Francesca Tandoi è una pianista, cantante, compositrice e straordinaria band leader, che vanta ormai da anni un percorso costellato di successi in tutto il mondo. Tandoi si può definire una vera e propria eccellenza del jazz italiano, che in soli pochi anni di carriera ha portato la sua musica in giro per il globo e le sue performance sono state accolte con entusiasmo dal pubblico e dalla critica.
Ha collaborato, fra i tanti, con artisti del calibro di Scott Hamilton, Philip Harper, Joe Cohn, Owen Hart jr, Anthony Pinciotti, Lee Pearson, Jason Brown, Darryl Hall, Luis Nash, Dave Blankhorn, Marjorie Barnes, Florin Nicolescu, Sergey Manukyan e molti altri. Come leader del suo trio, dal 2014 ad oggi ha già all’attivo sette album, tra cui “Winddance”, che appare nella classifica “top10 best jazz albums of 2017” della famosa rivista giapponese “Jazz life”.
Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato in esclusiva Francesca Tandoi, in seguito all’uscita del suo nuovo album “BOP WEB” che la pianista, cantante e compositrice jazz ha realizzato in collaborazione con Matheus Nicolaiewsky (basso) e Sander Smeets (batteria). Il disco vede in oltre la presenza del chitarrista Daniele Cordisco in qualità di special guest.
Francesca Tandoi, intervista esclusiva alla pianista jazz
“BOP WEB” è il suo nuovo album: come nasce questo progetto e questo titolo?
“È un trio molto internazionale, ci sono io, poi c’è un batterista olandese e un contrabbassista brasiliano. Ci siamo conosciuti in Olanda quando studiavamo al Conservatorio dell’Aia. È stato un beo periodo quello perchè quel conservatorio attira gente da tutto il mondo, ho avuto la possibilità di cono ere moltissimi talenti. Non è un caso quindi che questo trio sia così internazionale. Il titolo non ha un significato particolare, è un piccolo gioco di parole, è il titolo di un brano che ho scritto io e prende spunto da una composizione degli anni quaranta”.
Come si è avvicinata al pianoforte e al mondo del Jazz?
“Prima di iniziare a suonare avevo avuto modo di ascoltare il Jazz, non facendo parte io di una famiglia di grandi appassionati del genere. Da piccola, quando ancora non suonavo il pianoforte, venni a contatto con questo stile musicale e me ne sono innamorata subito. In seguito mi sono appassionata a piano. La cosa importante è che ho iniziato subito a suonare con altre persone. Poi sono andata in Olanda e da lì è partita la mia carriera internazionale”
C’è un incontro fortuito che ti ha cambiato la carriera?
“Diversi, uno in particolare in Olanda con Frits Landesbergen, un insegnante della scuola, che mi ha vista e ha tirato fuori un po’ il diamante dalla pietra. Io ero una giovane allieva della scuola e lui un musicista affermato. Gli piacque molto come suonavo e mi chiamò a suonare nella sua band. Con lui ho fatto un disco, ho fatto vari tour. È stato il primo che mi ha lanciato nel mondo artistico quello vero”.
So che siete in giro con un tour: c’è stato un momento particolare?
“Il tour è partito a gennaio da Parigi, abbiamo girato varie capitali europee, e devo dire a mia sorpresa sono stati tutti sold out. Questo grazie un po’ anche ai social, perchè io ho un certo seguito su Instagram e devo dire che ho potuto toccare con mano che questo seguito esiste. Forse quello più emozionante deve ancora arrivare, perchè suonerò a fine luglio al Lincoln Center di New York, e quella è forse la data più importante ed è un piccolo grande sogno che si avvera perchè come jazzista non americano essere invitati a suonare in quel luogo non è una cosa che succede tutti i giorni. Sarà una data molto emozionante”.
Che rapporto ha con i social e come riesci a veicolare il tuo lavoro attraverso i social?
“Diciamo che nonostante avessi già fatto tante cose prima, l’utilizzo dei social mi ha fatto conoscere a un pubblico più ampio e più variegato. Io dico spesso ai giovani musicisti di utilizzarli nella maniera giusta perchè è una buona vetrina. A me è successo che un video è andato bene e mi ha fatto conoscere”.
C’è un momento difficile della sua carriera?
“Non c’è un momento specifico in particolare, è successo in passato che delle volte non ci si sente all’altezza di certi contesti e si ha paura di non farcela. Questa è una cosa che accomuna un po’ tutti gli artisti. Oggi succede un po’ meno perchè ho fatto pace con i miei limiti e le mie qualità, so come gestire quello che so fare e quello che non so fare”.
Un momento bello?
“Ti dico di quest’anno, quando ho suonato al Blue Note di Milano, ed era l’unica data italiana del tour. Ho sentito tanto amore dalla gente. Mi sono sentita a casa dopo due mesi di tour all’estero. A me piace molto l’energia del pubblico”.
Quando ha capito che era quella la sua strada e poi di avercela fatta?
“La cosa che mi viene da dire è che io non ce l’ho fatta ancora. Mi onora questa domanda e sapere che qualcuno possa pensare che io ce l’abbia fatta. Per me già il fatto di fare il lavoro che mi piace e che mi permette di vivere bene, già quello per me significa farcela. Diciamo che molte cose che ho immaginato si sono realizzate, quindi finora in alcune cose ce l’ho fatta, ma ci sono tanti altri obiettivi da raggiungere. Poi avere obiettivi mantiene giovani”
È scaramantica: fa qualcosa prima di esibirsi?
“No zero, sento che molti colleghi hanno amuleti e rituali, io no”
Ricorda la prima cosa che ha comprato con i primi soldi guadagnati con il suo lavoro?
“Certo, delle scarpe. Avevo letto che una star mondiale della musica con il primo guadagno aveva comprato delle scarpe e quindi ho voluto ricordarmi di quel momento. Fu uno dei miei primi paia di scarpe con il tacco”.
Lei è stata di recente ospite a GialappaShow: la sua esibizione ha ottenuto un successo anche sui social. Che rapporto hai con il successo?
“Mi piace molto. L’idea di avere successo, anche magari di andare in televisione. Devo dire che un po’ di ansia c’era. Volevo ringraziare Vittorio Cosma, direttore artistico della parte musicale che è lui che mi ha voluta, e che mi ha fatto questo bellissimo regalo”
Giudice o docente di un talent le piacerebbe? Oppure Ballando o Pechino Express?
“Fare l’insegnate a quei livelli è secondo me un po’ presto, però mi piacerebbe. Ballando e Pechino si mi piacerebbe un sacco”.
È stato difficile per una donna come lei imporsi nel suo mondo? C’è ancora divario nel suo settore tra uomo e donna?
“Diciamo che c’è divario perchè c’è minoranza di donne strumentiste nel Jazz. Piano piano sta cambiando questa cosa, e sono certa che tra un po’ di anni si raggiungerà la parità. Le donne sono più cantanti in questo contesto musicale. Io ho dovuto sempre dimostrare di essere capace di saper fare il mio lavoro, poi sono sempre stata accettata una volta aver dimostrato le mie qualità”.
Ci sono alcune professioniste che preferiscono l’articoli il: Il direttore o La direttrice d’orchestra ad esempio. Lei su questo argomento che idea si è fatta?
“Io sono molto attenta ai diritti delle persone. Credo che attaccarsi alla questione degli articoli sia una cosa un po’ superflua. Ci si attacca a queste cose e si perdono di vista le cose importanti. La vera parità è che siamo tutti uguali”.
Progetti futuri?
“Sto lavorando a un disco che prevede la presenza del piano trio, che sarebbe pianoforte contrabbasso e batteria, e un quartetto d’archi. Un progetto che è in cantiere. Poi ho delle date programmate fino all’anno prossimo”.
Sogno nel cassetto?
“Ho realizzato tanti sogni, ci sono quelli grossi ora, siccome questa è l’unica cosa su cui sono forse un po’ scaramantica, posso dirvelo solo dopo averlo realizzato?”