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Genius, recensione (no spoiler) della serie antologica di National Geographic di Noah Pink

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Siamo nel 2017, e National Geographic debutta nel mondo della serialità con un progetto televisivo antologico di grande successo dal titolo Genius. Una serie destinata al piccolo schermo che vuole raccontare con dovizia di particolari alcuni dei più grandi geni, per l’appunto, che hanno reso celebre il Novecento.

Da Albert Einstein a Pablo Piccasso, fino alla “Regina del Soul” Aretha Franklin, la serie antologica ideata da Noah Pink e Kenneth Biller ha avuto inizio nel 2017 con la prima stagione dedicata al famigerato scienziato tedesco, per poi terminare nel 2021 con la più grande cantante afroamericana di sempre. Le tre stagioni intere di Genisu sono attualmente disponibili su Disney+.

La trama di Genius

La prima stagione racconta due periodi della vita di Albert Einstein(il premio Oscar Geoffrey Rush): il primo come un impiegato di brevetti che lotta per ottenere una posizione di insegnamento e un dottorato, il secondo come scienziato rispettato per lo sviluppo della teoria della relatività. La seconda stagione racconta due periodi della vita di Pablo Picasso, con il volto del candidato all’Oscar Antonio Banderas: il primo da giovane alla scoperta del suo talento, il secondo da celebre artista alle prese con l’ascesa del fascismo ed il prezzo della fama. La terza ad ultima stagione racconta diversi periodi della vita di Aretha Franklin, qui interpretata da una bravissima Cynthia Erivo: da giovane cantante gospel all’età di dodici anni, fino a diventare la stella nascente, incoronata “Regina del Soul”.

Genius, perché vederla?

Perché per tutti gli appassioni di Storia con la S maiuscola e delle biografie dei grandi che l’hanno cambiata per sempre, la serie antologica di Pink e Biller è pane per i loro denti. Certo, le tre stagioni seguono pari passo i grandi eventi della vita sia pubblica che privata dei tre grandi personaggi di cui si occupa il progetto televisivo firmato National Geographic, forse con troppa pedissequità. Eppure, in Genius c’è tanto da guardare, analizzare, approfondire.

Proprio come leggendo le pagine di un libro di storia, la serie con Geoffrey Rush, Antonio Banderas e Cynthia Erivo appassiona e costringe lo spettatore ad empatizzare con la vita e la mente senza precedenti di queste grandissime personalità, uomini e donne che con il loro talento innato hanno cambiato per sempre il mondo in cui viviamo adesso. Tra i produttori esecutivi dell’intero progetto televisivo in tre stagioni, anche Brian Grazer e il regista premio Oscar Ron Howard, che ha diretto il primissimo episodio dedicato ad Albert Einstein.

Perché non vedere Genius

Innanzitutto, Genius è un progetto seriale che non può essere consigliato ad un pubblico di spettatori televisivi alla ricerca di leggerezza e di azione. Chi si accosta alla serie antologica di Pink e Biller vuole conoscere da più vicino le storie pubbliche e private di questi grandi personaggi, mettere da parte tutte le conoscenze scolastiche e spesso superficiali su Einstein, Picasso e la Franklin per dare una possibilità al mezzo televisivo di potersi temporaneamente sostituire a quella che una volta era l’enciclopedia.

Ma se non si è consapevoli di andare incontro ad un progetto suddiviso in tre stagioni che sfrutta al massimo tutti gli stilemi e gli elementi del racconto biografico che oggi va tanto di moda anche al cinema, statene assolutamente alla larga, noi vi abbiamo avvertito per tempo!

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