E’ salito sul palco dei David Di Donatello per ricevere la statuetta come Miglior attore non protagonista per il film “Qui rido io”. Eduardo Scarpetta ha commosso tutti dedicando la vittoria al padre Mario, venuto a mancare quando aveva 11 anni. Dopo il successo della serie “Le fate ignoranti” e il trionfo ai David di Donatello la sua carriera è sempre più in ascesa. Quando gli facciamo i complimenti per il premio ricevuto ci fa notare che sono stati tanti i messaggi che ha ricevuto. Con la sua ironia napoletana, dice: “Il mio cellulare è praticamente da buttare”. Noi di SuperGuida TV lo abbiamo videointervistato in esclusiva e ci siamo fatti raccontare qualche curiosità in più anche sulla serata della premiazione dei David di Donatello.
Intervista ad Eduardo Scarpetta, protagonista del film “La donna per me”
Eduardo Scarpetta ha preso parte al film “La donna per me” diretto da Marco Martani. Nella commedia romantica, Scarpetta veste i panni di Giulio, un amico di Andrea: “Giulio instilla il dubbio nella mente di Andrea e in questo aspetto sento un’affinità con me. Mi ha ricordato molto lo stand up comedian Daniel Sloss. Nonostante la sua vita sregolata, dice cose importanti e che fanno riflettere. Alla fine del secondo show, suggerisce di guardare bene la persona che si ha accanto perché il confine tra il compromesso che tu devi necessariamente trovare nell’altra persona è sottile rispetto al cambiare la tua natura a favore o sfavore dell’altra persona. Anche io come Daniel Sloss credo nell’amore. Finché morte non ci sei separi è la frase più bella del mondo ma se non si è convinti del passo che si sta per fare può anche diventare una congiura”.
Come vede l’amore oggi Eduardo Scarpetta? L’attore rivela: “Oggi ci sono molte più distrazioni rispetto al passato. Un tempo quando si partiva per andare a fare il marinaio si spedivano le lettere e si viveva con l’attesa di una risposta. Quell’umanità è stata sostituita da quella virtuale”.
Eduardo Scarpetta vorrebbe rivivere la premiazione dei David di Donatello e fa una precisazione. L’attore colto dall’emozione rivela di aver fatto una gaffe sul palco: “Mi sono accorto di aver fatto una gaffe e nessuno se ne è accorto. Avevo detto sul palco che venticinque anni fa mio padre diede a Mario Martone il manoscritto originale di Qui rido io. Non è vera questa cosa perché il manoscritto in questione era quello de La figlia di Iorio. Questa cosa me l’ha fatta notare mia sorella appena mi sono seduto”.
Eduardo non ha ancora metabolizzato il momento della premiazione: “In questo breve periodo di tempo stanno succedendo delle cose bellissime e ognuna di queste meriterebbe di essere metabolizzata singolarmente. Ad inizio aprile il mio agente mi aveva comunicato della candidatura ai David di Donatello. Io non pensavo proprio che questo accadesse. Poi dopo è uscita la serie Le fate Ignoranti e non mi aspettavo questo grande successo. Ho vinto il David e ora sto girando un film con Tony Collette e Monica Bellucci. Ieri mentre ero sul set e mi stavano provando un tatuaggio sul braccio, entra Tony Collette e mi abbraccia facendomi i complimenti. Emozioni fortissime che sto vivendo tutte insieme. L’altra sera con mia sorella ci scherzavamo su. L’importante però è rimanere con i piedi ben piantati a terra perché in queste situazioni è facile perdersi”.
Una vittoria che Eduardo Scarpetta ha voluto dedicare al padre. Gli abbiamo chiesto quale sia stato l’insegnamento più importante che gli ha trasmesso: “Ho perso mio padre a 11 anni e mezzo. Voleva che diventassi un calciatore. Mio padre era un attore teatrale e ha recitato con i più grandi. Aveva una sua compagnia e girava l’Italia. Tutte le persone che lo hanno conosciuto mi dicevano che lui sul lavoro era molto preciso e rigoroso. Sapeva perfettamente cosa voleva. Mo padre ci rimaneva male se a fine spettacolo non si andava tutti a mangiare insieme al ristorante. Era una persona che amava lo stare insieme, la convivialità”.
A conclusione della video intervista, abbiamo chiesto ad Eduardo Scarpetta se ci sia un regista con il quale gli piacerebbe lavorare in futuro. Il giovane e promettente attore nostrano non fa nomi ma spiega: “Ci sono delle persone con cui voglio lavorare. Fortunatamente ho avuto il piacere di lavorare con registi come Saverio Costanzo, Luchetti, Martone che hanno una sensibilità particolare. Bisogna accettare il fatto che noi attori durante la lavorazione del film viviamo un processo. La persona che mi dirige deve aiutarmi e comprendere questo processo. Generalmente sono una persona che fa tantissime domande al regista per capire come approcciarmi al meglio al personaggio. Il regista dà sempre gli ingredienti ma poi è l’attore a dover fare la torta”.