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Intervista esclusiva a Giorgio Tirabassi: “Ho ricevuto tantissimi inviti per andare in tv a parlare del malore che mi aveva colpito”

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Un mese fa era stato colpito da un malore mentre stava presentando il suo ultimo film in provincia dell’Aquila. La notizia aveva fatto il giro del web e in molti si erano stretti intorno a lui incitandolo a non mollare. Dopo la paura l’attore Giorgio Tirabassi sta per tornare in tv nella nuova serie di Raiuno “Liberi Tutti”. Una serie conviviale in cui Giorgio interpreta Michele Venturi, un avvocato da lui definito un simpatico mascalzone. Infatti, dopo essere stato trovato in possesso di 25 milioni di euro viene messo agli arresti domiciliari. Li sconterà nella residenza dell’ex moglie che intanto ha messo su una cohousing. Da qui inizia per Michele una convivenza forzata in cui sarà difficile mantenere gli equilibri. Lo abbiamo avvicinato al termine della conferenza stampa per scambiare con lui qualche battuta. Giorgio ci è apparso più in forma che mai tanto che con la sua solita ironia ci ha raccontato di aver rifiutato moltissime ospitate in tv per parlare del malore che l’aveva colpito. Una scelta che riflette il suo carattere riservato e che apre una discussione interessante sui giovani e sulla TV di oggi.

Giorgio Tirabassi, intervista esclusiva

Abbiamo intervistato in esclusiva l’attore Giorgio Tirabassi, ecco cosa ci ha raccontato ai nostri microfoni della nuova serie tv e del suo malore di qualche settimana fa.

1) Giorgio, ci racconti qualcosa del tuo personaggio?

Interpreto Michele Venturi un avvocato che si trova agli arresti domiciliari dopo essere stato trovato con 25 milioni di euro in macchina. Li deve scontare nella residenza dell’ex moglie che vive in una cohousing in cui tutti sono disponibili e hanno una cura eccessiva per la salute e per il corpo. Michele però ha un tenore di vita opposto rispetto al loro e non sempre sarà una convivenza facile.

2) Cosa rappresenta per te la libertà?

Questa serie è un omaggio affettuoso a Mattia Torre che amava chiudere le riunioni di sceneggiatura con la frase “Liberi tutti, ci vediamo domani”. E poi alla fine delle riunioni fiume che si fanno all’interno della cohousing in cui ciascuno condivide con gli altri i suoi problemi, un giorno Michele propone di fare una chat di gruppo risultando cinico e trasgressivo.

3) Cosa ti ha insegnato questo personaggio?

Mi ha lasciato un grande senso del divertimento. Ho instaurato un bellissimo rapporto con gli altri attori, non solo amici ma anche professionisti eccezionali.

4) La serie ironizza sul politicamente corretto. Secondo te è uno dei mali odierni?

Non direi che è un male. La serie offre però un suo punto di vista su alcuni eccessi che la nostra società decide di avere. In questo caso poi la convivenza sottolinea una disponibilità eccessiva verso l’altro ma sono tutti espedienti per far funzionare il meccanismo comico. Non deve essere un trattato di sociologia.

5) Adesso si parla molto di tutela dell’ambiente e di Greta Thurnberg.

Ti dico questo. Alla fine degli anni 60 quando ero ragazzino andavo in barca con un parente e già trovavo le buste di plastica in mare, si fumava addirittura negli ospedali. Di cosa parliamo? Io e mio fratello quando partivamo in vacanza con i nostri genitori respiravamo il fumo in macchina pur non sapendo che faceva male. Oggi magari c’è più attenzione anche se l’atteggiamento eccessivo fa discutere e a volte induce al sorriso.  

6) Nel nuovo film di Checco Zalone si parla dell’immigrazione. Molti in questi giorni vedendo il trailer si sono scandalizzati. Tu cosa ne pensi?

Cerco di distaccarmi da queste cose perché vengono strumentalizzate. La canzone sugli omosessuali era divertente e forse questa sugli immigrati lo è di meno. Il comico deve trasgredire e prendersi le responsabilità di quello che dice. Dipende sempre dal buon gusto. Alcune cose di Checco Zalone mi fanno ridere mentre altre sono discutibili. Il mestiere del comico è anche brutto perché devi sempre vivere pensando a qualcosa di spiritoso. In Italia escono molti film comici. Il film comico è uno sport mentre nella commedia c’è spazio anche per la riflessione.  

7) In queste settimane è andata in onda la trasmissione “Maledetti amici miei”. Ti piacerebbe partecipare ad un progetto del genere?

Non lo so se accetterei perché non credo molto a questo genere di intrattenimento. Fiorello rappresenta l’eccezione visto che lo considero un fuoriclasse. Anche gli spettacoli di Adriano Celentano con gli ospiti mi sembrano passati come formula. Per quanto riguarda “Maledetti amici miei” non ho mai visto interamente una puntata però quello che ho avuto modo di vedere mi è piaciuto.  

8) Cosa ti piace guardare in TV?

La televisione non la guardo perché non c’è nulla di interessante. Guardo “L’eredità” e “Report”. Devi districarti sulle serie e studiarle. Per esempio la serie “Too old to die young” mi ha colpito tantissimo e adoro tutti film di Refn. E’ molto simile a Twin Peaks anche se quest’ultima l’ho trovata di una lentezza esasperante. Refn sa di arte e cinema, ha buon gusto e sa essere trasgressivo quanto serve. Ho rivisto anche la seconda serie di “Stranger Things” anche se mi ha un po’ annoiato. Mi piacciono molto i programmi sulla storia di Paolo Mieli e di Corrado Augias.

9) Ha mai ricevuto qualche proposta di ospitata televisiva in seguito al malore che l’ha colpita?

Quando sono stato male ho ricevuto centinaia di messaggi per andare a parlare nei salotti televisivi. Trovo che sia brutto parlare del proprio privato. L’attore dovrebbe apparire solo nei film o a teatro. Alcuni tendono ad invertire le due sfere cavalcando l’onda del gossip.

10) Oggi purtroppo c’è molta ignoranza ed è difficile contrastarla.

Oggi ci sono tantissimi giovani che magari vogliono intraprendere la strada della recitazione senza saperne nulla. Oggi il bello diventa famoso. Quando ho iniziato a fare l’attore era un’altra epoca e l’arte della recitazione si legava in qualche modo alla politica. Fare l’attore non è facile anche perché devi essere consapevole del fatto di abbracciare la povertà fin quando la situazione non cambia. Ormai i giovani vogliono svoltare subito senza conoscere a fondo quello che fanno e senza essere mossi da curiosità e passione.  

11) Di chi è la colpa?

Ognuno si fa la cultura come meglio crede, dipende anche dall’epoca in cui sei nato. Noi abbiamo avuto dagli anni ‘90 il pelato come Berlusconi che ha tirato fuori i simpaticoni da bar. La filosofia di quel periodo ha fatto danni. I comici sono quelli come De Filippo. Io ho avuto la fortuna di lavorare per dieci anni con Proietti che è un signor attore e ti dà la base per poter fare questo mestiere. Ci sono attori bravissimi come Buccirosso, Salemme, Casagrande e poi ce ne sono altri che sono disarmanti.  

12) Hai altri progetti legati al ruolo da regista?

Se ho qualcosa da raccontare lo farò.

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