Cantautrice e polistrumentista, Giordana Angi è un’artista che scrive e canta in diverse lingue e nei suoi brani trasmette tutta la sua multiculturalità. Nonna spagnola, mamma francese, papà italiano e gli ultimi anni spesi a girare il mondo tra Italia, Francia e Stati Uniti.
La sua passione per la musica è evidente nelle sue parole e nei suoi brani che scrive sia per sé che per altri. Dopo l’esperienza ad Amici, è diventata una delle artiste italiane più richieste all’estero anche grazie alla collaborazione col produttore Martin Kierszenbaum. La cantante ci ha raccontato l’emozione che prova a cantare con Sting e cosa l’ha spinta a realizzare un album internazionale. Scopriamo insieme le sue parole e cosa ci ha rivelato sul suo futuro e i suoi sogni.
Intervista a Giordana Angi
Partiamo dal tuo nuovo progetto discografico internazionale: “She’s so Great” uscito il 24 maggio. Che album è, come lo definiresti?
È difficile riassumere la musica a parole, a volte uno la cerca di spiegare ma poi basta sentire un pezzo per capirne il significato. Sicuramente la mia speranza, e invito che faccio, è quello di sentire l’album per capire meglio di cosa parlo. È un album sicuramente più rock del solito, sempre con una matrice pop. Un album che mi ha portato a ritrovare il mio primo grande amore che è la chitarra. Quando ero più piccola, parlo di quando avevo 15-16 anni, stavo sempre in giro con la chitarra sulla spalla e cantavo i miei brani, quindi è un amore ritrovato. È un disco scritto a quattro mani con il produttore americano Martin Kierszenbaum che è la ragione per cui ho iniziato a fare questo progetto discografico.
Quella di Martin Kierszenbaum stata una telefonata ‘folgorante’: mi ha detto che aveva sentito un mio pezzo alla radio ‘Amami adesso’. Era il 2020-2021 e c’è voluto un po’ di tempo per fidarmi. Abbiamo iniziato a lavorare insieme e questo album lo abbiamo scritto tra Londra, New York e Los Angeles, sembra incredibile ma è così. I testi li ho scritti con lui perché nonostante sappia bene l’inglese, non me la sono sentita di affrontare la scrittura da sola, tranne un brano che mi è uscito di pancia.
L’album parla: di vita, di amore, di viaggi, c’è tristezza, c’è panico, c’è ansia. Ma c’è anche tanta voglia di vivere e di amare. È un po’ un viaggio in quella che è la vita di tutti i giorni.
Nell’album ci sono 10 canzoni che toccano argomenti molto delicati come nel singolo ‘She’s so Great‘ dove racconti un episodio che ti ha visto coinvolta in prima persona. Cosa ti ha spinto a raccontare in musica quanto ti è successo?
Mi trovavo ad una presentazione di un libro con altre persone e ad un certo punto mi si avvicina una sconosciuta che allunga una mano verso di me. Non so cosa volesse fare in quel momento, quindi blocco la mano che mi era arrivata quasi in faccia, e le chiedo cosa stesse facendo. Mi spiega che mi voleva toccare il tatuaggio. Siamo rimasti tutti un po’ basiti perché era una cosa inaspettata, non si capiva bene cosa stesse facendo. Tempo dopo quando mi sono trovata a scrivere l’album ho chiesto a Martin secondo lui cosa spingesse le persone a passare il limite: io non ti conosco, non so chi sei.
La pelle è una cosa molto intima, nasconde l’anima, nasconde il cuore. Se uno prende e comincia a toccare tutti, non ha senso, mi è sembrato uno scavalcare il limite. Ho cercato di mettermi nei suoi panni per capire cosa è che spinga una persona a farlo. È stata una cosa che mi ha colpito, molto attuale dato che oggi ognuno dice tutto quello che pensa senza magari capire che c’è una persona sensibile che ha una storia davanti. È difficile capire il limite anche se nel mio caso era netto: il confine tra il mio corpo e il tuo corpo dovrebbe essere invalicabile a meno che, non sia consentito.
Nell’album c’è anche una canzone in italiano, ‘Il nostro amore’ che vede un duetto con Sting. Non è la prima volta che collabori con lui, che esperienza è?
Per me cantare con Sting è, come penso lo sia per tutti i musicisti, come un bambino che aspira a diventare calciatore e si trova Totti davanti. Per me Sting era così quando ero piccola e lo è tutto oggi: è un mito, un maestro. Ritrovarmi a collaborare con lui è qualcosa che ancora non ho realizzato perché è talmente oltre ogni cosa che potessi immaginare che faccio fatica a realizzarlo. So che stasera lo vedo perché ho un concerto, so che nel mio disco c’è una sua canzone, però davvero non l’ho realizzato ancora.
Attualmente sei impegnata come opening act del tour europeo estivo di Sting con oltre 21 date, ti sei esibita in Croazia e il 29 maggio in Slovenia ma girerai il mondo. Ci racconti le tue emozioni?
Sono agitatissima, ho passato un mese chiusa in casa. Le persone a cui voglio bene, che sento tutti i giorni, hanno capito lo stress che vivevo perché mi forzavo a dire vado a fare una passeggiata. Meno male che ho il cane che mi obbliga a scendere almeno 3/4 volte al giorno altrimenti sarei rimasta chiusa in studio a provare e riprovare, proprio per il rispetto e l’onore che ho a esibirmi con Sting. Quando abbiamo fatto le prove avevo poco tempo ed ero stressatissima, avevo le mani e le gambe rigide, per fortuna la voce andava.
Poi non so cosa è successo, forse anche grazie alla gente, anche perché quando devi salire sul palco per fare un concerto o fai quello che sei chiamata a fare o ti fai prendere dall’ansia. Io non so come, sono riuscita ed è andata molto bene, il pubblico è stato molto caldo e mi sono divertita. Quella era la mia paura più grande, non riuscire a divertirmi perché ero presa dall’ansia e invece mi sono divertita un sacco e stasera risuoniamo. Non vedo l’ora.
Tu sei un artista multiculturale. Il tuo Ep ‘Giordana‘ è pubblicato in quattro lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo. Il futuro della musica secondo te sarà aperto a questa varietà e contaminazioni di generi?
Io penso che già oggi siamo in un mondo dove tutto è possibile. Ieri una mia fan, che mi manda degli aggiornamenti e trova delle cose particolari, mi ha girato un tweet di una ragazza giapponese che ha scoperto un pezzo del mio disco e le piaceva molto. Mi ha sorpreso perché penso che la mia musica è arrivata al Giappone e questo ci fa capire come il web sia una cosa fantastica, perché non c’è limite, cosa che già sapevamo ma quando lo vivi sulla tua pelle fa un altro effetto.
Ieri ho passato la frontiera tra la Croazia e la Slovenia per via del tour, quando vivi quel momento ti rendi conto che non c’è nessuna differenza le persone sono le stesse di un metro più in là. Poi la musica è un linguaggio universale, è un mondo dove tutto è già in modalità on.
Cosa pensi della vittoria di Sarah Toscano ad Amici 23?
Non l’ho seguito molto perché purtroppo ero all’estero. A me lei è sempre piaciuta molto dalle cose che ho potuto vedere sul web e in qualche pomeridiano. L’ho sempre trovata molto intensa, una voce pazzesca. In finale le hanno detto che era cresciuta durante il percorso, io non avendo seguito molto, la trovavo già molto intensa e calda. Mi piace.
Hai scritto testi, citando alcuni nomi, per Loredana Bertè, Tiziano Ferro, Alessandra Amoroso. Cosa ti porta a donare una parte di te agli altri?
Quando suonavo la chitarra lo facevo con altri amici o persone più grandi di età, con maestri con cui suonavo. Ho sempre vissuto la musica così: “tu che suoni, che tonalità? Cantiamo, la sai questa?”. Questo è stato il mio approccio da piccola, questo mi hanno insegnato quindi automaticamente quando poi mi sono appassionata alla letteratura, alla poesia, per mia esigenza ho iniziato a scrivere testi. La canzone è arrivata come una forma perfetta perché con essa univo la musica alle parole e pensare di dare questa cosa ad un’altra persona, con cui condivido la musica, è stupendo.
Tu la scrivi per te e già sai come sarà perché conosci la tua voce ma quando la condividi con qualcun altro, quella storia prende un’altra strada, un’altra voce, ed è una delle parti che mi piace di più. È davvero più bello, io mi sento bene quando posso essere utile per qualcun altro, per mettere insieme un pensiero, una storia. Anche quando scrivo qualcosa per me, con Iammarino ad esempio, è bello vedere lui come vede un aspetto, vederlo da un altro punto di vista. Poi ci sono delle canzoni che nascono e finiscono da sola ma quando poi hai una persona con cui condividerla, sia con cui la scrivi o la canti, è un altro tipo di lavoro e mi piace tantissimo. Lavoro inteso come qualcosa che svolgi, fatto con passione.
Ci saranno altre collaborazioni in futuro?
In questo momento sono veramente presa da questo tour e a livello di spostamenti non è facile. Non ho molto tempo ma la cosa che voglio fare è scrivere in italiano perché mi manca tantissimo. Ho diversi pezzi che ho accumulato in questi mesi, anche solo testi, e mi piacerebbe pubblicare qualcosa in italiano spero in autunno, non so bene quando. Magari da quello poi nasce una collaborazione.
Dove ti vedi in futuro? Ti piacerebbe fare tv, essere giudice di Amici, partecipare ad un programma tipo Tale e Quale?
Non ci ho mai pensato a dire la verità. Per ora mi concentro sulla musica. Starò per molti mesi fuori. Sarò a Los Angeles in autunno e non credo che ciò sia compatibile con questi programmi.
Nel 2012 hai partecipato a Sanremo Giovani con “Incognita Poesia”. Nel 2018 hai scritto un singolo “Senza Appartenere”, per Nina Zilli che ha partecipato a Sanremo. Due anni dopo ti sei presentata con ‘Come mia madre’. Ci riproverai quest’anno?
Sanremo è per i cantautori, i cantanti e gli autori, la vetrina più importante italiana. È un palco prestigiosissimo, io in questo momento non lo vedo nel mio futuro perché sarà spesso all’estero. Non saprei come incastrare le cose, non è una priorità in questo momento. Ma la vita è lunga.
Qual è il tuo sogno più grande?
Continuare a essere felice, per il resto l’importante è la famiglia, la salute, le persone a cui vuoi bene e le persone che ami. Fare le cose che ci piacciono perché la vita è fatta anche di lavoro, uno si sveglia la mattina e deve avere la voglia di fare qualcosa che ci piace. Ci sono tante persone che ahimè non hanno questa fortuna, io mi sento tanto fortunata e ho lavorato tanto per questo. Il mio sogno quindi è continuare a essere serena con me stessa. Godermi le piccole cose, essere sempre grate. Questa è la mia aspirazione massima.