C’è da scommettere che in camice bianco sarà eletto il medico più sexy e affascinante del piccolo schermo. Con il suo piglio ironico e seduttivo, l’attore Gianmarco Saurino è pronto a far capitolare il pubblico femminile e non solo nella nuova serie “Doc-Nelle tue mani”, in onda dal prossimo 26 marzo su Raiuno. Una serie che omaggia i medici mobilitati a far fronte alla straordinaria emergenza sanitaria che ha investito in queste settimane il nostro paese. Gianmarco interpreta Lorenzo, un medico che sarà costretto a fare i conti con un passato burrascoso e tormentato. In questa intervista, rilasciata in esclusiva a SuperGuida TV, oltre a parlarci di questa esperienza professionale e del suo rapporto con la medicina, il bell’attore ci svela qualche novità che riguarda la prossima stagione della fiction di successo “Che Dio ci aiuti”. E a proposito di famiglia, ci rivela di aver seguito, seppur in parte, le orme del fratello più grande. Una chiacchierata che ci ha permesso di affrontare con lui anche un discorso interessante sulla recitazione perché come ha dichiarato “recitare è come guardarsi allo specchio”. Gianmarco è un astro nascente della fiction e siamo sicuri che ci regalerà tante interpretazioni indimenticabili.
Intervista esclusiva a Gianmarco Saurino
1) Gianmarco, tra poco ti vedremo di nuovo in prima serata su Rai 1 con “Doc – Nelle tue mani”. Ci puoi raccontare qualcosa del tuo personaggio?
Interpreto Lorenzo Lazzarini che è un giovane medico chirurgo del Policlinico Ambrosiano di Milano. Lavora nel reparto di Medicina interna ed è uno dei medici più prestanti dell’ospedale. E’ specializzato nella Diagnostica per immagini e nasconde un passato abbastanza burrascoso. Ha vissuto la sua vita in modo pieno senza riuscire a risolvere alcuni quesiti della sua infanzia e adolescenza. Pertanto, ci sono cose che torneranno a galla e che peseranno nelle relazioni amorose, nei rapporti con gli amici e nel lavoro. Insomma, i fantasmi del passato continueranno a tormentarlo.
2) In che modo ti sei preparato ad affrontare questo ruolo? Qual è stata la cosa più stimolante, e quale la più difficile, di questo nuovo progetto?
Abbiamo avuto la fortuna di stare due settimane in ospedale a Roma al Policlinico Gemelli stando a contatto con i veri medici. L’abbiamo serviti tutto il giorno all’interno dei vari reparti accompagnandoli nel giro delle visite e durante alcune operazioni. Mi è servito anche a livello pratico perché ho imparato tante cose. Dagli aspetti più pratici come per esempio gli spostamenti all’interno dei reparti a quelli sociali che riguardano i rapporti tra primario e medico chirurgo e tra medico chirurgo e specializzando. Tutti aspetti che hanno reso più credibile il lavoro che sono andato a fare sul mio personaggio. Indossare quel camice è stata una grande responsabilità. Lo è stato a settembre quando abbiamo iniziato a girare e lo è ancora di più adesso in questa situazione di emergenza. L’aspetto più stimolante è stato mettere in scena dei professionisti valorizzandone le qualità umane. Pur facendo un mestiere eroico sono esseri umani con le loro paure e con i loro problemi.
3) Prima di girare questa serie che rapporto avevi con i dottori e la medicina? Sei ipocondriaco?
Non sono un grande fan della medicina. Credo di aver ereditato da mia madre un certo odio nei confronti degli ospedali. Non mi piace andarci così come credo a nessuno. Non sono un tipo particolarmente ipocondriaco. Preferisco non andare dal medico se ho un problema. Sono più alla Bob Marley nel senso che aspetto che le cose facciano il loro corso. Questa serie però mi ha fatto incontrare bravi professionisti che mi hanno fatto ricredere e mi hanno portato ad avere più fiducia.
4) Nella tua vita c’è stato un “prima” e un “dopo” qualche evento, come è successo al protagonista della serie TV?
Ci sono stati tanti piccoli eventi che mi hanno suggerito che più in basso di così non potevo scendere e che più male di così non potevo stare. Sono quei piccoli step che la vita ti mette davanti e che ti impongono di cambiare. Penso alla fine di una relazione, alla perdita di un lavoro, a non vincere un provino.
5) Siamo in piena emergenza coronavirus. Come stai affrontando questi giorni?
Ho seguito l’onda del silenzio. Credo che sia il momento in cui tocca fare agli altri mettendo da parte il proprio ego. In questo momento sto seguendo la situazione tifando per chi è prima linea per cercare di salvare più vite umane possibili. Per il resto ho cercato di costruirmi una certa routine senza “svaccare” troppo. Mi sono riposato un po’ visto che non lo facevo da tempo e ho rispolverato vecchie passioni.
6) I medici in queste settimane sono il simbolo dell’Italia che lotta. Quale eroe ti piacerebbe interpretare?
Per una questione di attaccamento alla mia terra, mi piacerebbe vestire i panni di Giuseppe Di Vittorio. Era un sindacalista di Foggia che ha sempre combattuto in prima linea per i diritti degli agricoltori. Sarebbe bello portare in scena un artista dalla forte connotazione politica dove per tale non si intende bandiere, fazioni, colori ma la socialità vera e propria.
7) Sei stato confermato anche nella serie “Che Dio ci aiuti”. Ci puoi anticipare qualcosa?
Le riprese dovevano iniziare il 30 marzo ma con l’emergenza è stato tutto posticipato. In questa nuova stagione Nico sarà in una fase di risoluzione. La definirei la stagione della maturità. Nico infatti porterà a compimento un certo processo e alcuni punti interrogativi si andranno a risolvere non solo dal punto di vista della storia ma anche a livello caratteriale. Anche nel rapporto con Monica ci saranno delle sorprese.
8) Ho letto che hai fatto animazione nei villaggi. Come ben sai i migliori conduttori nostrani sono partiti proprio da quell’esperienza. Hai mai pensato di intraprendere una carriera nella conduzione televisiva?
Non ci ho mai pensato. Penso sempre a Favino che ha condotto Sanremo in modo egregio. Sono dell’idea che il mestiere di attore ti apra tante porte permettendoti di fare tante cose. Per adesso mi concentro a fare l’attore ma sono dell’idea che ci si possa concedere la libertà di fare qualsiasi cosa. Se mi chiedessero di fare un reality direi sicuramente di no perché mi sentirei un pesce fuor d’acqua. Se però tra 10 anni mi venisse proposta qualche altra cosa ci penserei.
9) C’è un programma in particolare che ti piacerebbe condurre?
Seguo molto poco la TV perché devo confessare che non ho l’antenna. Non l’ho mai sistemata e in effetti è una delle cose che dovrei fare in questo periodo. Difficilmente durante la giornata guardo programmi televisivi. Seguo più Netflix e Amazon Prime. Sono però un grande fan di “Propaganda Live”.
10) In una tua intervista hai dichiarato hai deciso di intraprendere la strada della recitazione per superare la timidezza. Entrare in un personaggio è una liberazione o una perdizione? E’ anche un modo per scappare da se stessi?
E’ forse un modo per nascondere se stessi. Mettersi una maschera è sicuramente più comodo perché ti permette di nascondere delle parti di te che non ti piacciono. Il personaggio è qualcosa che è scritto su un copione e diventa vivo nel momento in cui lo interpreti. Un personaggio non può prescindere da te stesso. Il mio Amleto sarà l’Amleto di Gianmarco e non potrà essere né meglio né peggio rispetto a quello interpretato da un altro. Entrare in un personaggio ti permette di scappare da te stesso ma al contempo anche di renderlo pubblico. La recitazione è un gioco molto serio e se non lo fosse il pubblico non ci crederebbe. Ti permette anche di guardarti dentro perché nel momento in cui metti te stesso ad esempio all’interno di un personaggio crudele scopri delle parti di te che nella vita di tutti i giorni non sapevi di avere. Fare questo mestiere equivale a mettersi davanti ad uno specchio per tirare fuori un altro da te.
11) Nei tuoi ricordi c’è un film che ti ha dato la spinta per diventare attore? Come hai speso il tuo primo stipendio?
Il film che mi ha dato la spinta per intraprendere questa strada è stato “Big fish” di Tim Burton perché parla di menzogna e di immaginazione. In questo film il protagonista prende delle storie e le modifica a proprio piacimento per creare un personaggio che è la versione migliore di se stesso. Siccome facevo anche io così ho deciso di farlo per mestiere.
12) Come hai speso il tuo primo stipendio?
Non sono uno spendaccione e prima di acquistare qualcosa ci penso tanto. Tendo a fare invece regali per le persone che amo. Agli oggetti preferisco il cibo. Infatti amo mangiare e bere in compagnia di amici e fratelli. E poi spenderei i soldi per viaggiare.
13) Hai dichiarato che se non avessi fatto l’attore ti saresti dedicato ai viaggi. C’è un viaggio che ti è rimasto nel cuore? E quello invece che vorresti fare?
Sono amante del Sud America e ci sono stato già diverse volte. L’anno scorso sono stato a Cuba e in Laos. Il Sud America è uno dei posti più belli del mondo. Il viaggio che avrei voluto fare quest’estate ma che per ovvi motivi rimanderò è in Perù e Bolivia. E pensa che prima l’Asia non mi convinceva molto. Nella lista dei viaggi da fare metterei anche Vietnam e Cambogia.
14) Non sei amante dei reality ma considerando la tua passione per i viaggi ti piacerebbe partecipare a Pechino Express?
Ho capito di quale progetto si tratta ma non lo conosco fino in fondo quindi non saprei dire se mi può interessare o meno. A priori però dico no.
15) Ho letto che hai due fratelli più grandi. Hai seguito le loro orme?
In parte è stato così perché un fratello ha studiato montaggio cinematografico. Lui è entrato al Centro Sperimentale a Roma e ha studiato lì. Siccome ritengo che sia una delle scuole migliori dopo un po’ ho deciso di entrarci anche io. Insomma, l’ho copiato nella scelta. Abbiamo fatto un anno in contemporanea anche se poi abbiamo preso strade diverse.
16) A Verissimo hai rivelato di essere fidanzato. Come procede la vita sentimentale?
La vita sentimentale procede bene nonostante la distanza da coronavirus.
17) Prossime sfide?
Sarò impegnato spero quanto prima nelle riprese della serie “Che Dio ci aiuti” e di un film straniero. Ho letto la sceneggiatura e l’ho trovata meravigliosa. Ho finito da poco di girare anche un’opera prima per il cinema. Dal punto di vista professionale è un bell’anno.