“Portami lontano” è il nuovo brano di Dj Skizo, nome d’arte di Maurizio Bonizzoni, uscito lo scorso 31 maggio. Il brano vede la collaborazione del rapper campano e noto volto televisivo Clementino – scratch by DJ Bront. Un brano che “Celebra l’amore per la musica e la vita come antidoto nei momenti scuri e difficili. – afferma DJ Skizo – Ho creato un sound potente, che legato ad un refrain solido non lascia dubbi”.
Clementino è di parere simile e aggiunge: “Sicuramente la canzone “Portami Lontano” rappresenta la salvezza della vita attraverso le note musicali. Per quanto riguarda il Rap mi sono lasciato andare dal fuoco del processo creativo scrivendo tutto d’impatto. Abbiamo toccato l’eccellenza. Finalmente Rap come Dio comanda”.
Portami lontano è un brano dedicato alla musica in generale come via di salvezza e di risoluzione nella vita, Clementino si destreggia tra rime appuntite ed un ritornello estremamente solido e di impatto, la produzione magistrale di DJ Skizo e Chryverde, impreziosita da Guarinoni non lascia dubbio questa traccia possa essere un Istant Classic. Da tenere sempre in una playlist Urban e HipHop.
Noi di SuperGuidaTv abbiamo intervistato Dj Skizo e con lui abbiamo parlato del nuovo singolo ma anche della scena rap italiana.
DJ Skizo: intervista esclusiva
“Portami lontano” è il nuovo brano di Dj Skizo: come nasce l’idea del brano e la scelta di coinvolgere Clementino?
“Il brano nasce in studio in collaborazione con Chryverde con l’idea di creare una traccia di forte impatto. Durante la fase di lavorazione mi sono accorto che il brano poteva avere grossa potenzialità. Il fatto che ci fosse un’amicizia lavorativa e umana che mi lega a Clementino da più di 20 anni mi ha spinto a proporre a lui il brano. Lui dal canto suo da lì a poco è arrivato col testo, e in studio abbiamo creato la magia. C’è stata una grande preparazione, un lavoro enorme dietro questo brano, quando lui è arrivato in studio aveva le idee molto chiare, abbiamo in seguito rifatto piano, basso e le chitarre grazie anche all’aiuto di Andrea Guerinoni”.
Clementino ha detto che è stata toccata l’eccellenza, un rap come Dio comanda. Cosa ne pensa?
“Credo che in uno dei momenti più bui della musica, questa canzone possa realmente, se veicolata bene, alzare l’asticella e portare un vento di freschezza”.
Il rap spesso è sotto attacco per tematiche e strofe. Secondo lei quanto deve essere libera di esprimersi la musica? C’è il timore di toccare certi argomenti quando si scrive un pezzo?
“I pezzi non si costruiscono a tavolino, chi costruisce i brani a tavolino sono persone che necessitano o sono veicolate da terzi a scrivere pezzi a tavolino. Sono persone che devono scrivere una certa musica per andare in una certa direzione. Il problema di frasi o temi trattati, è un problema che non esiste. In America sono anni che si affrontano certi temi nelle canzoni. Il rap è un megafono della strada e deve essere libero senza catene. Quello che contesto è la pochezza e lo spessore degli argomenti. Gli attacchi che ne derivano dai media vanno a ledere l’arte non l’artista. Il fatto che la stampa si occupi delle tematiche affrontate dal rap è normale: e non sarà il cantautorato che farà parlare, il rap fa parlare da anni e continuerà a farlo, bisogna però veicolare questa cosa nella maniera più artistica possibile”.
Cosa ha pensato quando il pezzo era pronto?
“Portami lontano è un po’ la descrizione di un’immagine, un suggerimento musicale, come antidoto a momenti stridenti quali. La povertà, la corruzione e la guerra. La musica può fare la rivoluzione, ma deve farla con classe ed energia positiva. La musica è libera e ognuno può darne la propria interpretazione e lasciarsi trasportare”.
Oggi molte donne si sono avvicinate al rap.
“La percezione italiana viaggia con dieci anni di ritardo rispetto alla scena americana ed europea. Per noi non è niente di nuovo, le donne sono sempre esistite nella scena rap, solo che erano una minoranza. È solo un bene che le donne facciano parte del rap: le donne ci vogliono nel rap”.
Come si è avvicinato alla musica e quando hai capito che quella sarebbe diventata la tua strada?
“Non avevo scelta, quella era la mia strada. È la musica che sceglie te. Ho iniziato a muover i primi passi e a esprimermi grazie ad una predisposizione innata per il suono Hip Hop e Black in generale”.
Ricorda cosa ha comprato con il suo primo guadagno, e quale è stato il momento più bello e quello più difficile della sua carriera?
“Ho comprato una batteria elettronica, una Roland 626. Il momento più bello è stato quando sono salito sul palco e ho performato una tournée con Mike Patton. Beh, il momento più buio è stato quando ho perso un amico, si chiamava Krash Kid uno dei ballerini più forti al mondo”.
Con chi le piacerebbe fare un’altra collaborazione?
“Non posso anticipare molto, ma in questo disco mi sono levato molte soddisfazioni. Mi piacerebbe collaborare con Alborosie esplorando il sound reggae classico”.
Progetti futuri
“Con il disco siamo in atto di stampa, a breve uscirà la tracklist. Posso dire che sto lavorando a un mio libro, si tratta di una autobiografia personale e dell’hip hop italiano”.