Davide Locatelli, classe 1992, è uno più giovani e di grande talento tra pianisti e compositori italiani. Figlio d’arte, fin da piccolo inizia a studiare pianoforte: a 4 anni la sua prima lezione dal padre “Tati”, ex batterista dei Dalton. Dopo essersi diplomato al conservatorio, nel 2011 esce ‘’Tunnel’’, primo album di inediti del pianista. Seguono altri album e tournée negli Stati Uniti toccando locali prestigiosi come il Blue Note di New York e il Dont Tell Mammas. Nel 2014 è nei 60 finalisti di SanRemo giovani, mentre nel 2015 partecipa con successo alla terza edizione di Tu si que Vales su Canale 5. La sua performance risulterà la più cliccata del web. Collabora con Alvaro Soler, Gabry Ponte e nel 2018 firma il suo primo contratto con Sony Music.
A maggio 2018 esce ”Pirates of the Caribbean” il suo primo singolo prodotto da Sony Music che diventa rapidamente virale sul web, raggiungendo in poco tempo il milione di visualizzazioni su Youtube. Erano 10 anni, con Ludovico Einaudi, che in Italia un brano per solo pianoforte non raggiungeva questo risultato. Tra lentante esperienze c’è anche quella a All Togheter Now su Canale 5. Inizia poi la sua collaborazione fissa con il brand Dolce & Gabbana. Nel 2022 gira il mondo tra Milano, Los Angeles, New York, Tokyo etc con il suo nuovo spettacolo: Holo Piano Show. Il 29 giugno entra nella storia battendo un Guinness World Record tenendo il concerto per pianoforte sulla vetta più alta al mondo. Noi di SuperGuidaTv incontriamo Davide all’uscita del suo nuovo album Merry Dave Christmas. Con lui parlato di questo progetto ma anche di tanto altro.
Davide Locatelli: l’intervista
Merry Dave Christmas è il tuo primo album natalizio. Come è nata l’idea di reinterpretare classici di Natale in chiave jazz?
“È una interpretazione che ha molto di più del semplice Jazz. Ci sono tante sperimentazioni tra varie contaminazioni musicali. Ho voluto dare voce a tutti gli studi fatti in questi 32 anni di vita. Mi sono messo in gioco con dei grandi classici del Natale rivisitati alla mia maniera. Mi ha dato tante soddisfazioni perché era la prima volta che mi cimentavo con un genere dove mi ero ancora cimentato poco come il Jazz”.
Tra le 10 canzoni della tracklist, c’è un brano a cui sei particolarmente legato? Se sì, perché?
“Mi piacciono tutti perché sono pezzi che mi hanno accompagnato da bambino durante il periodo natalizio, uno in particolare mi è piaciuto come ho personalizzato Last Christmas, il brano che chiude l’album. Quello secondo me è il pezzo dell’album”
Hai già due Guinness World Record e progetti straordinari alle spalle. Qual è stata l’esperienza più memorabile della tua carriera?
“Fortunatamente posso dire di averne avute parecchie, sicuramente il primo è stato l’incontro con Dolce e Gabbana dove poi è iniziata una collaborazione che dura ancora oggi. Sicuramente anche l’esperienza in India dove ho suonato sulla vetta più alta al mondo. Anche l’incontro con il maestro Roberto Rosso che è stato il mio primo discografico e con il quale ho condiviso momenti importantissimi della mia carriera è sicuramente uno da ricordare”.
Hai collaborato appunto con Dolce&Gabbana. Cosa rappresenta per te questo sodalizio tra moda e musica?
“Rappresenta la mia vita. Quando è arrivata la mail ero entusiasta, la prima volta non era andata in porto, adesso sono contento e onorato di rappresentare un grande brand italiano nel mondo”.
Hai reinterpretato la Sinfonia 40 di Mozart girando il video a Hollywood. Qual è stata la sfida più grande di quel progetto?
“È uno degli ultimi singoli. Quando ti avvicini a brani del genere hai sempre gli occhi puntati addosso pronti ad attaccarti soprattutto quelli degli addetti ai lavori, e specialmente per uno come me che è sempre andato fuori dagli schermi. Ne vado fiero di quello che faccio anche se a qualcuno fa storcere il naso. Quando ho distrutto il pianoforte a Los Angeles è stato uno dei momenti più significativi artisticamente parlando”.
La tua partecipazione a Tu sì Que Vales nel 2015 ha avuto un grande impatto, con la tua esibizione tra le più cliccate del web. Come ha influenzato la tua carriera questa esperienza?
“Ero negli Stati Uniti, non avevo preso in considerazione subito la telefonata, poi sono andato. Diciamo che le cose non sono andate come dovevano andare, la tv non è meritocratica. Sono stato escluso dalla finale ingiustamente. Ho condiviso il video dell’esibizione che avrei dovuto fare e il video è diventato virale. Da quell’esperienza sono nate mille cose, ho conosciuto il mio manager Francesco Facchinetti e firmato il primo contratto con Sony”.
Hai collaborato con Gabry Ponte ai Wind Music Awards. Poi nel 2020 sei stato giudice fisso di All Together Now. Essere parte di questi programmi televisivi ti ha permesso di raggiungere un pubblico molto ampio. Qual è il valore che attribuisci alla TV come mezzo per diffondere la tua musica?
“La tv è un mezzo importante in tutto il mondo ancora di più in Italia. Tutte le esperienze in tv sono state importanti, e mi hanno aiutato molto. Ne vado molto fiero”.
Un progetto futuro in tv che sogni di realizzare?
“Mi piacerebbe portare tutti i miei consigli che potrei dare a giovani musicisti o cantanti. Una sorta di mentore”.
X-Factor o Amici ti piacerebbe?
“Sono esperienze che potrei fare, potrei aiutare i giovani in questo ambito a esprimere al loro meglio”.
C’è una performance che sogni di realizzare?
“Quello che faccio da anni è quello di fare un pianino che non è solo ascolto manie visivo. Uno show interattivo dove vengono proiettati ologrammi sulla coda del pianoforte completamente trasparente. È qualcosa di mai visto prima”.
Se Carlo Conti dovesse chiamarti a Sanremo cosa ti piacerebbe portare su quel palco?
“Forse gli conviene dirmelo un po’ in anticipo, perché non vivo più in Italia e sono un po’ lontano. Sono cresciuto anche con il Festival di Sanremo, anche se quello migliore che ricordo è stato quello di Bonolis. Porterei al Festival di Sanremo quella che è la mia idea di musica, che può essere un messaggio importante specialmente per chi vuole avvicinarsi al mondo strumentale, strizzando l’occhio al mondo d’oggi, quindi una sperimentazione tra classico e moderno”.