Ultimamente si fa un gran parlare di Flavio Insinna e i fuorionda di Striscia. Molti, i giornalisti italiani, delle più importanti testate che hanno espresso la loro opinione in merito alla vicenda.
Noi ve ne riportiamo i principali, per avere una visione equilibrata e giusta degli accadimenti, che sia equidistante dagli eventi narrati dal punto di vista di Ricci, e di Insinna, suo malgrado.
Ecco cosa scrivono:
- Selvaggia Lucarelli
- Paolo Giordano
- Chiara Maffioletti
- Malcom Pagani
sulla vicenda dei fuorionda del conduttore di Affari tuoi trasmessi dal tg satirico di Canale 5.
Selvaggia Lucarelli – Il Fatto Quotidiano
Parliamo di Flavio Insinna e di quello che è accaduto ieri a Striscia la notizia, perché oggi gli Affari suoi sono un po’ sulla bocca di tutti. Per farla breve, Ricci ha mandato in onda l’audio di uno sfogo di Insinna durante una riunione con gli autori di Affari tuoi. Lo sfogo era stato registrato da qualche presente di nascosto e poi mandato a Striscia che con lui ha delle vecchie ruggini. (ricordate Staffelli che gli consegna il tapiro e Insinna che gli chiede come mai non lo danno a Greggio che ha evaso il fisco?)
Vabbè, che Ricci sia vendicativo lo sanno pure i muri e infatti io ci tenevo a ribadire qui che lo trovo simpatico, intelligente, brillante e pure un bell’uomo. Se vuole il sabato pomeriggio gli spiccio anche casa[…] Allora. E’ abbastanza complesso prendere una posizione sulla vicenda perché ci sono due piani distinti.
Da una parte c’è il contenuto di una riunione di redazione che doveva rimanere all’interno di una redazione. Dall’altra c’è quel contenuto e basta. In entrambi i casi, qualcuno ne esce malconcio. Ne esce malconcio l’infame (sì, l’infame) che ha registrato di nascosto Insinna e ha mandato quel file non solo ad uno che non aspettava altro, ma pure a una rete concorrente, quindi tradendo sia la fiducia di un conduttore (che evidentemente parla in presenza di persone che forse non stima, ma di cui si fida) che quella di un’azienda.
Insomma, io non so chi sia l’infame, ma sia ben chiaro che se pensava di buttare Insinna nel pozzo, è con l’acqua alla gola pure lui. E lo beccheranno. Si potrebbe dire che magari era vessato, era stanco di quelle accuse, di quelle urla, di quell’arroganza. Bene, tirava fuori le palle e lo diceva. Si trovava un altro programma, andava a fare l’elemosina. Qualsiasi cosa, qualsiasi gesto, qualsiasi “vaffanculo” avrebbe avuto più nobiltà di quella registrazione a tradimento.
E se proprio avesse voluto mostrare quanto Insinna sia diverso da come appare (ci sta che ti salga la carogna a subire quelle sfuriate e a vederlo sempre gioviale e gentile in pubblico), avrebbe dovuto consegnare quel file a viso scoperto. Io forse in qualche modo l’avrei pure apprezzato.
Poi c’è il contenuto, quello che ha detto Insinna. Il fatto che strida con la sua immagine di bonaccione, di amicone, di conduttore amico della gente.
E’ difficile dimenticarsi del contenuto in virtù del fatto che gli sia stata fatta un’infamata. Sarebbe giusto, probabilmente, ma ormai quelle parole le abbiamo sentite e devo dire la verità, un po’ mi dispiace. Ho letto praticamente ovunque la difesa d’ufficio “Eh, tutti diciamo cose orribili, se ci registrassero finiremmo tutti come lui!”. E’ vero. O meglio, quasi vero. Se registrassero la maggior parte di noi in casa, probabilmente usciremmo più ammaccati di Insinna[…]
E dirò di più: ho lavorato con tantissimi conduttori e solo un paio di volte ho pensato che fossero dei cafoni irrispettosi. Ad una scenata così non ho mai assistito. Il passaggio “colpiscila al basso ventre” per alludere al fatto che dovesse essere più “televisiva” e “La merce la lavoro io” quando la merce a cui fa riferimento sono delle persone che vanno lì a giocare, beh, è oggettivamente pessimo. E che non passi che è sempre così, ovunque. Esiste anche un mondo di datori di lavoro rispettosi, che magari si incazzano ma rispettano comunque le persone con cui lavorano.
Inutile girarci intorno. Insinna ne esce male. Per quello che mi riguarda, non come una brutta persona, perché non sarà questa registrazione a raccontarci chi sia veramente. Ma di sicuro come uno che nel lavoro è un cinico. Come quasi tutti, direte voi. Sì, ma degli altri non ho ascoltato le riunioni di redazione.
E qui si torna al punto di partenza. E’ lecito giudicare qualcuno per quello che dice in un luogo privato e che lì dovrebbe rimanere? No, non lo è. Il problema è che quando lo dici, è già troppo tardi. Quindi chiedo scusa a Flavio Insinna. L’ho già (un po’, solo un po’) giudicato. Non dovevo farlo, ma era appunto troppo tardi.
Non chiedo invece scusa all’infame che ha girato quel file a Ricci. Spero ti becchino e ti piazzino sotto al cavallo della Rai col cartello al collo “Sono la merda che ha passato l’audio a Striscia”. Mica per altro, la gogna e lo sputtanamento che sono toccati a Insinna, dovrebbero essere anche un po’ Affari tuoi.
Paolo Giordano – Il Giornale
Un contesto che porta a chiedersi per quale motivo, a fronte di una violenza verbale così evidente, nessuno ne abbia mai parlato finora. Di solito, tutto ciò che accade negli studi tv viene quasi istantaneamente diffuso dal pubblico via Twitter o Instagram.
In ogni caso, l’immagine di Insinna ne esce drammaticamente intaccata, proprio lui che negli anni si è mostrato come il bravo figlio di famiglia, attaccatissimo alla mamma e, dopo la sua recente e virale apparizione a Carta Bianca della Berlinguer su RaiTre, anche modello di educazione e civiltà.
Nel suo intervento, infatti, si era dilungato sulla necessità di uguaglianza e sui diritti fondamentali che spettano a ciascuno di noi, scatenando l’ammirazione di chi non aspetta altro per applaudire con entusiasmo.
Però il servizio di Striscia ha subito scatenato la prevedibile polemica sui social network, innescando la dietrologia (è la vendetta di qualche autore subissato dalle critiche) e naturalmente le fazioni opposte, come sempre separate e lontane. Comunque andrà a finire, l’«affaire Insinna» è destinato a tenere banco per i prossimi giorni.
Non è certo in dubbio il futuro Rai di questo conduttore (altrimenti il direttore non avrebbe fiatato). Ma lo è l’affetto del pubblico turbato da queste registrazioni e dal contrasto evidente con il profilo pubblico di uno dei volti più conosciuti della Rai. Un turbamento così forte da non considerare che, in casi di nervosismo oppure di grande stanchezza, ciascuno di noi inciampa in frasi, aggettivi e accenti nei quali successivamente non si riconosce.
Chiara Maffioletti – Corriere della Sera
Meno di dieci minuti. Tanto è bastato se non per cancellare il fare bonario, l’animo mite, i modi gentili di Flavio Insinna almeno per far venire a molti seri dubbi sull’autenticità del suo carattere. Un dubbio resta: se ha detto quello che ha detto sono, nemmeno a dirlo, affari suoi oppure tutti rischiamo di dire ogni giorno frasi di cui ci vergogneremmo tremendamente se venissero trasmesse in tv?.
Malcom Pagani – Il Messaggero
Ogni carattere presenta il suo conto e quello di Insinna, giurano quelli che lo conoscono bene, alterna gentilezze a isterie, istanti di serenità a temporali, luce a buio.
Ora, in attesa di capire a che punto sia la notte e quanto siano larghe le spalle del conduttore per sopportare la tempesta, si può solo rivelare come la televisione non sia impermeabile al clima di sputtanamento feroce che in molti ambiti, tra una registrazione rubata sotto le lenzuola, una telefonata messa in rete e un fuorionda, imperversa da anni imbarbarendo clima generale, protagonisti, vittime e carnefici.
Conclusioni
Di certo la mia opinione non sarà influente come quella dei giornalisti sopra citati, tuttavia voglio dirvi che il mio pensiero sposa, in linea di massima, ciò che hanno detto un po’ tutti, soprattutto la Lucarelli.
Il vero problema in questa vicenda, a mio avviso, non è il fatto di per se, quanto lo “sputtanamento” mediatico di un uomo, fatto da un infame, che ha pensato bene di registrare una riunione di redazione – che dovrebbe rimanere privata – e poi darla in pasto a Ricci, che ovviamente ci si è avventato come un avvoltoio.
Nel nostro privato, diciamo cose orribili, che non pensiamo, soprattutto quando siamo arrabbiati. Tuttavia non giustifico i modi del conduttore, che in ogni caso non era al mercato, bensì in una riunione aziendale.
Detto questo, non mi sento di condannare Insinna – fino in fondo – l’infame si, invece. Spero che presto salti fuori il suo nome e sia esposto alla gogna mediatica come Insinna. Ammettiamolo.
Per quanto tu possa avercela con qualcuno. Certe carognate non si fanno. Se si ha una dignità, ovvio!