Olga è reduce da un burrascoso divorzio con suo marito Victor e la separazione ha fortemente traumatizzato anche la figlia della coppia, la piccola Vera. La bambina è affidata prevalentemente alla madre ma il padre, che ha già una nuova compagna, può vederla spesso, in una sorta di custodia condivisa.
Olga si è trasferita in una nuova casa e proprio lì nella soffitta trova un antico baule, presuntamente appartenente ai precedenti proprietari. All’interno la donna trova un enigmatico diario, contenente quelli che sembrano i deliri scritti a mano da un potenziale assassino. E quando tra quelle quattro mura cominciano ad avvenire strani fenomeni e Vera inizia a dare dei segni di instabilità sempre più marcati, Olga scoprirà qualcosa di spaventoso…
El Diario, recensione film: le pagine del mistero
Il prologo e un paio di flashback offrono indizi ben precisi, in una sceneggiatura che è sin troppo limitata nel suo schematismo. El Diario si affida ad un gioco di paradossi e contro-paradossi, con ipotetici viaggi temporali a innescare le dinamiche narrative di questo thriller pseudo-horror, spesso confuso pur nel suo limitato numero di personaggi ed eventi.
In questa produzione spagnola, resa disponibile direttamente nel catalogo di Amazon Prime Video, si tenta di delineare una partita di reazioni causa-effetto nella gestione di questi legami familiari che appaiono sempre più compromessi, ma il tutto si risolve in una sequela di improbabili coli di scena che trainano la storia verso un altrettanto fiacco e assurdo epilogo.
Una dolorosa verità
La regia a quattro mani di Emma Bertrán e Alba Gil è impalpabile, complice anche un basso budget che limita al minimo sindacale gli effetti speciali, con ombre malfatte a caratterizzare quelle manciate di scene a sfondo “sovrannaturale” che fanno deragliare il racconto sui lidi del fantastico. E lo script sembra una sorta di versione assai ridotta di un altro film indigeno di qualche anno fa, il ben più riuscito Durante la tormenta (2018) di Oriol Paulo.
Ma se lì il numero di cliffhanger e di rivelazioni era tale da rendere avvincenti anche le svolte parzialmente più implausibili, in El Diario la breve durata e la scarsità di eventi e passaggi clou è talmente priva di mordente da far perdere di interesse già dopo la prima mezzora. Complice anche un cast poco carismatico alle prese con personaggi di cartapesta, che si muovono unicamente in un paio di ambientazioni spoglie e anemiche.
Conclusioni finali
Una separazione non senza strascichi ha visto Olga trasferirsi in una nuova casa insieme alla figlioletta Vera, profondamente turbata dalla rottura tra mamma e papà. Tra quelle quattro mura domestiche si trova un baule, contenente all’interno un misterioso diario che sembra custodire i pensieri omicidi di uno psicopatico.
El Diario è un thriller che dilaga nell’horror e nel fantastico, sperando di convincere lo spettatore a suon di improbabili e forzati colpi di scena. Tentativo fallito in pieno, non soltanto per via di una sceneggiatura confusa e paradossalmente povera di eventi, ma anche per la relativa messa in scena a basso budget dove un cast svogliato e ridotto si barcamena in cerca di inverosimili verità.