Fancy Dance, la recensione del thriller drammatico

Fancy Dance

Dalla misteriosa scomparsa di sua sorella, Jax ha cominciato a prendersi cura della nipote adolescente Roki. Le due vivono nella riserva nazionale di Seneca-Cayuga, dove la polizia dei nativi cerca di mantenere l’ordine in una situazione per nulla semplice, in una sorta di microcosmo. Mentre le ricerche proseguono senza sosta, Jax riceve la visita di suo padre – un “uomo bianco” che si è risposato con un’altra donna dopo la scomparsa della moglie, anch’essa indiana. In Fancy Dance un giorno Roki riceve la visita dei nonni e poco dopo Jax si ritrova in casa i servizi sociali, che le sottraggono l’affidamento della ragazzina. Quest’ultima è comunque desiderosa di partecipare al powwow, una festa tradizionale del suo popolo, e la zia ne approfitta per portarla via di nascosto e condurla in un viaggio on the road sulla tracce della madre dispersa.

Fancy Dance: sangue del tuo sangue – recensione

Una storia di famiglia e se la famiglia è quanto mai complicata come quella della protagonista il risultato non può che essere carico di ulteriori aspettative e sfumature. Ed ecco così che dinamiche tipicamente da thriller sono utili per scavare nei rimossi di rapporti infranti, un elemento acuito ancora maggiormente per via dell’incontro/scontro tra due culture, quella dei nativi d’America e quella moderna dell’uomo bianco, due mondi apparentemente inconciliabili.

Fancy Dance non fa sconti nell’offrire un ritratto impietoso di come ancora oggi siano trattati gli abitanti originari di quelle terre, ormai ridotti a una vita ai margini e vittima di razzismi vari e assortiti; e di come per sopravvivere in una società ostile, sia per loro spesso necessario scendere a compromessi.

Fino all’ultimo ballo

Il dramma fortunatamente evita patetismi o retorica di sorta per un approccio sincero e crudo, che penalizza parzialmente l’impatto emotivo in favore di una verosimiglianza d’impatto, trascinando lo spettatore nel dramma privato vissuto dai personaggi. Non è un caso che la regista Erica Tremblay provenga dal mondo documentaristico e che Fancy Dance sia il su esordio nel cinema di finzione, nel quale si getta con la spontaneità tipica del suo passato dietro la macchina da presa.

Il cast offre il meglio a cominciare dalla protagonista Lily Gladstone, ormai lanciatissima dopo la sua folgorante interpretazione in Killers of the Flower Moon (2023) di Martin Scorsese – per la quale ha ricevuto una candidatura all’Oscar, perdendo la sfida con una obiettivamente imbattibile Emma Stone. Disponibile in esclusiva su Apple TV+, il film nella sua ora e mezzo risulta incisivo e riuscito, trovando la giusta sintesi tra tensione di genere e impegno sociale.

Conclusione finale

Dopo la scomparsa della sorella, la protagonista si prende cura della nipote adolescente Roki nella riserva indiana dove vivono. Ma quando i servizi sociali decidono di affidare la ragazzina ai nonni “bianchi”, Jax decide di mettersi in proprio sulle tracce della consanguinea, coinvolgendo anche Roki nella ricerca on the road.

Un thriller drammatico che ci accompagna nella cultura dei nativi d’America, senza approfondirne gratuitamente il tessuto sociale ma concentrandosi con la giusta lucidità sul dramma personale dei personaggi, alle prese con un mondo ingiusto dove possono contare soltanto su loro stessi, minoranza di un’America che non ha mai fatto veramente i conti con la propria violenza. Fancy Dance può contare su un cast intenso capitanato da Lily Gladstone e su una regia precisa, capace di trovare sempre il giusto focus.

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