Raoul Bova, intervista al Festival del Cinema di Venezia 2023: “Il mio sogno è sempre stato fare l’allenatore”

Raoul Bova

Raoul Bova arriva al Festival del Cinema di Venezia 2023 e conquista tutti. L’attore è in laguna per presentare la sua nuova fiction targata Mediaset dal titolo ‘I Fantastici 5’ che è stata proiettata in anteprima all’80edizione della mostra. Un progetto che vuole far comprendere come lo sport possa aiutare in caso di disabilità.

Intervista all’attore Raoul Bova

Noi di SuperGuidaTV abbiamo video intervistato in esclusiva Raoul Bova. L’attore ci ha parlato dei ‘Fantastici 5’ e dell’importanza di vedere in prima serata tematiche così delicate trattate in modo non stereotipato. La serie tratta la storia di 4 ragazzi, affetti da disabilità, che si allenano ogni giorno per arrivare a gareggiare alle Paralimpiadi.

È stata un grande onore e una grande soddisfazione far parte di questa fiction. Ringrazio il coraggio degli sceneggiatori, della Lux, di Mediaset che per primi sono riusciti a raccontare una realtà che forse nessuno aveva mai raccontato. Raccontata poi in modo non stereotipato, non banale e anche molto moderno di quello che può essere il concetto dello sport sia di persone normali che di atleti paralimpici“.

Nella fiction Raoul Bova è Riccardo, un insegnante di atletica che deve preparare dei ragazzi ma che diventa anche loro amico. Ti è mai capitato di incontrare una persona come lui che ti incoraggiasse ad andare avanti?

Io nella mia esperienza sportiva ho incontrato sia persone che non mi hanno aiutato, anzi vedevo che la non comprensione portava a una riduzione delle mie prestazioni sportive, così come alcuni allenatori hanno tirato fuori il meglio di me, hanno creduto in me. Soprattutto nei momenti difficili sapevano che termini e che modalità usare per spronarmi e fare meglio, a volte c’è bisogno di dolcezza, di un abbraccio, altre volte di un atteggiamento più deciso, per dire dai non ti lamentare, vai avanti perché è proprio il momento in cui devi riuscire a farcela“.

In cosa ti somiglia questo personaggio?

Mi somiglia nel fatto dell’allenatore che è sempre stato il mio sogno nella vita reale. Quando ho smesso di fare nuoto, ho fatto tre anni di Isef perché il mio obiettivo era diventare allenatore proprio perché ho avuto delle situazioni in cui avrei voluto un allenatore diverso e ho pensato che forse potevo esserlo io per qualcuno che verrà“.

Riccardo insegna che si può vincere ma anche perdere. Nella tua vita qual è stata la tua vittoria più bella e quale la sconfitta più cocente?

Si può vincere e si può perdere. La cosa importante è che chi ti sta intorno applichi questo concetto. E difficile dirlo ad un’atleta che si può vincere o perdere, perché tutti gareggiano per vincere, ma se si perde non si deve creare il dramma, non si devono allontanare gli atleti, non si deve avere quell’esclusione. Lo sport è inclusività anche per chi perde, anzi l’allenatore a volte dovrebbe lavorare più su chi perde che su chi vince“.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here