e Poppy proseguono il loro viaggio, in compagnia dello Straniero. I Nani invece, devono affrontare le conseguenze di uno degli anelli del potere nelle mani del loro re. Intanto A Númenor, il potere del reame è sempre più conteso.

Sauron, tornato sotto le mentite spoglie di un uomo di nome Hallbrand, genera scompiglio e distruzione, in cerca di alleati e supporto per la sua conquista definitiva. Dopo aver tessuto la sua rete di inganni, si presenta alla porta del regno di Celebrimbor, dove inizia a mettere in atto il suo oscuro piano.

Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere – nel mondo di Sauron, il grande ingannatore – la recensione

Questa serie tv offre un viaggio avventuroso ed epico tra gli straordinari, ma anche ambigui, paesaggi della Terra di Mezzo, esplorando gli avvenimenti che porteranno Sauron a trasformarsi nel famigerato “Occhio” e a consolidare la sua egemonia su ogni popolazione. Dopo la rivelazione della sua vera identità alla fine della prima stagione, Sauron sfrutta il caos, nato anche per faide interne, per manipolare e dividere i diversi abitanti.

Sauron è infatti protagonista assoluto di questa stagione. Nel primo capito questo personaggio si era insinuato con astuzia tra i vari regni e nel cuore di Galandriel, sotto l’identità di Hallbrand. Nelle prime puntate, dopo aver esplorato le origini di questo personaggio, dalla sua caduta al ritorno, adesso, si presenta come Annatar al cospetto di Celebrimbor.

La sua natura si rivela presto: un maestro della manipolazione, capace di piegare la realtà a suo piacimento e convincere gli Elfi a forgiare nove nuovi anelli, indispensabili per la sua ambizione di conquista. Sauron appare come un villain spietato e glaciale, senza empatia nè pietà per nessuno, fedele alla sua natura oscura. Il rapporto tra lui e Celebrimor ricorda quello tra un narcisista manipolatore e la sua preda, ignara di essere raggirata.

Una stagione intrigante, ma con qualche difetto

Pur mantenendo il tono della prima, in queste nuove puntate la serie approfondisce maggiormente sia vicende che personaggi.

Il secondo capitolo introduce nuove figure, tra cui Tom Bombadil, personaggio molto noto per gli amanti di Tolkien. Ma anche Estrid, giovane straniera in fuga, lo Stregone Oscuro, Mirdania, elfa fabbra dei celebri anelli e assistente di Celebrimbor.

Alcune storie assumono un peso più rilevante rispetto alla prima. Il regno dei Nani, con Re Durin, suo figlio e la moglie, ha un’importanza cruciale per lo sviluppo della trama. Anche il viaggio delle Pelopiedi con Lo Straniero, riserverà importanti sorprese.

Tuttavia, la narrazione può risultare complessa da seguire a causa anche delle numerose sottotrame presenti. Non tutte ricevono lo stesso spazio narrativo, e alcune risultano meno approfondite. Ciò rischia di frammentare l’attenzione del pubblico, con il rischio di perdere preziosi dettagli nei passaggi tra una storia e l’altra.

Alcuni fan più rigorosi di Tolkien hanno criticato alcune delle libertà creative prese degli Amazon Studios, accusando la serie di allontanarsi troppo dalla storia originale dei romanzi.

Alcuni personaggi ad esempio, come Adar, Padre degli Ukur, o Eärien, sorella di Isildur, sono infatti frutto della fantasia degli sceneggiatori degli Amazon Studios e non esistono nei romanzi dell’autore inglese.

Conclusioni

In conclusione, la seconda stagione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere è un’avventura fantasy ambiziosa, ricca di personaggi e intrecci narrativi. L’attenzione alla ricostruzione dei paesaggi e dei regni è notevole, riuscendo a far immergere gli spettatori nelle vicende delle Terre di Mezzo.

Pur con alcuni momenti narrativi che rischiano di risultare più deboli, è una visione consigliata a chi cerca una serie tv intrigante e avvincente tra battaglie, lotte per il potere e intrighi. Chi desidera una riproduzione rigorosa dell’opera di Tolkien potrebbe rimanerne deluso, ma chi è disposto a esplorare una nuova interpretazione, potrà trovare comunque spunti interessanti.

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