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Fabrizio Moro anticipa il “no” a Sanremo 2025 e attacca i rapper: “Salvo Geolier”

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Tra i fan c’è chi lo vorrebbe in gara nella sezione Big di Sanremo 2025, ma dal suo canto Fabrizio Moro nega la candidatura al Festival della Canzone condotto da Carlo Conti. L’occasione che il cantautore capitolino ha, di poter tornare a raccontarsi, parlando dei nuovi progetti nel mondo della musica e non solo, è un’intervista concessa a La Stampa. L’artista, nell’intervista, si schiera contro il fenomeno dei rapper nel mercato musicale di oggi. E il riferimento è al sistema di vendite nel mondo della musica, rivoluzionato dallo “streaming” – che a portata di mano dei più giovani penalizzerebbe le terze generazioni e la sua categoria. Complici, le copie digitali (inclusi gli ascolti in streaming online come su Spotify) vendute al posto dei dischi fisici.

Fabrizio Moro, no a Sanremo e il commento contro i Rapper

Incalzato sui quesiti del giornale, Fabrizio Moro appoggia la posizione di Marco Masini. Si aggiunge alla lista dei cantanti che rifiutano l’idea di tornare sul palco del Teatro Ariston. Questo, indipendentemente dal ruolo di direzione artistica e conduzione di Sanremo 2025, affidato a Carlo Conti. Il cantautore fa ora parlare di sé, non solo per il suo contributo filantropico da protagonista all’evento di beneficenza Emergency all’Unipol Forum di Milano. Desta clamore anche il motivo alla base del suo “no” alla kermesse della Canzone italiana.

«Voglio godermi quello che sono riuscito a creare e costruire in vent’anni di carriera…non mi piace mettermi in fila», spiega il ben due volte vincitore di Sanremo. Viste le dinamiche che ci sono adesso non mi va di fare sala d’attesa insieme a una pletora di ragazzini che hanno pubblicato un singolo o poco più.».

L’ex insegnante di canto ad Amici di Maria De Filippi si aggiudicava nel 2007 Sanremo categoria giovani del Festival, con il brano di denuncia della criminalità organizzata e la negligenza delle istituzioni rispetto alla malavita e il malaffare, Pensa.

Il cantautore spiega i motivi del ‘non-ritorno al Festival’

Nel 2018, poi, si aggiudicava il trionfo nella sezione Big del Festival, con il brano scritto a quattro mani insieme a Ermal Meta, che vuole essere un inno alla pace contro il terrorismo e ogni azione di guerra: “Non mi avete fatto niente”.

E, seppur vantando nel curriculum vitae ben sette presenze di partecipazione al Festival della Canzone, l’artista sceglie oggi di prendere le distanze dalla kermesse ligure e ogni forma di competizione che possa vederlo contrapporsi ai nuovi rapper. Un fenomeno quest’ultimo beneficiato dal rinnovato sistema di vendite in musica: con le nuove regole, che hanno rivoluzionato l’industria musicale, il sistema malato penalizzerebbe la sua generazione di cantautori.

«Il cantautorato della mia generazione sta per essere soppresso – spiega quindi il suo punto di vista, il 49enne, nella contestazione della musica di istigazione all’odio.

A voglia a chiamarci per fare i concerti per la pace, chiamate i rapper o i rapper che farciscono le classifiche di streaming e vediamo cosa succede. Il vero danno lo hanno fatto le piattaforme di streaming. Non ci sono filtri, prosegue poi l’inedito Fabrizio Moro, nella riflessione.

Lo sfogo non lesina critiche sul regolamento del Festival ligure, con riferimenti alle selezioni delle canzoni ammesse alla gara della Canzone: “Prima dovevi affrontare il direttore artistico e lui ti diceva se era giusto o sbagliato quello che facevi oggi no. C’era un filtro tra te, i media e il pubblico. Non c’è più gavetta”.

Moro salva Geolier!

Anche il Festival della Canzone italiana, quindi, si lascerebbe influenzare dalla moda della musica del momento -di rapper e non solo- che detta tendenza sulle piattaforme di musica digitali, come vorrebbero i giovanissimi. “Ogni anno c’è il disco più streammato della storia della musica ma è una bufala. Non è vero. Tra acquistare e streammare è tutta un’altra cosa“, prosegue il grido di Moro, nel timore di un possibile crollo della sua categoria.

Eppure, tra i fenomeni-giovani del momento si salva il secondo classificato al Festival di Sanremo 2024 e ora tra gli artisti più premiati -per le vendite musicali- ai Tim Music Awards 2024. Geolier mi piace molto” – ammette Fabrizio, a sorpresa dei fan del rapper nato nel difficile quartiere di Secondigliano a Napoli, in Campania. Nelle canzoni del  secondino, c’è il grido di una rabbia sociale nella quale il capitolino si riconosce.

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