E’ stato presentato ieri l’ultimo capitolo di “Gomorra 5”, la serie Sky Original nata da un’idea di Roberto Saviano. La stagione finale sarà disponibile su Sky e in streaming su NOW, a partire dal prossimo 19 novembre. In questa stagione, ritroveremo Salvatore Esposito, nei panni di Genny Savastano, Ivana Lotito, nel ruolo di Azzurra Avitabile, e Arturo Muselli, nel ruolo di Enzo “Sangue Blu”, e ci sarà anche il ritorno di Marco D’Amore, nel ruolo di Ciro Di Marzio, assente nella quarta stagione in quanto creduto morto dopo il finale della terza stagione, e protagonista del film “L’Immortale” con il quale abbiamo scoperto che è ancora vivo.
Gomorra 5, le parole dei protagonisti
Marco D’Amore ha diretto i primi cinque episodi della stagione e il nono mentre Claudio Cupellini ha diretto i restanti. Entrambi i registi sono anche supervisori artistici della serie. Noi di SuperGuida TV abbiamo partecipato alla conferenza stampa a cui oltre al cast ha preso parte anche Roberto Saviano. Marco D’Amore ha dichiarato che è stato complesso girare questa serie: “Io ho vissuto quest’esperienza, sentendo la pericolosità di questo racconto ma non ero solo, ci siamo tenuti per mano. Chi non ha vissuto quest’esperienza, senza avvertire il pericolo, è caduto. Questa serie non ha nulla a che vedere con la facilità e la semplicità. Non è stato facile girare in quei territori e avere a che fare con questo materiale. Gomorra mi ha migliorato come uomo”.
Roberto Saviano ha spiegato che il successo della serie risiede nel fatto che ai telespettatori non viene data alcuna indicazione: “C’era l’obiettivo di costruire una narrazione profondissima: o freghi o sei fregato, non c’è una terza strada. Questo è il sottotesto di ogni singolo personaggio. Per il telespettatore, non c’è via di fuga, viene offerto solo questo punto di vista. All’estero, mi chiedono spesso perché la serialità italiana non ha eroi positivi. I protagonisti di Gomorra sono già sconfitti e la grandezza degli attori di Gomorra è stata questa, la conoscenza di quel territorio e di quel modo di agire. Non si è trattato solo di recitare, si è trattato di trasformarsi. Tutti i personaggi attendono solo quando morire, nessuno pensa di farcela. Il messaggio è questo: se agisci così, hai già perso. La serialità non chiede al telespettatore di giudicare ma di osservare e capire. Il meccanismo di Gomorra è quello di non dare al telespettatore del cibo già masticato”.
Salvatore Esposito ha poi rivelato un inedito retroscena su Maradona e a proposito dell’addio al suo personaggio ha confessato: “Alla fine di questo viaggio, tutti noi attori potremmo scrivere gli effetti che questa serie ha avuto su di noi. Io potrei raccontare quando ho incontrato Maradona che mi ha detto che era un grande onore per lui incontrare me! Sono cresciuto come uomo e come artista e mai avrei pensato fosse possibile. Ho incontrato grandi persone e grandi professionisti. Quello che abbiamo ricevuto è stato il frutto di un lavoro non solo nostro ma di tutte le persone che hanno lavorato con noi. La fine di Gomorra è come la fine di una relazione. All’inizio sei euforico, poi arriva un momento in cui arriva la malinconia, c’è un po’ di tristezza, ma c’è anche la soddisfazione di quello che è stato fatto”.
Tra Marco D’Amore e Salvatore Esposito è nata una bella amicizia. E’ stato proprio Marco a raccontarlo: “L’incontro con Salvatore ha segnato molto questa mia esperienza. E’ stato un incontro strano, la nostra chimica ha cominciato a influenzare la scrittura. Genny avrebbe dovuto morire alla fine della prima stagione. Stefano Sollima era rimasto impressionato dalla nostra attrazione. Essere amici nella nostra terra è una cosa che va al di là della semplice frequentazione”.
Salvatore Esposito concorda e aggiunge: “Il lavoro si mischia alla vita in modo incredibile. Io definirei la storia tra Ciro e Genny, una storia d’amore. Il rapporto tra loro in Gomorra 5 sarà basato sulle cose che non si diranno. La fine di Gomorra 5 farà vincere l’amore”.
Riccardo Tozzi, presidente di Cattleya, ha spiegato però che la quinta stagione di “Gomorra” sarà l’ultima: “Sui finali di stagione, si discute molto. Spesso, una serie viene mandata avanti solo per il successo, poi si impoverisce e cade. Noi vogliamo morire da vivi! E’ meglio rinunciare a qualcosa, mantenendo l’energia narrativa al massimo”. In questi anni, “Gomorra” è stata spesso al centro delle polemiche. In molti hanno parlato di un pericolo di emulazione. A tal proposito, Marco D’Amore ha risposto piccato ad una domanda di un giornalista: “Chi dice che questa serie fa male non ha mai fatto un giro a Scampia. Chi vive lì, quando guarda Gomorra, si fa quattro risate… Lì, lo Stato non esiste… Basterebbe vivere un mese lì per far passare l’acredine di certe domande”.
Roberto Saviano ha insistito: “La presenza dello Stato è articolata dal punto di vista criminale. Dal punto di vista criminale, lo Stato è interferenza. Lo Stato viene visto dal punto di vista del potere che è quello che noi raccontiamo. Nessuno è diventato criminale perché ha visto Gomorra come nessuno è diventato trafficante perché ha visto Breaking Bad. Quando si dice ‘Violenza come in Gomorra…’, è giusto mettere in chiaro che Gomorra racconta certe realtà perché le ha viste rappresentate, sono accadute veramente. Questa è una polemica che nasce da una serie di fraintesi. Gomorra dà strumenti per comprendere il male, il fascino del male è reale ma Gomorra ti dà strumenti per smontarlo. Raccontando queste dinamiche si fa un lavoro pedagogico”.
Noi di SuperGuida TV abbiamo rivolto in conclusione una domanda a Salvatore Esposito. In un’intervista di qualche giorno fa, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha sottolineato come il racconto di Gomorra abbia contribuito a far emergere l’altro lato di Napoli. Manfredi ha fatto riferimento non solo al film di Paolo Sorrentino “E’ stata la mano di Dio” ma anche alle varie produzioni televisive che hanno trovato in Napoli un nuovo importante polo. A tal proposito, l’attore ha dichiarato: “Dopo Gomorra, ci sono state tante curiose ‘coincidenze’: le tante produzioni a Napoli, registi internazionali che hanno deciso di girare a Napoli, ragazzini che hanno deciso di fare gli attori… Tutte coincidenze, ovviamente. Soprattutto quando dicevano che Gomorra dava una brutta immagine di Napoli. Siamo molto grati a queste ‘coincidenze’.