Intervista a Gianluca Fubelli, in arte “Scintilla”: “A Back To School ci sarà da divertirsi. Mi sposo a 50 anni per amore e non per gossip. Farsi raccomandare da un politico non mi è mai successo, mi sentirei a disagio”

Gianluca Fubelli Scintilla

Gianluca Fubelli, in arte Scintilla, torna in onda con il programma Back To School, in onda dal prossimo 5 aprile su Italia 1, e che vedrà la conduzione di Federica Panicucci. L’attore comico, dopo l’esperienza dello scorso anno che vedeva la conduzione di Nicola Savino, vestirà i panni del “capoclasse”, un ruolo nuovo che sembra fatto a posta per Scintilla. Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato Gianluca, che oltre a parlare della nuova esperienza televisiva è pronto a festeggiare i 50 anni di età, a debuttare con il suo primo spettacolo teatrale dal titolo “Lo Chiamavano Scintilla” e di essere nel pieno periodo dei preparativi del matrimonio con la sua Federica.

Gianluca Fubelli, in arte “Scintilla”: l’intervista esclusiva

Gianluca è trascorso un anno dalla nostra ultima intervista: come stai?

«È stato un anno molto positivo lo stavo aspettando. Faccio 50 anni il giorno di Pasqua. È un anno dove sono cambiate molte cose, faccio il mio primo spettacolo a teatro, il 20 maggio mi sposo. Una persona che conosco mi ha detto “ma tu ti sposi all’età in cui tutti si lasciano?” Mi ha detto così”».

Questa che ti sposi è una notizia che ha scioccato tutti quando è uscita: raccontaci. 

«Era arrivato un momento in cui avevo detto basta. Volevo stare da solo, nonostante io sia un ottimo animale da compagnia, mi pace anche stare da solo. A un certo punto mi sono risentito con Federica Camba, la mia futura moglie, che era la cantante del mio primo gruppo di quando facevo Colorado nel 2012. Per 10 anni non ci siamo più sentiti, cominciamo a uscire, io ho iniziato a mettere dei paletti, poi le cose si sono amalgamate bene, è venuta a vivere da me, lei ha una bambina meravigliosa, e abbiamo deciso pii di sposarci. Ci sposiamo non per costrizioni gossippiane, ma per festeggiare quanto belli siamo insieme».

Come le hai chiesto di sposarti?

«Io non volevo fare nulla, tanto lo sapeva già che ci sposavamo. Sapevo che lei ci teneva alla proposta, ho noleggiato la sala di un cinema, le avevo detto che dovevo fare un cortometraggio, avevo invitato una quarantina di amici e alla fine del cortometraggio sullo schermo è arrivata la scritta “La proposta di matrimonio è oggi”. Si sono accese le luci in sala e c’ero io con l’anello».

Dopo questa parentesi romantica, passiamo a quella lavorativa: sarai nel cast fisso di Back To School, che da Nicola Savino passa a Federica Panicucci. Come valuti questo cambio alla conduzione?

«Con Federica non avevo mai lavorato, con Nicola si. Poi lui mi chiama nelle sue trasmissioni, siamo amici, ci troviamo bene a lavorare insieme. Sapevo che Federica avesse dei trascorsi comici, prima Bulldozer, poi in radio. Negli ultimi anni ha fatto la giornalista con Mattino 5, e devo dire che mi ha sorpreso perchè comunque l’orecchio comico è rimasto quello di quegli anni. Lei è una che ha molti anni di palcoscenico. È molto veloce, ascolta tanto e non fa cadere le battute. Qualsiasi cosa tu dica lei la prende. Mi ha stupito molto devo essere sincero».

Come hai vissuto questa promozione: sarai capoclasse?

«L’ho vissuta molto bene, soprattutto dopo la figuraccia dello scorso anno, mia mamma si è vergognata molto, pensa che comunque sia una sua mancanza la mia ignoranza. A parte gli scherzi, questo ruolo è molto leggero per me, non devo subire l’ansia. Durante le puntate vedrete diverse reazioni, c’è chi è più arrogante, chi la vive meglio. Sono stato molto felice di tornarci, perchè secondo me cercavano un collante tra i professori, la conduzione e gli alunni. Loro mi hanno messo lì per unire questi elementi. Tendenzialmente ero lì per tenerli a bada, ma invece vado a istigare un po’ tutti. Li prendo per i fondelli difendendoli, mi diverte molto la chiave che è stata trovata per il mio ruolo, cioè che non si capisce da che parte sono».

Cosa dobbiamo aspettarci? Quale dei concorrenti ti ha divertito di più?

«Cirilli, ma anche Gigi e Ross sono fenomenali, non posso spoilerare molto, ma è stato molto divertente».

Walter Zenga e Carmen Di Pietro invece?

«Vedrete… Anche Walter Zenga ha iniziato in un modo e poi ha cambiato atteggiamento con il passare del tempo. Carmen è una comica professionista. Lei mischia la simpatia con un po’ di furbizia. Non ti manca mai di rispetto, è sempre al posto giusto. Mi è piaciuta tantissimo. Poi c’era il figlio lì che si vergognava. C’era da fare due puntate solo su Carmen, trasmette una simpatia unica, piacevolmente sorpreso. Sempre molto educata».

Cosa ti aspetti dopo questo programma?

«Nella mia crescita, oltre allo spettacolo di quest’anno, c’è la voglia di condurre un programma».

Sempre dell’idea che l’unico reality che faresti è Pechino express? Chi porteresti con te?

«Al momento neanche quello. Se dovessi farlo porterei un comico, non saprei dirti quale attore al momento. Vedi se tu sei un comico, le persone si aspettano che tu faccia il comico. Non vorrei deludere le aspettative. C’è stato un tentativo di mettere comici nel GFVIP e sono stati due tentativi disastrosi. Non è il contesto giusto e non è quello che vogliono. Dall’Isola dei Famosi, l’unica attrice comica uscita in maniera comunque vincente è Valentina Persia, che oggi fa serate e lavora moltissimo. Lei è bravissima».

Lei ha fatto Tale e Quale Show: tu lo faresti? Anche come Paolantoni e Cirilli?

«Si mi piacerebbe. Paolantoni e Cirilli sono geniali, sono molto divertenti».

Il mondo della comicità sembra essere tornato di moda: vedi LoL, i comici da Fazio, a Stasera tutto è possibile. Lo stesso Back To School. Pensi che in tv la comicità abbia acquisito una nuova veste grazie alle ospitate, rispetto invece a quando c’erano programmi con tanti comici tutti insieme come Zelig o Colorado? Secondo te è una cosa positiva?

«È sicuramente una cosa positiva, anche perchè c’è stato un cambiamento molto grosso, negli ultimi anni va molto lo stand up, quindi un ricambio generazionale di noi che facevamo comicità di quella generazione c’è stato solo in Max Angioni, che si è trovato al posto giusto nel momento giusto essendo anche molto bravo. Purtroppo tutti i programmi di palcoscenico sono morti, lo standupper per la televisione italiana non funziona ancora, quindi tutti i telespettatori di una vecchia generazione grazie a questi programmi hanno ritrovato la leggerezza di una comicità, neanche tanto strutturata perchè è tutta improvvisata. Purtroppo non c’è stato il cambio generazionale, se volessimo fare Zelig con attori nuovi chi prendi?».

LoL oppure Stasera tutto è possibile, come Paolantoni e Izzo, ti piacerebbero come programmi?

«LoL a chi non piacerebbe, certo che lo farei. A volte mi chiedo perchè le scelte ricadono su alcuni personaggi che sanno che non possono dare più di tanto, soprattutto quelli arrivati dal web. I The Jackal invece sono molto bravi. Anche Stasera Tutto è Possibile mi piacerebbe, io ci sono stato in passato, è stato molto divertente. Mi trovavo lì a giocare perchè lì non hai il copione, non devi prepararti i pezzi».

Accetteresti mai un programma solo perché sei amico dell’attuale premier, che ti ha segnalato? Si parla molto di Pino Insegno in questi giorni: cosa ne pensi?

«Se fosse una segnalazione così forte mi sentirei un po’ male perchè mi sentirei uno che deve fare le cose grazie a.. e non per la qualità di come lavoro. Questa cosa mi darebbe molto fastidio. Però devo anche dirti che se tu hai un’opportunità di fare qualcosa, e quel qualcosa lo farai talmente bene, perchè bisognerebbe buttarla via quell’occasione. Io capisco l’imbarazzo, io mi sentirei a disagio: il fatto di dire non ho le qualità quindi ho bisogno della spinta per lavorare, questo mi metterebbe a disagio. Però se posso dimostrare di dover fare quello che so fare e lo posso fare bene allora io direi di si. Lui è uno bravo, ha fatto un sacco di cose anche di qualità, adesso passare per quello che lavora solo perchè è amico della Maloni è bruttissimo».

Ti è mai capitato di essere raccomandato o di pensare di esserlo?

«Non mi è mai successo, ho sempre lavorato in posti numerosi, a Zelig eravamo in cento. Ti dico la verità a un certo punto i “Turbolenti” il gruppo di cui facevo parte, vivevano una fase dove non brillante, lì secondo noi, Diego Abatantuono ci ha un po’ aiutato. Aiuti da parte dei politici no, mai avuti».

Qualcuno che grazie a una raccomandazione ha preso il tuo posto?

«No mai successo. È una questione di scelte. Ci sono autori, produttori, che si appoggiano alla tranquillità piuttosto che la qualità. Capita che con un attore hanno già lavorato, oppure che hanno avuto delle dinamiche diverse. Non c’è mai stato un vero e proprio “calcione” per quelle cose lì».

Progetti, mi parlavi dello spettacolo a teatro?

«Lo spettacolo si chiama “Lo chiamavano Scintilla”, parlerà degli ultimi 25 anni, da quando ero a Roma e mi sono trasferito a Milano. Debutterà con la prima il 9 maggio al Teatro Lirico Giorgio Gaber a Milano. All’inizio della mia carriera ero un po’ acerbo, non facevo monologhi, poi mi sono esercitato molto su questo, sono andato anche in due puntate di Only Fun. Ci saranno poi delle piacevoli incursioni di Romolo Prinz e Giulio Cesare, quello è ovvio».

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