“I Cassamortari” è il terzo film da regista di Claudio Amendola. Disponibile dal 24 marzo su Amazon Prime, il film racconta la storia della famiglia Pasti che da diverse generazioni possiede un’agenzia di pompe funebri fondata da Giuseppe che ha coniato il motto: “Quando si muore c’è solo uno che ci guadagna”. Guest star Piero Pelù che nel film interpreta una rockstar maledetta.
Intervista a Claudio Amendola e Piero Pelù
Noi di SuperGuida TV abbiamo videointervistato in esclusiva Claudio Amendola e Piero Pelù. Nel film, il regista ha voluto approfondire il legame tra la morte e i social. Dopo l’amore e la malattia, è caduto anche l’ultimo tabù. A Claudio Amendola abbiamo chiesto però se questo sia un bene o un male: “E’ un bene. Credo che sia importante affrontare tutti gli argomenti. La morte tra questi è sicuramente quello più ampio. Prima o poi tutti dobbiamo farci i conti. Si può vivere come una lunga attesa oppure si può affrontare con leggerezza dicendo “anche oggi mi sono svegliato”. E’ una questione di filosofia”.
Piero Pelù veste i panni di Gabriele Arcangelo, una rockstar che muore di overdose durante una campagna di sensibilizzazione contro le droghe. Nel film, Gabriele pronuncia una frase emblematica: “La musica vince sulla droga”. Anche nella sua vita la musica è stata un’ancora di salvezza: “Sì mi ha salvato. Il fatto di cantare e scrivere canzoni mi ha aiutato a vincere la timidezza. La scrittura poi mi è servita a raccontarmi in modo più disinibito. Sono nato in una famiglia borghese in cui nulla veniva detto. Quando poi mi sono ritrovato adolescente avevo due alternative. O rimanevo muto oppure tiravo fuori quello che avevo dentro. La musica è stata la mia medicina”.
Piero Pelù ha poi intonato il brano “Sete di vita” che fa da colonna sonora al film. Claudio Amendola ha poi parlato della scena finale del film. Claudio non è affatto superstizioso ma anzi gioca con la morte: “Non esorcizzo la mia morte ma cerco di dare una risposta a chi voleva puntare il dito accusandomi di aver fatto un film scomodo in questo momento. Per questo ho deciso di mettermi in gioco io per primo”.
A conclusione della chiacchierata, abbiamo chiesto ad entrambi quale epitaffio vorrebbero veder realizzato sulla loro tomba. Claudio Amendola rivela: “Purtroppo è stata già usata dal gigante Vittorio Gassmann, “Vittorio fu attore, non fu mai impallato”. La trovo geniale. Penserò a qualcosa del genere anche se probabilmente non avrò una lapide”.
Piero Pelù è favorevole alla cremazione: “Probabilmente mi farò incenerire. Sull’urna cineraria vorrei ci fosse scritto, “Se l’è goduta”. Claudio Amendola sorride divertito: “Condivido”.