Rosario Fiorello si racconta in un’intervista a Il Corriere della Sera. Lo showman italiano parla della felicità e dei momenti che hanno segnato la sua vita. Rosario ricorda quelli vissuti insieme a suo padre, ma anche quelli vissuti grazie alla sua straordinaria carriera e a sua moglie Susanna.
Fiorello: «La ritrosia per Sanremo nasce dalla morte di mio padre»
«La felicità non è un sentimento assoluto, noi proviamo solo momenti di felicità, “felicità a tratti”, come cantava Tonino Carotone. Certo, se pensi alla carriera, alla riuscita nel lavoro, ai figli meravigliosi, pensi di aver raggiunto la felicità. Ma non è così» – Racconta Fiorello nell’intervista a Il Corriere della Sera, e aggiunge: «Il ricordo più bello della mia infanzia, è la Befana della Guardia di Finanza, ci andavo con mio padre. Era molto eccitante, non ci dormivo la notte, anche perché erano regali che, all’epoca, non ci saremmo potuto permettere. Mio padre era l’artista di famiglia, era la nostra autoradio, cantava tutte le canzoni di Modugno, deve aver influenzato Beppe».
Di sua madre, lo showman dice: «Mia madre si chiama Rosaria come me: quando stavo per nascere ebbe una complicazione molto grave, i medici la davano per spacciata e io con lei. Miracolo, alla fine ci siamo salvati tutt’e due. Con mia mamma c’è un legame molto forte, ora ha 87 anni, è la dedizione in persona, ha sempre fatto il suo lavoro quotidiano di madre con grandissimo amore. Ancora oggi, tutte le mattine (lei ora vive a Roma), ci prendiamo il caffè assieme. C’è una cosa che mi è rimasta nel cuore: la prima volta che mio padre disse: “Hanno aperto una pizzeria”. Quando assaggiai per la prima volta la pizza dissi “da ora mangerò solo pizza”: ancora oggi è il mio piatto preferito».
Fiorello ricorda la morte del padre
Rosario ricorda poi il momento più triste della sua vita, quello legato alla morte del suo amato papà, avvenuta mentre lo showman si trovava a Sanremo: «Il momento più triste della mia vita è stata la morte di mio padre. Stava ballando con mia madre, si è assentato un attimo, l’hanno trovato morto seduto sul sedile. Io ero all’inizio della mia carriera, a Sanremo con Radio Deejay (non so se l’ho mai detto ma la mia ritrosia per Sanremo nasce da questo evento), chiamavo casa e non mi rispondeva nessuno. Poi ho fatto un giro di parenti e mi dissero che mio padre stava male, di tornare subito (in realtà era già morto). Mi dispiace che non abbia visto nulla di quello che ho fatto. Il mare di Sanremo mi ricorda sempre le lacrime che quella sera ho versato per mio padre di cui avevo ancora tanto bisogno. Ho pensato pure di smetterla, di non tornare più a Milano, di finirla lì. Mi sarebbe piaciuto trasmettergli l’orgoglio per il mio lavoro, per quello che sono riuscito a fare. Mi sono sentito realizzato solo quando sono riuscito a comprare la casa. Oggi però sono anche orgoglioso di essere riuscito a formare la mia famiglia: io, Susanna, Olivia e Angelica. Olivia è figlia del primo marito di Susanna».
La carriera e gli inizi in radio
Fiorello racconta degli inizi della sua carriera e dei consigli che gli sono stati dati: «Il miglior consiglio in campo professionale l’ho ricevuto da un capo villaggio, Enzo Ulivieri, quando lavoravo come animatore: “Tu non devi più lavorare al bar, tu devi fare l’animazione perché il tuo futuro è questo, tu questo non l’hai ancora capito”. Durante l’intervista, Fiorello ricorda anche Bibi Ballandi, la persona che lo ha portato in Rai per la prima volta.
La carriera vera e propria di Fiorello parte dalla radio: «La radio è il mezzo che più mi stimola la fantasia, l’immaginazione è tutto, sia per chi la fa che per chi l’ascolta. Per questo non mi piace la radio in tv. Se dovessi dire però dove io rendo al cento per cento è il teatro, quando sono sul palco, non ho l’ossessione degli ascolti mattutini. La tv è molto cambiata, sono cambiati i suoi ritmi. Il varietà non morto, ma bisogna trovare una nuova chiave di trasformazione. Adesso bisogna trovare un’altra chiave e spero di trovarla io per primo. A volte sono tentato di dire “ora smetto”. Non sento più quella voglia di “esserci”, però se arriva l’idea mi sveglio. Adesso mi piacerebbe provarmi in un morning show (dalle 7 del mattino in poi, per me le 7 sono già mezzogiorno), ci stiamo annusando per vedere se su Raiuno si possa fare una cosa così. È un’idea prostatica ma in Italia nessuno l’ha mai tentata» – Racconta Rosario.
Il rialzarsi dopo la caduta grazie a Susanna
Lo showman ha anche vissuto un periodo buio legato al suo lavoro: «Dopo il grandissimo successo del Karaoke, a Milano, non sono riuscito a sostenere il peso di una celebrità esagerata e improvvisa. Ero l’uomo più famoso d’Italia e non ho saputo gestire il peso di quel successo. Quando arrivai quinto al Festival di Sanremo del 1995, dove tutti mi davano per vincitore iniziò la discesa. Arrivò puntale la depressione e.. il resto è storia. Susanna ha rimesso il treno sui binari. Ero andato a Roma perché Maurizio Costanzo mi aveva chiamato a “Buona domenica”. Una sera eravamo io, Giovanni Malagò e Max Biaggi, e Malagò ci propose di andare a casa di suoi amici per giocare a “Mercante in fiera”, era il periodo natalizio. Una delle amiche di Malagò era Susanna. Il presidente del Coni è stato Cupido, la freccia dell’amore».
Fiorello e i social
Dopo la radio, la televisione e il teatro, per Fiorello arriva la Rete e i social media: «Quando sono apparsi i social ho avuto una sorta di ubriacatura. Poi arrivò l’Edicola. Ho usato molto i social durante il lockdown con Jovanotti anche per tenere compagnia alla gente, infine ho sentito il bisogno di staccare, anche perché, nel frattempo, ho provato cosa sia l’odio sui social. A Sanremo ho fatto una battuta sui no vax, ma solo su quelli che credono che con il vaccino ci iniettassero anche un microchip e i poteri forti. Di fronte a tanta violenza, a tanta ostilità ho chiuso».