Eventi che hanno cambiato per sempre la storia dell’umanità, luoghi magici da visitare anche solo attraverso il mezzo filmico, specie animali da salvare. Il cinema documentaristico da sempre è un filone fondamentale per analizzare i cambiamenti della società e del mondo intero e per l’occasione abbiamo stilato una classifica di dieci documentari da vedere almeno una volta nella vita, selezionando titoli che spaziano su diversi argomenti. Da opere più conosciute e dal grande successo di pubblico ad altre più di nicchia ma premiate con riconoscimenti prestigiosi, ecco il nostro sguardo a 360° sul tema.
10 documentari da non perdere
Fahreneit 9/11 (2004)
Dall’annuncio televisivo della vittoria di George W. Bush alle presidenziali americane del 2000, ad urne ancora aperte, agli attentati dell’11 settembre 2011 fino ai legami tra il governo statunitense, la famiglia del Presidente e la famiglia Bin Laden, Michael Moore scava nei lati bui dietro il crollo delle torri gemelle, evento che ha cambiato per sempre la storia dell’umanità.
Tra tesi complottistiche, teoremi politici e inquietanti fatti che non tornano ancora del tutto, un film scomodo, amato ed odiato in egual misura, che comunque la si pensi offre uno spaccato nudo e crudo della società d’Oltreoceano e dei suoi lati oscuri.
La marcia dei pinguini (2005)
Il pinguino imperatore, originario delle regioni antartiche, è costretto a migrare per diversi mesi a fini riproduttivi. Il film segue da vicino il viaggio di una colonia di esemplari e si concentra in seguito su una coppia che si trova ad affrontare ulteriori difficoltà affinché il nuovo nato possa resistere al freddo e alla fame nei suoi primi giorni di vita.
Un grande classico proposto di sovente anche sulle emittenti televisive nostrane, La marcia dei pinguini ha vinto il premio Oscar nella relativa categoria e conquistato ampie fette di pubblico, grazie al suo mix tra toni documentaristici e sentimentali. Nella versione originale la voce d’accompagnamento è quella di Morgan Freeman, mentre in quella italiana di Fiorello.
Grizzly Man (2005)
Timothy Treadwell è stato un esploratore che ha passato tredici estati della sua vita a contatto diretto con gli orsi dell’ Alaska. Per un beffardo scherzo del destino, l’uomo è stato ucciso proprio da uno degli esemplari a lui più vicini.
Werner Herzog alterna interviste realizzate ad amici e familiari di Treadwell ai filmati rinvenuti girati dallo stesso esploratore, diventato nel natio Canada un vero e proprio personaggio, controverso e ammirato in egual misura. Con una naturale attenzione ai paesaggi, da sempre cifra stilistica del regista tedesco, e una carica di dolente epica in sottofondo, il documentario conquista ed emoziona con un’istintiva semplicità.
Una scomoda verità (2006)
Il documentario analizza i dati e le previsioni degli esperti sui cambiamenti climatici, alternandoli ad aneddoti della vita personale di Al Gore, ex vicepresidente degli Stati Uniti d’America. Il politico riesamina le teorie degli scienziati, discute le implicazioni politiche e sociali della catastrofe in divenire, e ci mette davanti alle probabili conseguenze derivanti dal riscaldamento del pianeta se non si apporranno drastici cambiamenti.
Ha quasi quindici anni ma è quanto mai attuale questo film dal sapore ambientalista che riflette su come stiamo distruggendo il nostro pianeta e paventa le possibili difficoltà per le future generazioni. Un’opera a tratti “furba” ma ad ogni modo preziosa per essere arrivata ad ampie platee di pubblico con i suoi messaggi di potenziale cambio di rotta.
Man on wire – Un uomo tra le torri (2008)
La mattina del 7 agosto 1974, il funambolo francese Philippe Petit compie l’impresa più celebre della sua carriera: l’uomo ha infatti attraversato sospeso su un cavo d’acciaio, ad oltre 400 metri di altezza, la distanza tra le Torri Gemelle New York. La polizia gli intimava di fermarsi mentre la gente che osservava era in visibilio.
Un evento dal sapore epico, portato sul grande schermo anche nel film di Robert Zemeckis The Walk, viene narrato in questo documentario del 2008 diretto da James Marsh che ricostruisce, tramite filmati e racconti d’epoca, tutte le fasi preparative alla grande impresa compiuta dall’artista transalpino, per un’opera che emoziona e lascia con il fiato sospeso.
Anvil! The Story of Anvil (2008)
Prima dei Metallica, degli Slayer e dei Megadeth la scena metal americana vide il grande successo degli Anvil, tra le prime band speed metal a salire alla ribalta: un successo però di breve durata e per quanto la band sia di culto e ancora amata dagli appassionati, la vera e propria esplosione commerciale non è mai avvenuta.
In questo “rockumentary” diretto da Sacha Gervasi, sceneggiatore di The Terminal (2004), l’attenzione più che sulla musica stessa si concentra sui due fondatori del gruppo, sempre pronti a sprigionare la loro energia sul palco dopo trent’anni di carriera e a mettere nudo le loro “normali” esistenze, tra lavoro e famiglia. Tra interviste a celebrità del metal e filmati d’epoca, un’opera preziosa e ricca di sfumature che celebra la forza dell’impegno e della musica, qui a braccetto.
The Cove – La baia dove muoiono i delfini (2009)
In una località sulle coste giapponesi si trova un vero e proprio paradiso terrestre che però è stato trasformato in un inferno per migliaia di delfini: ogni anno infatti vengono catturati un gran numero di esemplari, in maniera illegale, per venderli a privati o parchi acquatici dove si esibiranno come attrazioni.
Eco-documentario realizzato per volontà di Ric O’Barry, addestratore di delfini, che riesce a scioccare e a svegliare le coscienze su un dramma nascosto riguardante questa amata (e richiesta, anche a fini alimentari) specie animale. Non mancano scene forti e violente che però una volta tanto non cercano il gratuitismo ma sono atte a veicolare un condivisibile messaggio ambientalista.
Cave of forgotten dreams (2010)
Werner Herzog e i suoi collaboratori visitano, grazie ad un permesso esclusivo mai prima rilasciato, le grotte di Chauvet, dove nel 1994 l’omonimo esploratore trovò i più antichi dipinti mai realizzati, risalenti a 32000 anni fa.
L’Herzog documentarista non ha limiti e firma un’altra opera intensa e maestosa nella sua semplicità, un viaggio che ci accompagna indietro negli abissi del tempo in cui osservare le splendide figure disegnate sulle rocce lasciateci dagli uomini primitivi. Il tutto al servizio di un’indagine più esaustiva sulle possibili abitudini di vita degli individui di quell’epoca, attraverso interviste ad esperti del settore.
Jiro e l’arte del sushi (2011)
L’ultranovantenne Jiro Ono è il proprietario del locale dove viene servito il sushi più buono del mondo. L’attività, che ha sede a Tokyo, è stata premiata con centinaia di riconoscimenti culinari, e a la particolarità di essere riservata a un ristretto numero di clienti: il ristorante infatti ha solo dieci posti a seder, e il prezzo è elevatissimo con code per prenotare che durano mesi.
Un film che riflette sul cibo e sul classico stile di vita giapponese, con la dedizione al lavoro prima di ogni altra cosa. Jiro e l’arte del sushi fa venire l’acquolina in bocca in più occasioni per le prelibatezze preparate e offre al contempo un ritratto sincero di una cultura così diversa dalla nostra.
The Act of Killing (2012)
Documentario sul regime dittatoriale in Indonesia, in seguito al rovesciamento del governo del presidente Sukarno avvenuto tramite un golpe il 30 settembre del 1965: da quel momento salirà al potere il generale Suharto. Il nuovo leader, a capo di una squadra di gruppi paramilitari e squadroni della morte che vantavano tra le loro fila gangster locali, sarà all’origine di un genocidio che costerà la vita ad oltre un milione di oppositori comunisti.
Il regista Joshua Oppenheimer ci racconta gli orrori vissuti dal Paese indonesiano nella seconda metà dello scorso secolo. Ad inquietare maggiormente più che il resoconto dei fatti è la totale indifferenza con cui i colpevoli, mai puniti e qui oggetto di intervista, si approcciano ai così orrendi crimini da loro commessi, per un’opera che indaga sulle varie declinazioni del male.