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Fausto Russo Alesi a Venezia 81: “La vita è anche concretezza” | Intervista

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Abbiamo intervistato in esclusiva Fausto Russo Alesi a Venezia 81 per la sua partecipazione al cortometraggio di Marco Bellocchio intitolato Se posso permettermi – Capitolo II . Nel cast vi sono anche: Barbara Ronchi, Rocco Papaleo, Giorgia Fasce, Filippo Timi, Pier Giorgio Bellocchio, Fabrizio Gifuni ed Edoardo Leo. Ecco cosa ci ha raccontato della sua esperienza sul set e del suo personaggio, ma anche di come si ritenga sempre onorato e fortunato di essere scelto da Bellocchio per i suoi lavori.

Intervista esclusiva a Fausto Russo Alesi

Fausto è un fannullone o un uomo annichilito dalla vita?

Non lo definirei un fannullone. Sicuramente è un uomo che ha dedicato tutta la sua vita a un suo grande interesse ovvero l’interesse per lo studio, la letteratura gli autori e i libri, come se si rifugiasse in quel mondo lì, pensando anche che è basta quello per nutrirsi. Certo quello è veramente tanto, ma la vita gli arriva addosso. La vita è anche concretezza, sono relazioni … In questi frammenti, che sono il primo e questo secondo capitolo, è come se si confrontasse, come se gli arrivasse addosso la vita e lo smuovesse e lo tirasse fuori da questa sua apparente rassegnazione.

Oggi si dice tanto che i giovani siano allergici alla parola lavoro. Rispetto a prima manca il senso di responsabilità e sacrificio? 

Penso che non sia necessariamente così. Dipende da ognuno, da ogni persona, da cosa cerca, con chi ti formi, con chi cresci, quali e quanti esigenze hai e come vuoi raccontarti. Il lavoro fa parte del nostro vivere quotidiano. Io parlerei più di passione. Quando il lavoro coincide con una passione questa è una grande passione e sarebbe bello che tutti  potessero trovare la passione in quello che fanno. Purtroppo non è sempre così e alcune vite sono più difficili di altre, però credo che questa tematica del lavoro, che è presente nel corto, sia in realtà anche una delle cose che ci caratterizzano. Il lavoro è una parte del confronto con gli altri. Siccome questo personaggio è un personaggio che probabilmente ha da uscire dalla sua zona confortevole per andarsi a confrontare con chi non si è mai confrontato anche per scoprire delle parte di sé anche nuove. 

Ti abbiamo visto in tanti ruoli impegnati, anche con il maestro Bellocchio. Nella scelta dei ruoli da cosa ti lasci guidare? 

In questo caso è sempre una meraviglia e una fortuna poter essere scelto da Marco Bellocchio per interpretare un ruolo nelle sue opere. Lui quando pensa agli attori cerca sempre qualcosa di profondo che corrisponde con il personaggio, qualcosa di interiore e di intimo. Io ho una fiducia totale nell’essere guidato dentro il suo mondo e quindi mi sento a casa. In generale, quando comunque devo scegliere su cosa concentrare le mie energie, cerco sempre qualcosa con cui mi posso implicare, dove posso raccontare, regalare o affrontare una parte di me stesso. 

Il video integrale

 

Domande a cura di Giulia Bertollini

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