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Fabrizio Corona rompe il Silenzio, dopo due anni la prima intervista al settimanale Chi

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Fabrizio Corona dopo due anni di silenzio stampa torna a rilasciare interviste e decide di farlo con il suo caro amico Gabriele Parpiglia. Come già anticipato sul profilo Instagram del giornalista e autore tv, mercoledì 16 maggio sul settimanale Chi potremo leggere per intero l’intervista realizzata a Fabrizio Corona: la prima, dopo la scarcerazione.

Fabrizio Corona rompe il silenzio: “Io vittima della mala giustizia”

Fabrizio Corona il cui lavoro è legato all’immagine in questi mesi dopo la scarcerazione aveva il divieto assoluto di usare i social, di postare foto e di rilasciare interviste. Questo periodo è finalmente finito e Corona può appropriarsi di quelle che sono le sue attività legate al suo lavoro.

Ha ottenuto infatti, il permesso dai giudici di tornare a svolgere la propria attività lavorativa che è basata sull’immagine. Quindi rivedremo Fabrizio presto sui social e come chicca abbiamo un’intervista rilasciata all’amico Parpiglia sul settimanale Chi diretto da Alfonso Signorini.

Tuttavia, è stato precisato dal tribunale, che Fabrizio Corona potrà tornare ad usare i social e avrà completa libertà a patto che i contenuti divulgati non facciano riferimento all’andamento del suo percorso di recupero nella comunità terapeutica.

Le prime parole di Corona nella sua prima intervista

Io come singolo individuo contro un macigno più grande e forte di me che non voglio identificare con nessun nome poichè, dopo questa intervista, ricominciamo da capo. E come me, vittima della mala giustizia, ci sono tante altre persone.”

Fabrizio Corona ripercorre il suo dramma iniziato il 10 ottobre del 2016

Fabrizio Corona ricorda il giorno dell’arresto avvenuto il 10 ottobre di due anni fa. Un giorno indimenticabile per lui, quando lo portarono in prigione con l’accusa di aver nascosto più di 2 milioni e mezzo di euro nel sottotetto di un’abitazione di una sua collaboratrice.

Fabrizio Corona continua la sua intervista e ripercorre passo -passo quei drammatici momenti di quel fatidico giorno.

Trattato come il peggiore dei delinquenti, ammanettato come il peggiore dei mafiosi e il tutto sotto gli occhi del figlio minorenne e della madre, che è poi svenuta:

“Mi chiama il mio avvocato, Ivano Chiesa, e mi dice tre parole: “Ti devi consegnare”. Avevo due ore di tempo. Riunisco le persone care a casa di mia madre.

Arrivati da mia madre, Chiesa mi ha detto che il giudice aveva deciso di sospendere l’affidamento, ma non aveva una spiegazione.

Ho abbracciato forte mio figlio, avevo paura, dieci uomini sono venuti a prendermi con modi bruschi, come se fossi uno dei peggiori criminali.

Tutto sotto gli occhi di mio figlio. L’ho guardato e gli ho detto: “Papà ce la farà”. Ho incrociato lo sguardo di mia madre e per la prima volta ho provato dolore.

Corona è stato poi condotto a San Vittore dove alle sue spalle il cancello si è chiuso con un rumore sordo che non scorderà mai. Quel rumore, ha sottolineato, era la sua entrata all’inferno.

Per fortuna l’incubo è finito e noi auguriamo a Corona che il futuro possa sorridergli sempre. Bentornato Fabrizio!

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