Quando pensi a Virginia Raffaele, subito ti vengono in mente mille volti: Belen Rodriguez, Sandra Milo, Maria Elena Boschi e si potrebbe continuare ancora. Sono tutte il frutto di quelle imperdibili imitazioni che l’hanno resa famosa tra il pubblico televisivo in cui l’attrice assume completamente le sembianze della vittima prescelta.
Dal 18 maggio potremo gustarcele in prima serata su Rai due nel primo one – woman show intitolato Facciamo che io ero che regalerà tante risate al pubblico, registrando sicuri risultati in termini di audience.
L’ambientazione particolare dello studio di Facciamo che io ero
Virginia Raffaele ha trascorso gran parte della sua infanzia al luna park dove i suoi nonni avevano un banco e che l’ha segnata parecchio dal punto di vista artistico. Da lì la scelta di ricostruire a Cinecittà l’ambientazione di un circo in cui l’attrice potrà muoversi liberamente nelle sue mille trasformazioni. Sono previste quattro puntate in cui sicuramente rivedremo tanti dei personaggi che ci hanno divertito in passato e nuove figure, sulle quali però non si hanno anticipazioni.
La Raffaele ammette di essere alquanto scaramantica e preferisce dunque non svelare nulla di ciò che andrà in scena.
La Raffaele si dice molto ansiosa per la nuova trasmissione, tanto da non dormirci la notte. Lei è una perfezionista e le piace che tutto sia perfetto, l’ansia da prestazione è pertanto giustificata. Facciamo che io ero sarà interamente condotto e interpretato dalla Raffaele, un vero impegno da grande artista.
La grande capacità di trasformismo di Virginia Raffaele
Il titolo Facciamo che noi ero nasce da un’idea della attrice: riprende la frase che si pronuncia da piccoli quando si gioca e si finge di essere una persona. E’ ciò che in fondo fa la Raffaele quando si cala nei panni del personaggio da imitare.
Ogni ruolo nasce dopo un attento studio del personaggio tramite video, foto, interviste per carpire quanto più possibile di lui. Poi inizia la parte interpretativa in cui la Raffaele dà libero sfogo alla fantasia. Ciò che intende offrire l’attrice non è solo una fedele imitazione, ma anche una parte inventata non necessariamente realistica. C’è da sottolineare che ogni personaggio richiede circa quattro ore di trucco e due di strucco.
La carriera di Virginia Raffaele nasce dalla sua tenacia
Nell’arco della sua carriera Virginia Raffaele ha incontrato tanti “no” e tante porte chiuse in faccia. Alcuni le dissero che non era tagliata per quel mestiere, ma di certo non fecero desistere l’attrice dall’inseguire il suo sogno.
La perseveranza e la sua tenacia l’hanno ripagata alla lunga. Ora è arrivato il traguardo della prima serata, una consacrazione, ma per l’attrice questa è solo una tappa di un lungo viaggio nel mondo televisivo.