Il Compagno Don Camillo è un film del 1965 di genere Commedia, diretto da Luigi Comencini, con Fernandel, Gino Cervi, Leda Gloria, Gianni Garko, Saro Urzì, Graziella Granata. Eccovi brevi cenni sulla trama del film e recensione/analisi approfondita (con tanto di PRO e CONTRO) della pellicola a cura del “bagnino” di Caduta Libera Christian Fregoni.
Brevi cenni sulla trama del film Il Compagno Don Camillo
Peppone prepara i festeggiamenti per il gemellaggio di Brescello con una città russa. Don Camillo non gradisce, ma riesce a intrufolarsi e va in Russia. Quando poi decide di portare un gruppo di sacerdoti negli Stati Uniti d’America si trova di fronte uno “strano” monsignore.
Il Compagno Don Camillo, recensione e analisi del film a cura di Christian Fregoni
La fortunata serie di film ispirata ai romanzi di Giovannino Guareschi vede stavolta impegnati i due protagonisti, il parroco Don Camillo (il sempre brillante e sardonico Fernandel) e il sindaco Peppone (il formidabile Gino Cervi) in una lotta senza esclusione di colpi per il gemellaggio con una fittizia cittadina russa dal nome pressoché impronunciabile.
Ci troviamo a Brescello (quasi inutile dirlo), nel 1964: è un periodo di prosperità economica non indifferente per la nostra nazione, benessere che si riflette con la volontà del sindaco Peppone di instaurare un legame di fratellanza con la Grande Madre Russia. Gli ideali del compagno Kruscev risuonano tonanti negli appassionati comizi elettorali tenuti nel paesino emiliano.
Ovunque si comincia a respirare un’aria diversa, quasi profumasse di cambiamento e i cittadini vedono l’arrivo di un trattore (rigorosamente targato CCCP) come fosse la biblica manna dal cielo. Sarebbe meglio dire più o meno ovunque: infatti le parole del sindaco (le cui fattezze ricordano molto Stalin) non trovano riscontro alle orecchie dell’energico ed esuberante curato del paese.
Don Camillo, consigliato per l’occasione da un confidente letteralmente divino, si oppone fermamente alla proposta di solidarizzare con i “senza Dio” russi. Ne nasce quindi uno spassosissimo tiro alla fune tra i due nemici/amici, fatto di scioperi della fame combattuti a tortellini e Lambrusco, di tiri a segno molesti e ricatti clericali che costringe i due a formare una delegazione brescellese per tastare con mano le meraviglie offerte dalla tanto agognata terra russa.
Per firmare il gemellaggio, la cricca di Peppone, accompagnata per l’occasione dal parroco sotto le mentite spoglie di un presunto compagno di partito, si trova quindi invischiata in una serie di attività di interscambio culturale tra le quali spicca per interesse una gara di bevute tra i due sindaci.
Lo status quo viene purtroppo turbato dalla destituzione di Kruscev in favore di Kosygin, motivo per il quale la comitiva emiliana si trova impossibilitata a lasciare l’albergo/prigione russo. Risolto lo spiacevole inconveniente diplomatico, le cose non si mettono meglio visto che la scanzonata combriccola si scioglie prima di riuscire a tornare a casa: Peppone, in seguito a una trionfale vittoria alla sfida della vodka, si trova costretto ad essere ricoverato in un ospedale sovietico, il giornalista Scamoggia decide di restare in Russia per consolidare l’amore nascente con la bella interprete Nadia e Don Camillo, dopo aver aiutato un prete timoroso a ritrovare la vocazione nella fede, scopre che l’intelligence russa era da sempre stata al corrente della sua identità segreta.
Dopo alcune settimane dal rientro in patria, il parroco viene quindi incaricato dal proprio Vescovo di guidare un gruppo di religiosi per un viaggio negli Stati Uniti. C’è in serbo per noi un ultimo strabiliante colpo di scena: Peppone, oramai ritornato da tempo in Italia e armato di alcune foto compromettenti, costringe Don Camillo ad accoglierlo nella compagnia per poter continuare la loro piccola “Guerra Fredda” personale anche in territorio oltreoceanico.
Che dire: ci troviamo di fronte ad un film che purtroppo risente di una certa ripetitività nei confronti dei capitoli precedenti, caratterizzati da una vena comica ben più fresca e frizzante. La regia di Luigi Comencini, trattandosi di uno dei massimi esponenti della commedia all’italiana, è dunque lontana da altri suoi lavori molto più noti e riusciti, ma non per questo carente di qualità.
L’intero spunto della trasferta in Russia è coinvolgente, ma a farla da padrone sono sempre le due personalità identiche e al contempo contrastanti dei suoi magistrali protagonisti. Le scoppiettanti vicissitudini di Fernandel e Cervi, il loro costante battibeccare e cercare di eclissarsi vicendevolmente dà quello spunto divertente per meglio gradire un’opera, che indubbiamente rimane la più debole della serie.
I pro del film Il Compagno Don Camillo
- Interpreti sempre in grande forma.
- Alcune sequenze comiche resteranno di fatto negli annali della commedia nostrana: fra tutte l’esilarante sciopero della fame
- Buona la trovata del viaggio in Russia, per meglio inquadrare il film in una situazione politica di distensione mentale ed espansionismo politico.
I contro del film Il Compagno Don Camillo
- Senza dubbio il film più fiacco della serie, siamo lontani sia dalle geniali trovate dei primi capitoli di Julien Duvivier, che dai primi romanzi di Guareschi.
Il voto sul film Il Compagno Don Camillo
Voto: 6,5
A presto amici con la prossima recensione.
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A cura di Christian Fregoni